Calcio
Puttilli, quando lo stadio è un rebus
Il Barletta valuta le possibili soluzioni per risolvere l'annosa questione legata all'ormai fatiscente impianto sportivo
Barletta - sabato 2 luglio 2011
15.00
La manifestazione dello scorso giovedì non è che l'ennesimo grido di protesta che si leva dalla tifoseria barlettana che incessantemente ha palesato, nel corso degli ultimi anni, l'esigenza di dotare Barletta di uno stadio che possa definirsi tale.
Una matassa intricata e complessa, che ora più che mai tarpa le ali alle ambizioni di cadetteria largamente manifestate dal presidente Tatò. Il tifoso sogna un ritorno ai gloriosi fasti dell'era Di Cosola e se nel 1987 l'allora stadio Comunale altri non era che una base su cui ampliare la capienza di spalti e tribune, oggi dell'attuale "Puttilli" società e tifosi se ne vogliono sbarazzare, e in fretta.
Tante le ipotesi prese in considerazione: demolizione e ricostruzione progressiva dei vari settori, restyling dell'attuale struttura, fino addirittura ad arrivare alla soluzione degli spalti modulari sulla pista di atletica. Nel frattempo quel che tristemente si può vedere ancora oggi – alla vigilia di una stagione ricca di aspettative - è uno stadio rattoppato, costretto a limitare la capienza al di sotto dei 4000 posti a sedere per garantire gli standard di sicurezza, con un tribuna ai limiti della decenza e una sfilza di vetrate a rovinare la visuale degli spettatori. Insomma, così proprio non si può andare avanti.
Le soluzioni al rebus
Quel che è certo è che il Barletta ha bisogno di adeguare quanto prima il Puttilli alle normative che impongono la capienza minima di 10.000 posti a sedere per poter disputare un campionato di serie B. A ben vedere non si tratta di presunzione ma di una scelta responsabile, in linea con le ambizioni della società. E quindi, accantonata definitivamente l'idea di sistemare gli spalti tubolari sulla pista di atletica, nel tavolo tecnico tra comune, SS Barletta Calcio e CONI è emersa la necessità che proprio il comitato olimpico si esprima in merito a quale soluzione adottare nel minor tempo possibile. A dire il vero, prima che il presidente Tatò avanzasse l'ipotesi provvisoria degli spalti rimovibili, erano già in programma dei lavori di adeguamento della struttura esistente. Questi prevedevano la rimozione delle vetrate, l'apertura di settori adesso inagibili e l'allargamento del fossato frapposto tra spalti e pista di atletica. Chissà che il Coni non vada a riportare in auge proprio quel progetto accantonato pochi mesi fa.
Più a lungo termine si considera invece la strada che porta alla costruzione di uno stadio nuovo di zecca, possibilmente in un'altra zona della città. Stavolta però l'ipotesi prevede esclusivamente l'investimento di capitali privati nel progetto. Troppe le lungaggini burocratiche che porterebbero al rifacimento del Puttilli, figurarsi interpellare l'amministrazione comunale per la costruzione di uno stadio nuovo. Utopia. Ecco che quindi il presidente Tatò, già imprenditore di successo nel settore della distribuzione alimentare, starebbe valutando l'ipotesi di coinvolgere esclusivamente soggetti privati per erigere il nuovo impianto sportivo. Una strada ancora lontana dal potersi percorrere ma che si sta analizzando con attenzione. Ovviamente tutto è legato agli esiti della ormai imminente stagione sportiva e non solo. Verificare quali sono le reali potenzialità di attrarre investimenti da parte del Barletta Calcio è un passo di fondamentale importanza e in tal senso un eventuale campionato di vertice potrebbe essere il giusto viatico per "tastare" l'entusiasmo che si andrebbe a creare attorno ai colori biancorossi.
Nel frattempo una nuova stagione è in procinto di iniziare e lo situazione si ripresenta così come l'avevamo lasciata a Maggio. Se non siamo alla prova del nove, poco ci manca.
Marco Bruno
Una matassa intricata e complessa, che ora più che mai tarpa le ali alle ambizioni di cadetteria largamente manifestate dal presidente Tatò. Il tifoso sogna un ritorno ai gloriosi fasti dell'era Di Cosola e se nel 1987 l'allora stadio Comunale altri non era che una base su cui ampliare la capienza di spalti e tribune, oggi dell'attuale "Puttilli" società e tifosi se ne vogliono sbarazzare, e in fretta.
Tante le ipotesi prese in considerazione: demolizione e ricostruzione progressiva dei vari settori, restyling dell'attuale struttura, fino addirittura ad arrivare alla soluzione degli spalti modulari sulla pista di atletica. Nel frattempo quel che tristemente si può vedere ancora oggi – alla vigilia di una stagione ricca di aspettative - è uno stadio rattoppato, costretto a limitare la capienza al di sotto dei 4000 posti a sedere per garantire gli standard di sicurezza, con un tribuna ai limiti della decenza e una sfilza di vetrate a rovinare la visuale degli spettatori. Insomma, così proprio non si può andare avanti.
Le soluzioni al rebus
Quel che è certo è che il Barletta ha bisogno di adeguare quanto prima il Puttilli alle normative che impongono la capienza minima di 10.000 posti a sedere per poter disputare un campionato di serie B. A ben vedere non si tratta di presunzione ma di una scelta responsabile, in linea con le ambizioni della società. E quindi, accantonata definitivamente l'idea di sistemare gli spalti tubolari sulla pista di atletica, nel tavolo tecnico tra comune, SS Barletta Calcio e CONI è emersa la necessità che proprio il comitato olimpico si esprima in merito a quale soluzione adottare nel minor tempo possibile. A dire il vero, prima che il presidente Tatò avanzasse l'ipotesi provvisoria degli spalti rimovibili, erano già in programma dei lavori di adeguamento della struttura esistente. Questi prevedevano la rimozione delle vetrate, l'apertura di settori adesso inagibili e l'allargamento del fossato frapposto tra spalti e pista di atletica. Chissà che il Coni non vada a riportare in auge proprio quel progetto accantonato pochi mesi fa.
Più a lungo termine si considera invece la strada che porta alla costruzione di uno stadio nuovo di zecca, possibilmente in un'altra zona della città. Stavolta però l'ipotesi prevede esclusivamente l'investimento di capitali privati nel progetto. Troppe le lungaggini burocratiche che porterebbero al rifacimento del Puttilli, figurarsi interpellare l'amministrazione comunale per la costruzione di uno stadio nuovo. Utopia. Ecco che quindi il presidente Tatò, già imprenditore di successo nel settore della distribuzione alimentare, starebbe valutando l'ipotesi di coinvolgere esclusivamente soggetti privati per erigere il nuovo impianto sportivo. Una strada ancora lontana dal potersi percorrere ma che si sta analizzando con attenzione. Ovviamente tutto è legato agli esiti della ormai imminente stagione sportiva e non solo. Verificare quali sono le reali potenzialità di attrarre investimenti da parte del Barletta Calcio è un passo di fondamentale importanza e in tal senso un eventuale campionato di vertice potrebbe essere il giusto viatico per "tastare" l'entusiasmo che si andrebbe a creare attorno ai colori biancorossi.
Nel frattempo una nuova stagione è in procinto di iniziare e lo situazione si ripresenta così come l'avevamo lasciata a Maggio. Se non siamo alla prova del nove, poco ci manca.
Marco Bruno