Riccardo Innocenti Calcio
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Riccardo Innocenti si racconta ai nostri microfoni

Intervista esclusiva di Barlettalife a uno dei più prolifici attaccanti della categoria

Trentasei anni e non dimostrarli. Se ne vedono tanti di pseudo-fenomeni improvvisati nel mondo del calcio ma di Riccardo Innocenti, nonostante un curriculum da bomber consumato, ci colpisce la sua umiltà e disponibilità con la quale si racconta ai nostri microfoni, nel corso di quella che in fondo non è stata altro che una piacevole chiacchierata negli spogliatoi dello stadio "Puttilli". L'attaccante di Alfonsine ci ha parlato del rapporto con la piazza e lo spogliatoio, della sua splendida famiglia, delle amicizie e dei propositi per il prossimo futuro.

1) Allora Riccardo, come ti stai trovando a Barletta in questi mesi? Mi trovo molto bene. La mia famiglia si è subito ambientata in città nonostante il trasloco lampo fatto a Gennaio. Poi Barletta è una città che già conosco abbastanza, in cui ho parecchi amici che mi hanno fatto sentire subito "a casa" ecco.

2) Un gol pesantissimo a Foggia, un altro a Cosenza. Manca il sigillo davanti al pubblico di casa. Ti pesa questo piccolo "tabù"? A dire il vero mi preme più che altro segnare quale esso sia lo stadio. Da qualche partita sono a secco e che sia in casa o in trasferta adesso mi importa relativamente, il primo obiettivo rimane sempre gonfiare la rete e spero di tornare presto a farlo.


3) Cosa ti ha convinto a venire a Barletta? Il Barletta è una società capeggiata da un presidente e una dirigenza seria, con tanta voglia di fare bene nel calcio anche in futuro. Questo mi ha subito convinto a sposare il progetto biancorosso.

4) Ci racconti qualche retroscena relativo al tuo mancato passaggio in biancorosso qualche stagione fa? C'è stato più di un anno in cui il Barletta mi ha contattato. La prima volta avvenne quando giocavo nel Val di Sangro. Ricordo che in estate ci incontrammo a metà strada per discutere di un mio eventuale passaggio in biancorosso ma non se ne fece niente. Dopo pochi mesi ci fu un nuovo contatto con l'allora presidente Flora. Giocavo nel Real Marcianise che puntava ai play-off di C2 e stavo segnando molti gol, non me la sentii di lasciare.

5) Che rapporto hai con lo spogliatoio? Hai legato con qualcuno in particolare? Ti sembrerà una frase fatta ma in generale mi trovo bene con tutti, lo spogliatoio è composto da ragazzi bravi e molto disponibili. Io e mia moglie ci frequentiamo un po' con la famiglia di Michele Ischia. Anche lui ha due figli come me, uno dei quali è compagno di scuola calcio con il mio Niccolò.

6) Come ti rapporti e come ti sei rapportato in genere con gli allenatori? Parto dal presupposto che per me è di fondamentale importanza rispettare sempre le scelte del mister, quali esse siano. Deve essere prevalentemente un rapporto di tipo professionale, in cui da parte mia cerco sempre di dare la massima disponibilità allenandomi al meglio. Credo che in questo ambito sia fondamentale mantenere ben distinti e definiti i ruoli. L'aspetto strettamente confidenziale è meglio che rimanga fuori da questo tipo di rapporto.

7) Su mister Cari? Un ottimo allenatore, preparato ed esperto della categoria. Sa coinvolgere bene il gruppo.

8) La prossima stagione dove giocherà Riccardo Innocenti? A essere sincero a questo punto della stagione è un quesito che ho posto in secondo piano. Adesso è fondamentale raggiungere l'obiettivo della salvezza diretta e sarà una lotta che ci coinvolgerà fino alle ultime giornate di campionato. Dopo ci sarà tutto il tempo necessario per ragionare sul prossimo anno.


