Calcio
L'angolo del "capitano", puntata numero 8: l'editoriale di Savino Daleno
La vecchia bandiera biancorossa commenta la sconfitta nel derby
Barletta - mercoledì 7 novembre 2012
10.43
E' composto da volti "storici" del Barletta Calcio il gruppo di editorialisti sportivi di Barlettalife.it. Oltre all'ex presidente Francesco Sfrecola, al quale è affidato il commento sul pre-partita di ogni match del sodalizio di via Vittorio Veneto, oggi, come si verifica da settimane e per tutti i post partita fino al termine del campionato, tocca ad un ex-capitano storico della formazione biancorossa, Savino Daleno. Molto legato all'ambiente di via Veneto, Daleno ha militato in due epoche nelle fila del Barletta, prima tra il 1995 e il 1997 quando aveva vestito la maglia biancorossa nel campionato di Eccellenza, mentre tra il 2006 e il 2009 era stato il capitano, conquistando anche la promozione dalla serie D alla C2 grazie a un ripescaggio. 133 presenze e 8 reti per lui in biancorosso. Quest'estate si era anche allenato con il club, prima di firmare con il Terlizzi, formazione di Eccellenza. Ora sulle colonne virtuali di Barlettalife.it parte un appuntamento editoriale fisso che lo vedrà protagonista, "L'angolo del capitano". Questa settimana il carismatico mediano commenta l'ennesima sconfitta stagionale contro l'Andria e l'esordio non proprio positivo di mister Stringara sulla panchina biancorossa. L'attenta analisi di Daleno si concentra sulla mancanza di grinta e carattere e su alcune scelte opinabili - vedi l'esclusione di Simoncelli e La Mantia.
«Speravo che questo derby potesse far riprendere l'entusiasmo a tutto l'ambiente. Temevo il contrario, ed in effetti è successo. Questa sconfitta porterà delle conseguenze sia per quanto riguarda il morale che per quanto riguarda la tifoseria. Le scelte del mister sono opinabili, ma non sono definitive e un alibi parziale è dato dal fatto che Stringara era alla sua prima panchina a Barletta. Una cosa è sicura: durante la partita – ero presente allo stadio – una cosa che si è notata era una mancanza di carattere. Una squadra senza carattere come quella che è scesa in campo contro l'Andria difficilmente possa ambire a salvarsi. Alla base di una squadra deve esserci innanzitutto il carattere, poi il gioco è una conseguenza. Una squadra che si deve salvare senza carattere è come mandare i militari in guerra senza armi. È vero che il paragone è un po' forte, però questo si è visto in campo. Sono rimasto fortemente deluso, anche perché gli andriesi, e io sono sempre più convinto che questo sia un gemellaggio finto, ci hanno preso per i fondelli per tutta la partita».
»Io credo che l'unico attaccante di razza nel Barletta al momento sia La Mantia, e l'unico in grado di cambiare passo lì davanti è Simoncelli. Simoncelli però sta disputando solo 10-15 minuti a gara: non è certamente il salvatore della patria, ma credo che potrebbe dare una grossa mano qualora venisse schierato dall'inizio, soprattutto nelle partite casalinghe dove le squadre si chiudono e ripartono. Queste sono scelte che spettano all'allenatore, Novelli prima e Stringara poi. Escludere però La Mantia, l'unico attaccante che finora ha fatto la differenza, la dice lunga sulla mancanza di idee chiare. Ora mi auguro che questa sconfitta faccia fare un passo indietro a chi "comanda" su determinate scelte e che da domenica prossima possiamo vedere una squadra innanzitutto più agguerrita, che non sia quella di domenica. Ormai dobbiamo sperare che quanto prima ci sia un cambio di rotta, perché così non si va molto lontani. Forse non serviva cambiare allenatore: prima c'era una scelta societaria di arrivare a gennaio con questo gruppo, ora, cambiato il mister, si vuole intervenire sul mercato degli svincolati. Credo che a questo punto che le responsabilità non siano tutte di Novelli, e non capisco perché a Novelli sono stati dati innesti mentre ora si parla di queste voci. Siamo partiti con una squadra super-offensiva, il 4-3-3 che faceva sognare tutti, e ci siamo ritrovati contro l'Andria con 5 difensori e una squadra super-difensiva. Alla fine la verità è che le idee sono poco chiare in questo momento».
