Calcio
Quale sarà il vero volto del Barletta 2023/24?
La sconfitta di Molfetta e il risicato 1-0 al Corato non diradano le perplessità di parte della piazza
Barletta - lunedì 14 agosto 2023
13.14
Né fenomeni dopo il pari contro l'Avellino, né brocchi dopo il ko di Molfetta e la non proprio esaltante affermazione sui neroverdi coratini. Risultati,questi ultimi, che, come l'uno a uno contro i biancoverdi irpini di domenica scorsa, non possono che essere presi con beneficio di inventario. È calcio d'agosto signori, con l'aggiunta del fatto che il nuovo Barletta sta pagando l'inevitabile scotto dovuto all'avere quasi completamente rivoluzionato la squadra, oltre naturalmente al fatto che al momento la rosa affidata a Ciro Ginestra non può certo essere quella definitiva che andrà a iniziare il campionato di Serie D il prossimo 10 settembre.
Tuttavia non si può negare che, al netto dell'ennesima strepitosa risposta della "hinchada" biancorossa in termini di abbonamenti, il "sentiment" intorno alla squadra sembra decisamente diverso da quello entusiasta e coinvolgente della scorsa stagione.
Certo, nella vita niente è per sempre, ma provare a varcare così repentinamente le "colonne d'Ercole" del dopo Farina e del dopo Daleno ha richiesto un coraggio non comune da parte della società. Coraggio si, ma anche fede. Una fede ( quella dei tifosi) non comune. La classica fede di chi, pur con tutti i timori del caso, è pronto a sfidare l' "ignoto" nel nome dei colori biancorossi. Perché questo genere di situazioni, nel calcio, come nella vita, conducono a due possibili scenari: quello del disastro, oppure quello del trionfo. Una situazione del resto non nuova nella storia recente del Barletta, come nel caso della stagione di Lega Pro 2009/2010, quando una squadra di quasi ragazzini data praticamente per spacciata, in primis da un suo ex presidente, centrò dapprima una brillantissima qualificazione playoff e poi il ripescaggio nella categoria superiore.
Tuttavia, come già detto, vi è anche il rovescio della medaglia, come quello della stagione di Eccellenza 2019/20, quando quell'autentica corazzata costruita in meno venti giorni ci mise un autunno intero a trovare la quadra, consentendo a Molfetta e Corato di salutare la compagnia. Al resto ci avrebbe poi pensato il Covid.
Del resto, tornando alla metafora "colombiana", è notorio che quando si attraversano le mitiche "Colonne d'Ercole", i casi in genere sono due: o si finisce infilzati dagli indigeni come Magellano; oppure si scopre l'America.
Tuttavia non si può negare che, al netto dell'ennesima strepitosa risposta della "hinchada" biancorossa in termini di abbonamenti, il "sentiment" intorno alla squadra sembra decisamente diverso da quello entusiasta e coinvolgente della scorsa stagione.
Certo, nella vita niente è per sempre, ma provare a varcare così repentinamente le "colonne d'Ercole" del dopo Farina e del dopo Daleno ha richiesto un coraggio non comune da parte della società. Coraggio si, ma anche fede. Una fede ( quella dei tifosi) non comune. La classica fede di chi, pur con tutti i timori del caso, è pronto a sfidare l' "ignoto" nel nome dei colori biancorossi. Perché questo genere di situazioni, nel calcio, come nella vita, conducono a due possibili scenari: quello del disastro, oppure quello del trionfo. Una situazione del resto non nuova nella storia recente del Barletta, come nel caso della stagione di Lega Pro 2009/2010, quando una squadra di quasi ragazzini data praticamente per spacciata, in primis da un suo ex presidente, centrò dapprima una brillantissima qualificazione playoff e poi il ripescaggio nella categoria superiore.
Tuttavia, come già detto, vi è anche il rovescio della medaglia, come quello della stagione di Eccellenza 2019/20, quando quell'autentica corazzata costruita in meno venti giorni ci mise un autunno intero a trovare la quadra, consentendo a Molfetta e Corato di salutare la compagnia. Al resto ci avrebbe poi pensato il Covid.
Del resto, tornando alla metafora "colombiana", è notorio che quando si attraversano le mitiche "Colonne d'Ercole", i casi in genere sono due: o si finisce infilzati dagli indigeni come Magellano; oppure si scopre l'America.