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Calcio
L'angolo dell'ex: Fabio Romeo, «Ricordo il ko a Menti, Barletta seconda casa per me»
Il difensore e il passato in biancorosso
Barletta - sabato 20 settembre 2014
Nel primo dei soli due precedenti del Barletta a Castellammare di Stabia, entrambi terminati con un ko biancorosso (4-1 nel 2009 e 1-0 nel 2011), Fabio Antonio Romeo era in campo con la truppa allora guidata da Lello Sciannimanico in Seconda Divisione. Il difensore, che ha indossato in due diversi momenti la casacca biancorossa del Barletta, ha realizzato un triplo salto all'indietro di categoria e ora difende i colori del Nardò nel campionato di Eccellenza. Romeo, nato proprio a Nardò il 12 luglio 1989, ha vissuto due esperienze a Barletta, vestendo biancorosso sia durante la stagione 2009/2010 (22 presenze per lui), sia nelle ultime due stagioni (29 presenze), l'ultima delle quali fortemente condizionata da un infortunio che ne ha limitato la disponibilità in campo. Ora tesse il suo ricordo dell'esperienza all'ombra di Eraclio:
Fabio Romeo, due anni a Barletta e ora il ritorno a Nardò: come hai vissuto questo ritorno a casa?
«All'inizio in particolare non è stato facile accettare di scendere in Eccellenza, sebbene per me si trattasse di un ritorno a casa. Ora qui sto comunque bene, è una bella piazza: la società è seria, e ora sono felice e contento dopo un anno e mezzo di travaglio fisico. Mi alleno bene e la domenica cerco di dare il massimo. Alla fine forse tornare a casa è stata la scelta migliore: la realtà di Nardò è davvero organizzata e giorno dopo giorno mi sono convinto di aver fatto la scelta giusta. Il nostro obbiettivo è quello di far bene, la società sta facendo sforzi notevoli, ci sono calciatori di nome e curriculum come Rana e Vicedomini: inoltre abbiamo una rosa ampia, che può far bene in un campionato lungo. Chi lavora bene, alla fine i frutti li raccoglie».
Eri in campo nel 4-1 incassato in trasferta con la Juve Stabia nel 2009: cosa ricordi?
«Quell'annata è stata una delle più belle della carriera: partimmo da San Giovanni Rotondo in 10 e finimmo a giocarci i playoff. E' stato uno dei gruppi migliori in cui io sia stato, c'era un gran rapporto tra noi: sento ancora Sportillo, Rescio, Legittimo, Cutrupi, per dirne alcuni. Di quella partita a Castellammare ricordo che dopo 15 minuti perdevamo già 2-0 e mi guardai con Legittimo pensando: ma che cavolo succede? Ricordo un ambiente caldo, poi loro erano un'ottima squadra. Avevano Ametrano, Amore, Vicentin, D'Ambrosio che oggi è all'Inter, ma ricordo soprattutto la carica dei loro tifosi. Giocavamo poi su un sintetico che non era dei migliori e questo non ci aiutò».
Se dico "Barletta", cosa ti viene in mente?
«A Barletta ho vissuto degli anni straordinari: sicuramente uno dei ricordi più belli è la salvezza ottenuta superando l'Andria nei playout. Posso dire che sul piano umano e professionale ho avuto davvero tanto: sento ancora tanti amici, dentro e fuori dal calcio. Mi spiace solo per come è andata l'anno scorso, per il malanno fisico che ho avuto e per il rendimento di squadra. Io e tanti altri ragazzi speravamo che avremmo potuto fare il salto di qualità, ma così non è stato. E' stata una stagione anomala, anche e soprattutto per colpa nostra. Complessivamente di Barletta ho un ricordo meraviglioso, è la mia seconda casa dopo Nardò».
Ti vedremo al "Puttilli" da spettatore? Come vuoi salutare la piazza?
