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Manuela Olivieri Mennea: «Manca il respiro ad essere nella città di Pietro»
La vedova della “Freccia del Sud” racconta le sue emozioni in un giorno speciale
Barletta - lunedì 14 settembre 2015
8.44
Benvenuti a Barletta, Città della Disfida. Benvenuti a Barletta, città di Pietro Mennea. Il ricordo della "Freccia del sud" ha animato Barletta nella giornata a lui dedicata, ma l'affetto che i cittadini hanno riservato e continuano a riservare al grande Pietro è tanto. Ne è rimasta favorevolmente colpita anche Manuela Olivieri Mennea, la donna che ha sposato Pietro nel 1996 ed è stata al suo fianco fino all'ultimo, condividendo con lui gioie e dolori, compresa quella malattia che ha sottratto al mondo intero uno dei protagonisti più ricordati della storia dell'atletica leggera. Manuela Olivieri Mennea è arrivata a Barletta a bordo del treno dedicato al marito, e nei suoi occhi era facile notare l'entusiasmo nel constatare tutto l'affetto della Città della Disfida per Pietro Mennea:
Quali emozioni si provano ad essere a Barletta nel giorno dedicato a Pietro Mennea?
«È proprio difficile raccontare le mie emozioni in questa giornata. Manca il respiro ad essere nella città di Pietro, con questo treno che è veramente un motivo d'orgoglio».
Lei è stata a fianco di Pietro Mennea per tanto tempo: cosa prova nel vedere tanti barlettani ricordare il "suo" Pietro?
«È una grande gioia per me, io ho avuto il privilegio di stare accanto a Pietro per 20 anni, e per fortuna anche 24 ore su 24, perché noi lavoravamo anche insieme. Quindi spesso lo dico: era la prima persona che vedevo quando aprivo gli occhi e l'ultima quando li chiudevo. È stato un periodo esaltante della mia vita, bellissimo. Pietro era veramente una persona speciale. Io sto cercando di far conoscere anche i suoi lati nascosti: era generoso, molti pensano scontroso, ma era molto divertente, simpatico, sempre pronto nei confronti degli altri. E io sto cercando di portare avanti il suo sogno».
Barletta è una città in cui c'è molto da fare. Non le sembra una contraddizione che la città di Pietro Mennea non ha a disposizione una pista d'atletica degna di nome?
«Pietro diceva spesso "Io ho fatto cinque olimpiadi per vincerne una". Quindi bisogna avere un po' di pazienza: con la pazienza si riesce a fare tutto».
Quali emozioni si provano ad essere a Barletta nel giorno dedicato a Pietro Mennea?
«È proprio difficile raccontare le mie emozioni in questa giornata. Manca il respiro ad essere nella città di Pietro, con questo treno che è veramente un motivo d'orgoglio».
Lei è stata a fianco di Pietro Mennea per tanto tempo: cosa prova nel vedere tanti barlettani ricordare il "suo" Pietro?
«È una grande gioia per me, io ho avuto il privilegio di stare accanto a Pietro per 20 anni, e per fortuna anche 24 ore su 24, perché noi lavoravamo anche insieme. Quindi spesso lo dico: era la prima persona che vedevo quando aprivo gli occhi e l'ultima quando li chiudevo. È stato un periodo esaltante della mia vita, bellissimo. Pietro era veramente una persona speciale. Io sto cercando di far conoscere anche i suoi lati nascosti: era generoso, molti pensano scontroso, ma era molto divertente, simpatico, sempre pronto nei confronti degli altri. E io sto cercando di portare avanti il suo sogno».
Barletta è una città in cui c'è molto da fare. Non le sembra una contraddizione che la città di Pietro Mennea non ha a disposizione una pista d'atletica degna di nome?
«Pietro diceva spesso "Io ho fatto cinque olimpiadi per vincerne una". Quindi bisogna avere un po' di pazienza: con la pazienza si riesce a fare tutto».