Altri sport
Un mese dal Mennea-Day, Barletta attende di omaggiare Pietro
Tra promesse dell'amministrazione e il litorale per la "Freccia del Sud"
Barletta - venerdì 11 ottobre 2013
1.17
Pietro Paolo Mennea da Barletta voleva essere veloce. Prima ha sfidato il vento, poi gli avversari, poi solo se stesso. Così è riuscito a diventare il più grande atleta italiano di tutti i tempi. Ha corso da protagonista sulla scena mondiale per circa 20 anni in oltre 500 gare, ha battuto 2 primati mondiali, 8 primati europei, 33 record nazionali. Una corsa cominciata a 14 anni per guadagnare 500 lire, sfidando di sera le Alfa su viale Giannone, e sempre finendo davanti a loro, e passata attraverso cinque Olimpiadi, quattro lauree e 23 libri. Di lui si è tornato a parlare nelle ultime ore, quando i fratelli hanno richiesto l'esame grafologico per verificare l'autenticità, ma il destino di Mennea è stato spesso questo: tanto spesso dimenticato in vita, quanto in prima pagina post-mortem. E' successo anche a Barletta, dove il campionissimo di atletica leggera nato nella città della Disfida, detentore per lunghi anni di diversi record su scala mondiale, è stato forse veramente onorato dalla sua città solo dopo la sua scomparsa, avvenuta lo scorso 21 marzo all'età di 61 anni. Una recente testimonianza in tal senso è stato il "Mennea-day", lo storico evento tenutosi tra l'11 e il 12 settembre a Barletta e in altre 60 città italiane per correre insieme, anche senza cronometro, e per interpretare ognuno a modo suo, quei 200 metri legati indissolubilmente alla "Freccia del Sud", distanza sulla quale Mennea aveva stabilito il record del mondo nel 1979, in 19"72.
Oggi cade il primo mese dalla celebrazione del "Mennea-Day": nell'aria della città di Eraclio riecheggia ancora il profondo spirito di sacrificio che ha condotto Pietro Mennea a una lunga stagione di vittorie, affrontando e superando la difficoltà degli esordi a Barletta, del confronto da meridionale con una realtà da sempre ostica al Mezzogiorno, dalla presenza di figure che lo hanno formato nella vita e nello sport. Un immenso coro di voci, un tuffo in un magnificente passato: questo è stato il Mennea-Day per Barletta. Oggi, a 30 giorni di distanza, resta però la richiesta dei cittadini di concreti gesti all'amministrazione per lasciare tracce efficaci ed effettive della paternità barlettana della "Freccia del Sud: "I tempi amministrativi sono quelli che conoscete-aveva spiegato in sede di presentazione oltre un mese fa il sindaco Cascella- E' già stato messo in cantiere la decisione di riservare una via, una piazza o una strada a Pietro Mennea. L'idea è quella di intitolare una rotonda, la prima pedonale sita sulla Litoranea di Ponente- a Pietro, e realizzare lì un busto".
Qualcuno aveva chiesto a Barletta per la Freccia del Sud una statua simbolicamente alta 19 metri e 72 centimetri, in onore del celebre record. Non si aspira certo a tanto, ma almeno che si operi prontamente per alimentare un ricordo che, paradossalmente, è già presente in altre realtà italiane. Una rotonda, sulla Litoranea di Ponente, è oggi l'idea maturata da amministrazione comunale e Coni per ricordare il nostro orgoglio: un busto che vegli sul mare dove il giovane Pietro si allenava e poneva le basi per i suoi successi sportivi. La scelta soddisferà i barlettani o farà discutere? Per ora, a far discutere, c'è solo la lentezza della burocrazia comunale, che ad oggi si è limitata all'apposizione di una targa celebrativa del record del 1979. Troppo poco: è tempo di fare presto, di dar vita ai fatti, di dare preminenza alla concretezza, ciò che Pietro Mennea ha sempre avuto nel suo Dna. Perchè di Pietro Mennea ne nasce uno, ma i prosecutori della sua eccellenza made in Barletta si spera aumentino sempre più. E la spinta all'eccellenza si alimenta anche perpetuandone il ricordo.
(Twitter: @GuerraLuca88)
Oggi cade il primo mese dalla celebrazione del "Mennea-Day": nell'aria della città di Eraclio riecheggia ancora il profondo spirito di sacrificio che ha condotto Pietro Mennea a una lunga stagione di vittorie, affrontando e superando la difficoltà degli esordi a Barletta, del confronto da meridionale con una realtà da sempre ostica al Mezzogiorno, dalla presenza di figure che lo hanno formato nella vita e nello sport. Un immenso coro di voci, un tuffo in un magnificente passato: questo è stato il Mennea-Day per Barletta. Oggi, a 30 giorni di distanza, resta però la richiesta dei cittadini di concreti gesti all'amministrazione per lasciare tracce efficaci ed effettive della paternità barlettana della "Freccia del Sud: "I tempi amministrativi sono quelli che conoscete-aveva spiegato in sede di presentazione oltre un mese fa il sindaco Cascella- E' già stato messo in cantiere la decisione di riservare una via, una piazza o una strada a Pietro Mennea. L'idea è quella di intitolare una rotonda, la prima pedonale sita sulla Litoranea di Ponente- a Pietro, e realizzare lì un busto".
Qualcuno aveva chiesto a Barletta per la Freccia del Sud una statua simbolicamente alta 19 metri e 72 centimetri, in onore del celebre record. Non si aspira certo a tanto, ma almeno che si operi prontamente per alimentare un ricordo che, paradossalmente, è già presente in altre realtà italiane. Una rotonda, sulla Litoranea di Ponente, è oggi l'idea maturata da amministrazione comunale e Coni per ricordare il nostro orgoglio: un busto che vegli sul mare dove il giovane Pietro si allenava e poneva le basi per i suoi successi sportivi. La scelta soddisferà i barlettani o farà discutere? Per ora, a far discutere, c'è solo la lentezza della burocrazia comunale, che ad oggi si è limitata all'apposizione di una targa celebrativa del record del 1979. Troppo poco: è tempo di fare presto, di dar vita ai fatti, di dare preminenza alla concretezza, ciò che Pietro Mennea ha sempre avuto nel suo Dna. Perchè di Pietro Mennea ne nasce uno, ma i prosecutori della sua eccellenza made in Barletta si spera aumentino sempre più. E la spinta all'eccellenza si alimenta anche perpetuandone il ricordo.
(Twitter: @GuerraLuca88)