«Ci deve essere un cambio di rotta dal punto di vista caratteriale: contro l'Andria c'erano tutti i presupposti per una prova gagliarda, dove bisognava trascinare il pubblico e non c'è stata dopo un cambio d'allenatore e nonostante una temperatura ideale per giocare a calcio e una cornice di pubblico che faceva invidia a categorie più alte. A questo punto ci affidiamo all'esperienza di Stringara: su uno dei campi più difficili dal punto di vista ambientale, speriamo di portare a casa la prima e tanto sospirata vittoria. Ma bisogna cambiare rotta in tutti i sensi perché, lo dico da tifoso, non meritiamo tutto questo, dopo che l'anno scorso a lungo si era sognata la serie B. Chi deve fare qualcosa penso che una mano alla coscienza se la metta per fare qualcosa di importante per i colori biancorossi».
Savino Daleno
«Speravo che questo derby potesse far riprendere l'entusiasmo a tutto l'ambiente. Temevo il contrario, ed in effetti è successo. Questa sconfitta porterà delle conseguenze sia per quanto riguarda il morale che per quanto riguarda la tifoseria. Le scelte del mister sono opinabili, ma non sono definitive e un alibi parziale è dato dal fatto che Stringara era alla sua prima panchina a Barletta. Una cosa è sicura: durante la partita – ero presente allo stadio – una cosa che si è notata era una mancanza di carattere. Una squadra senza carattere come quella che è scesa in campo contro l'Andria difficilmente possa ambire a salvarsi. Alla base di una squadra deve esserci innanzitutto il carattere, poi il gioco è una conseguenza. Una squadra che si deve salvare senza carattere è come mandare i militari in guerra senza armi. È vero che il paragone è un po' forte, però questo si è visto in campo. Sono rimasto fortemente deluso, anche perché gli andriesi, e io sono sempre più convinto che questo sia un gemellaggio finto, ci hanno preso per i fondelli per tutta la partita».
»Io credo che l'unico attaccante di razza nel Barletta al momento sia La Mantia, e l'unico in grado di cambiare passo lì davanti è Simoncelli. Simoncelli però sta disputando solo 10-15 minuti a gara: non è certamente il salvatore della patria, ma credo che potrebbe dare una grossa mano qualora venisse schierato dall'inizio, soprattutto nelle partite casalinghe dove le squadre si chiudono e ripartono. Queste sono scelte che spettano all'allenatore, Novelli prima e Stringara poi. Escludere però La Mantia, l'unico attaccante che finora ha fatto la differenza, la dice lunga sulla mancanza di idee chiare. Ora mi auguro che questa sconfitta faccia fare un passo indietro a chi "comanda" su determinate scelte e che da domenica prossima possiamo vedere una squadra innanzitutto più agguerrita, che non sia quella di domenica. Ormai dobbiamo sperare che quanto prima ci sia un cambio di rotta, perché così non si va molto lontani. Forse non serviva cambiare allenatore: prima c'era una scelta societaria di arrivare a gennaio con questo gruppo, ora, cambiato il mister, si vuole intervenire sul mercato degli svincolati. Credo che a questo punto che le responsabilità non siano tutte di Novelli, e non capisco perché a Novelli sono stati dati innesti mentre ora si parla di queste voci. Siamo partiti con una squadra super-offensiva, il 4-3-3 che faceva sognare tutti, e ci siamo ritrovati contro l'Andria con 5 difensori e una squadra super-difensiva. Alla fine la verità è che le idee sono poco chiare in questo momento».
«Ci deve essere un cambio di rotta dal punto di vista caratteriale: contro l'Andria c'erano tutti i presupposti per una prova gagliarda, dove bisognava trascinare il pubblico e non c'è stata dopo un cambio d'allenatore e nonostante una temperatura ideale per giocare a calcio e una cornice di pubblico che faceva invidia a categorie più alte. A questo punto ci affidiamo all'esperienza di Stringara: su uno dei campi più difficili dal punto di vista ambientale, speriamo di portare a casa la prima e tanto sospirata vittoria. Ma bisogna cambiare rotta in tutti i sensi perché, lo dico da tifoso, non meritiamo tutto questo, dopo che l'anno scorso a lungo si era sognata la serie B. Chi deve fare qualcosa penso che una mano alla coscienza se la metta per fare qualcosa di importante per i colori biancorossi».
Savino Daleno