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Calcio
La favola di Fall: da un mese non si ferma più
L'attaccante senegalese del Barletta e un poker da bomber
Barletta - giovedì 8 gennaio 2015
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Il calcio è strano: un giorno sei un oggetto misterioso, magari fuori ruolo, dopo un mese sei il trascinatore e l'idolo delle folle. Come spesso avviene, la verità sta nel mezzo: la storia ben si cuce addosso ad Ahmet Fall, attaccante franco-senegalese classe 1991 del Barletta Calcio. Arrivato in estate dal Rimini con la fama di esterno offensivo cucita addosso, trovatosi al centro dell'attacco biancorosso per necessità (leggi alle voci ko di Dell'Agnello e Biancolino), il 23enne nato in Africa ma con un curioso accento romagnolo-è arrivato a Cesena sei anni fa- fino a un mese fa non era mai mancato di impegno e volontà, doti sempre riconosciute da piazza e tifoseria. A mancare all'appello era però il gol, il quid principale richiesto a un attaccante. Ma dal 7 dicembre, trasferta di Lamezia Terme, qualcosa è cambiato.
Avvio del secondo tempo al "D'Ippolito": su cross di Floriano deviato dall'estremo calabrese, irrompe Fall che a porta vuota trova una rete semplice quanto pesante. E' lo spartiacque nella stagione dell'attaccante biancorosso, reduce una settimana prima dalla prima (e unica) contestazione maturata al "Puttilli", nello scialbo 0-0 con l'Aversa Normanna. Ahmet però nella vita ha sempre avuto spalle larghe, e lentamente è riuscito ad assorbire su di sè il peso dall'attacco del Barletta Calcio. «Gli italiani sono precisi e lavoratori. Come dicono i romagnoli, loro sono contaden, lavorano tanto» ha spesso spiegato Fall: lui "contaden" lo è, ma al fioretto da poco ha integrato la spada. Quella che ha colpito Vigor Lamezia, Salernitana dai 20 metri e all'Epifania ha trafitto per due volte l'Ischia, prima di testa e poi con una girata da centravanti vero. Etichetta che lui rifiuta con coraggio: «Si parla di falso nueve e altre cose, ma per me non è un discorso valido-ha spiegato dopo il 3-1 agli isolani-l'anno scorso ho fatto la punta centrale, e mi trovo bene in questa posizione. Non ci faccio caso. Nel girone C serve un'altra mentalità, più cattiva: ora la sto acquisendo».
Quattro reti in 18 partite il suo bottino sin qui: numeri non ancora da bomber, ma di chi sta crescendo, quelli sì. E Fall lo sta facendo, grazie ai consigli di Gennaro Delvecchio, dt sempre vicino alla squadra, di mister Sesia, dello staff e di un ambiente che non smette di ringraziare. E al mercato, che tanti rumors sta affiancando a via Vittorio Veneto, preferisce non parlare: «Mi hanno criticato, io ho sempre lottato e lavorato per me e per la squadra. Non c'è stato nessun contatto, questo posso assicurarlo. La società ci ha dato garanzie per il futuro e non penso di muovermi». Intanto pensa al prossimo obiettivo: la trasferta di Messina. E a correre e lottare, con in testa un coro che da agosto riecheggia in curva:"Fall, Fall, Fall, fall un gol". Ahmet, ora, risponde presente. Inseguendo il suo sogno conclamato: vestire la maglia del Senegal. Che per ora è racchiusa in una bandiera sempre presente sugli spalti del "Puttilli", a ricordargli le sue radici.
(Twitter: @GuerraLuca88)
Avvio del secondo tempo al "D'Ippolito": su cross di Floriano deviato dall'estremo calabrese, irrompe Fall che a porta vuota trova una rete semplice quanto pesante. E' lo spartiacque nella stagione dell'attaccante biancorosso, reduce una settimana prima dalla prima (e unica) contestazione maturata al "Puttilli", nello scialbo 0-0 con l'Aversa Normanna. Ahmet però nella vita ha sempre avuto spalle larghe, e lentamente è riuscito ad assorbire su di sè il peso dall'attacco del Barletta Calcio. «Gli italiani sono precisi e lavoratori. Come dicono i romagnoli, loro sono contaden, lavorano tanto» ha spesso spiegato Fall: lui "contaden" lo è, ma al fioretto da poco ha integrato la spada. Quella che ha colpito Vigor Lamezia, Salernitana dai 20 metri e all'Epifania ha trafitto per due volte l'Ischia, prima di testa e poi con una girata da centravanti vero. Etichetta che lui rifiuta con coraggio: «Si parla di falso nueve e altre cose, ma per me non è un discorso valido-ha spiegato dopo il 3-1 agli isolani-l'anno scorso ho fatto la punta centrale, e mi trovo bene in questa posizione. Non ci faccio caso. Nel girone C serve un'altra mentalità, più cattiva: ora la sto acquisendo».
Quattro reti in 18 partite il suo bottino sin qui: numeri non ancora da bomber, ma di chi sta crescendo, quelli sì. E Fall lo sta facendo, grazie ai consigli di Gennaro Delvecchio, dt sempre vicino alla squadra, di mister Sesia, dello staff e di un ambiente che non smette di ringraziare. E al mercato, che tanti rumors sta affiancando a via Vittorio Veneto, preferisce non parlare: «Mi hanno criticato, io ho sempre lottato e lavorato per me e per la squadra. Non c'è stato nessun contatto, questo posso assicurarlo. La società ci ha dato garanzie per il futuro e non penso di muovermi». Intanto pensa al prossimo obiettivo: la trasferta di Messina. E a correre e lottare, con in testa un coro che da agosto riecheggia in curva:"Fall, Fall, Fall, fall un gol". Ahmet, ora, risponde presente. Inseguendo il suo sogno conclamato: vestire la maglia del Senegal. Che per ora è racchiusa in una bandiera sempre presente sugli spalti del "Puttilli", a ricordargli le sue radici.
(Twitter: @GuerraLuca88)
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