9) Quando hai deciso di fare il calciatore per mestiere? C'è stato un momento in particolare in cui hai intrapreso questa strada? Si, dopo una stagione in c2 al Baracca Lugo ebbi un contrasto con la società che mi portò a stracciare il contratto con il quale ero legato. A quel tempo mio padre, ex calciatore e allenatore, mi disse molto francamente che non era strettamente necessario intraprendere la via del calcio come professione. A quel punto scattò qualcosa, la presi come una sfida. Avevo poco più di 21 anni, ero diplomato geometra e iscritto all'università di Ferrara alla facoltà di giurisprudenza. Lasciai tutto per dedicarmi al calcio.

10) Hai un un modello calcistico di riferimento? A chi ti ispiri come attaccante? Non posso dire di aver mai avuto un modello di riferimento anche perché nel corso della mia carriera ho ricoperto svariati ruoli: ho fatto il trequartista, l'esterno alto, la seconda punta e poi il centravanti. Diciamo che, come tutti i miei coetanei, sono cresciuto con il mito di Van Basten ma questo non vuol dire che io mi sia necessariamente ispirato a lui.

11) Hai maturato qualche rimpianto in tutti questi anni di calcio? No Nessun rimpianto. Quello che più mi è importato fino ad ora era di essere protagonista in positivo di ogni esperienza calcistica vissuta e giunto a questo punto della carriera non posso che tirare un bilancio positivo di quanto fatto in tutto questo tempo.

12) Sei stato un attaccante prolifico in tutte le serie in cui hai giocato. Ricordi un po' Nacho Castillo, con cui peraltro hai anche giocato. Hai un pizzico di rammarico per non aver avuto l'occasione di calcare campi di serie B o serie A come lui? Due anni fa, prima di andare a Taranto, ebbi alcune richieste da qualche società di serie B ma decisi di accettare l'offerta dei D'Addario sia per motivi economici e sia per il progetto ambizioso in cui avrei potuto recitare un ruolo non da comprimario. Con Ignacio ho giocato ai tempi del gallipoli, fu un esperienza estremamente gratificante visto che segnammo 45 gol in due. Poi le nostre strade si sono divise e lui ebbe la fortuna e soprattutto la bravura di raggiungere la B con il Frosinone e di sfondare fino a l raggiungimento del massimo campionato.

13) Chi è Riccardo Innocenti una volta tornato a casa dall'allenamento? Parlaci della tua vita, dei tuoi hobby, della tua famiglia. Il mio principale svago sono i miei due bambini. Quando torno dall'allenamento dedico tutto il mio tempo a loro anche se il martedì e il mercoledì sono spesso stremato. Diciamo che cerco di reagire ai loro assalti! Il Giovedì, che è un giorno più leggero, trovo anche il tempo per fare qualche giro con la famiglia a Barletta o nei dintorni. Piuttosto spero di approfittare uno dei prossimi lunedì di riposo per visitare Castel del Monte che non ho mai avuto la fortuna di ammirare.

14) Che legame hai con il tuo amico barlettano Savino Daleno? Ti confesso che nel calcio di amici veri ne ho davvero pochissimi e lui è uno di questi. Lo conobbi quando eravamo entrambi a Vasto, ormai 7 anni fa. Da lì ho stretto con lui un legame di amicizia molto intenso che tutt'oggi persiste anche tra la mia e la sua famiglia.

15) Fino a quando hai intenzione di continuare a giocare? Non ti nascondo che pensarci mi porta via energie nervose. Ad ogni modo credo che fino a quando avrò voglia di calciare un pallone e fino a quando la condizione fisica reggerà continuerò a giocare. Fisicamente ho sempre avuto una certa continuità, ad eccezione dell'anno scorso. Vedremo dai!

16) Cosa farai una volta appese le scarpette al chiodo? Francamente credo che non rimarrò nel mondo del calcio. Nel corso di tanti anni ti rendi conto che purtroppo c'è troppo marcio in quest'ambito sportivo e lavorativo, la gente pensa prevalentemente al suo interesse personale e questo credo che mi terrà lontano da una eventuale carriera da dirigente o procuratore.

17) Siamo giunti al termine della nostra intervista. Un saluto ai nostri lettori e ai tifosi. Rivolgo a tutti i tifosi biancorossi un caloroso saluto e un invito a rimanere vicini alla squadra come hanno fatto egregiamente fino ad'ora. Il raggiungimento della salvezza diretta passa anche dal loro caloroso apporto e sono sicuro che non mancheranno di sostenerci.

Marco Bruno
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