«Seguo i ragazzi assiduamente: mi sento spesso con Liverani, con il quale ho un bellissimo rapporto, auguro a lui e a tutti un gran bene con il Barletta. Con la giusta programmazione si possono ottenere risultati importanti: parliamo di una piazza importante per la categoria, che merita di fare campionati di vertice. I tifosi arrivano da due anni di sofferenza, meritano tante soddisfazioni. L'anno scorso la realtà dei fatti è che l'organico che avevamo non era da playoff: spero che quest'anno si possa fare un bel campionato, vedo che la partenza è stata ottima. A Luca (Liverani, ndr) faccio i migliori auguri, ho visto la gran partita che ha giocato a Lecce: lui e Fabrizio (Di Bella, ndr) sono stati tra i migliori l'anno scorso. Tutto qua, spero di essere presto al "Puttilli" e saluto con calore i tifosi e la città di Barletta».
(Twitter: @GuerraLuca88)
Fabio Romeo, due anni a Barletta e ora il ritorno a Nardò: come hai vissuto questo ritorno a casa?
«All'inizio in particolare non è stato facile accettare di scendere in Eccellenza, sebbene per me si trattasse di un ritorno a casa. Ora qui sto comunque bene, è una bella piazza: la società è seria, e ora sono felice e contento dopo un anno e mezzo di travaglio fisico. Mi alleno bene e la domenica cerco di dare il massimo. Alla fine forse tornare a casa è stata la scelta migliore: la realtà di Nardò è davvero organizzata e giorno dopo giorno mi sono convinto di aver fatto la scelta giusta. Il nostro obbiettivo è quello di far bene, la società sta facendo sforzi notevoli, ci sono calciatori di nome e curriculum come Rana e Vicedomini: inoltre abbiamo una rosa ampia, che può far bene in un campionato lungo. Chi lavora bene, alla fine i frutti li raccoglie».
Eri in campo nel 4-1 incassato in trasferta con la Juve Stabia nel 2009: cosa ricordi?
«Quell'annata è stata una delle più belle della carriera: partimmo da San Giovanni Rotondo in 10 e finimmo a giocarci i playoff. E' stato uno dei gruppi migliori in cui io sia stato, c'era un gran rapporto tra noi: sento ancora Sportillo, Rescio, Legittimo, Cutrupi, per dirne alcuni. Di quella partita a Castellammare ricordo che dopo 15 minuti perdevamo già 2-0 e mi guardai con Legittimo pensando: ma che cavolo succede? Ricordo un ambiente caldo, poi loro erano un'ottima squadra. Avevano Ametrano, Amore, Vicentin, D'Ambrosio che oggi è all'Inter, ma ricordo soprattutto la carica dei loro tifosi. Giocavamo poi su un sintetico che non era dei migliori e questo non ci aiutò».
Se dico "Barletta", cosa ti viene in mente?
«A Barletta ho vissuto degli anni straordinari: sicuramente uno dei ricordi più belli è la salvezza ottenuta superando l'Andria nei playout. Posso dire che sul piano umano e professionale ho avuto davvero tanto: sento ancora tanti amici, dentro e fuori dal calcio. Mi spiace solo per come è andata l'anno scorso, per il malanno fisico che ho avuto e per il rendimento di squadra. Io e tanti altri ragazzi speravamo che avremmo potuto fare il salto di qualità, ma così non è stato. E' stata una stagione anomala, anche e soprattutto per colpa nostra. Complessivamente di Barletta ho un ricordo meraviglioso, è la mia seconda casa dopo Nardò».
Ti vedremo al "Puttilli" da spettatore? Come vuoi salutare la piazza?
«Seguo i ragazzi assiduamente: mi sento spesso con Liverani, con il quale ho un bellissimo rapporto, auguro a lui e a tutti un gran bene con il Barletta. Con la giusta programmazione si possono ottenere risultati importanti: parliamo di una piazza importante per la categoria, che merita di fare campionati di vertice. I tifosi arrivano da due anni di sofferenza, meritano tante soddisfazioni. L'anno scorso la realtà dei fatti è che l'organico che avevamo non era da playoff: spero che quest'anno si possa fare un bel campionato, vedo che la partenza è stata ottima. A Luca (Liverani, ndr) faccio i migliori auguri, ho visto la gran partita che ha giocato a Lecce: lui e Fabrizio (Di Bella, ndr) sono stati tra i migliori l'anno scorso. Tutto qua, spero di essere presto al "Puttilli" e saluto con calore i tifosi e la città di Barletta».
(Twitter: @GuerraLuca88)
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