
Calcio
Paolo Tagliavento: «Non serve arbitrare in A per provare certe emozioni»
Il fischietto umbro in visita alla sezione AIA di Barletta
Barletta - venerdì 6 marzo 2015
10.34
«Per provare certe emozioni, non serve arbitrare in serie A». In queste, appassionate parole, si racchiude l'essenza del discorso tenuto dall'arbitro internazionale Paolo Tagliavento nella serata di ieri presso la sezione AIA "Pasquale Gialluisi" di Barletta. Il 42enne fischietto umbro, che vanta nel suo curriculum 169 gare di serie A (tra cui uno Juve-Inter, tre derby di Roma, un derby di Milano, due derby di Genova, uno Juventus-Milan ed uno Juventus-Roma) e varie esperienze in campo internazionale (spiccano tra queste la direzione della finale dell'Europeo under 21 del 2011 tra Svizzera e Spagna e la partecipazione come arbitro di porta alla finale di Champions League 2013 tra Bayern Monaco e Borussia Dortmund), ha spiegato alla presenza del nostro fischietto internazionale Antonio Damato (definito da Tagliavento un fratello più che un amico), del componente nazionale AIA Murizio Gialluisi, del componente CRA Puglia Flaviano Lanciano oltre che ovviamente del presidente di sezione Savino Filannino e di tutti gli affiliati, la sua idea di arbitraggio.
Il racconto di Tagliavento, è partito dalla sua infanzia nella quale si divertiva a disegnare i cartellini per dirigere le partite tra amici, segno inequivocabile di una passione destinata a diventare sempre più grande. Dopo una breve esperienza da calciatore in formazioni giovanili, l'arbitro umbro ha spiegato di aver deciso a 17 anni di iniziare a frequentare la sezione delle sua città. Di lì la faticosa scalata verso le vette della serie A. Prima di arrivare al successo però: «Bisogna soffrire, perchè solo soffrendo oltre che divertendosi si raggiungono i risultati». La sofferenza, però viene premiata dalle emozioni, e tali emozioni: «Non si provano solo arbitrando in serie A». L'essere arbitro, ha raccontato Tagliavento ad i numerosi ragazzi presenti, è un'esperienza bellissima ad ogni livello, ed a riprova di questo ha indicato in Pescara-Martina (finale play-off serie C1 2003) e Paganese-Sapri (gara di serie D ) e non in match più blasonati, le gare che per vari motivi gli hanno regalato le maggiori soddisfazioni ed i ricordi più belli. Altro punto focale del discorso di Tagliavento è stato il concetto di errore: «Solo sbagliando e facendo tesoro di ciò che non è andato per il verso giusto, si può davvero crescere e acquisire consapevolezza», ha affermato il direttore di gara ternano che ha poi sottolineato come l'esperienza sia requisito fondamentale per la crescita e per arrivare a determinati livelli. Al termine del racconto, Tagliavento si è concesso alle domande dei presenti, raccontando qualche aneddoto della sua carriera e ribadendo i concetti già espressi. Infine, la sezione AIA di Barletta ha tributato al suo ospite un ideale abbraccio ed il ringraziamento per la disponibilità espressa.
Il racconto di Tagliavento, è partito dalla sua infanzia nella quale si divertiva a disegnare i cartellini per dirigere le partite tra amici, segno inequivocabile di una passione destinata a diventare sempre più grande. Dopo una breve esperienza da calciatore in formazioni giovanili, l'arbitro umbro ha spiegato di aver deciso a 17 anni di iniziare a frequentare la sezione delle sua città. Di lì la faticosa scalata verso le vette della serie A. Prima di arrivare al successo però: «Bisogna soffrire, perchè solo soffrendo oltre che divertendosi si raggiungono i risultati». La sofferenza, però viene premiata dalle emozioni, e tali emozioni: «Non si provano solo arbitrando in serie A». L'essere arbitro, ha raccontato Tagliavento ad i numerosi ragazzi presenti, è un'esperienza bellissima ad ogni livello, ed a riprova di questo ha indicato in Pescara-Martina (finale play-off serie C1 2003) e Paganese-Sapri (gara di serie D ) e non in match più blasonati, le gare che per vari motivi gli hanno regalato le maggiori soddisfazioni ed i ricordi più belli. Altro punto focale del discorso di Tagliavento è stato il concetto di errore: «Solo sbagliando e facendo tesoro di ciò che non è andato per il verso giusto, si può davvero crescere e acquisire consapevolezza», ha affermato il direttore di gara ternano che ha poi sottolineato come l'esperienza sia requisito fondamentale per la crescita e per arrivare a determinati livelli. Al termine del racconto, Tagliavento si è concesso alle domande dei presenti, raccontando qualche aneddoto della sua carriera e ribadendo i concetti già espressi. Infine, la sezione AIA di Barletta ha tributato al suo ospite un ideale abbraccio ed il ringraziamento per la disponibilità espressa.

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