
Calcio
Il Barletta, Di Cosola e quell'interesse di ritorno
Nel presente societario subentrano le parole del figlio dell'ex presidente biancorosso
Barletta - mercoledì 7 gennaio 2015
18.11
«Il mio interesse e quello del mio gruppo per prendere il Barletta non è mai calato, posso solo aggiungere che qualora ci fossero le condizioni, non mi tirerò indietro. E' evidente che sono situazioni che devono essere analizzate con carte alla mano. Qualora ci fossero le condizioni, io e il mio gruppo, saremo interessati solo al totale rilevamento della società e non di affiancare l'attuale dirigenza». Entra sul presente e sul futuro societario in casa Barletta Calcio Pasquale Di Cosola, già interessato all'acquisizione delle quote societarie per il post-Tatò in primavera: il figlio del compianto Franco con cui il Barletta raggiunse la serie B 28 anni fa non ha mai nascosto il desiderio di arrivare a capo del sodalizio biancorosso, e le sue parole arrivano in un momento in cui qualche dubbio si è addensato sulla società del presidente Giuseppe Perpignano per la querelle-stipendi di ottobre.
Di Cosola espone le sue intenzioni: «Se dovessi riuscire a realizzare quello che per me è un sogno, posso solo dire ai miei concittadini che farò di tutto per far si che il Barletta possa essere quello che mio padre ha fatto conoscere in tutta Italia, intervenendo sul Settore giovanile, infrastrutture, organizzazione. Sono un barlettano, mi chiamo Di Cosola, ho famiglia a Barletta e sono tifoso da trent'anni di questa squadra. Ci metterei i soldi e la faccia. Può bastare?» Al momento il Barletta non è però ufficialmente in vendita, e Perpignano nella conferenza del 3 gennaio ha garantito di poter portare avanti un progetto «sano»-come dall'imprenditore genovese spiegato-da solo, dopo aver pagato 600mila euro per la fideiussione e 250mila euro per le quote societarie. «Al momento io e il signor Perpignano non ci siamo mai incontrati-precisa Di Cosola-Qualora ci fosse l'occasione per farlo discuteremo anche di questo, ma francamente, non mi sembra che il presidente abbia intenzione di lasciare la società, ma soltanto, eventualmente, di trovare persone che lo affiancherebbero nella gestione societaria».
Di Cosola ha spiegato anche di aver incontrato già il Barletta Club "I Biancorossi" e chiede trasparenza: «Qualora dovessi trattare il Barletta, sono pronto a svolgere la trattativa alla luce del sole, con la presenza di rappresentanza di tifosi e della stampa. Il Barletta Club può confermare che è stato presente lo scorso anno quando ho incontrato Tatò e anche davanti a loro ho ribadito le mie intenzioni». Intenzioni che risultano chiare: Di Cosola si dice disposto a una eventuale trattativa in tempi brevi e solo «per il rilevamento totale della società», escludendo de facto un ingresso in quota. A restare nell'ombra, al momento, sono i soci barlettani che sosterebbero Di Cosola: «Per discrezione non posso fare nomi, per adesso, sugli amici che ho al mio fianco-spiega lui-Qualora avrò la possibilità di prendere il Barletta dirò e diremo da chi è formata la cordata a cui appartengo». In soldoni, finchè le porte sono chiuse, non si va oltre con i particolari: se si tratterà di un sondaggio aperto o dell'apertura a possibili trattative, lo dirà il tempo. Al momento non parliamo di una società in vendita, e Barletta attende la data del 16 febbraio per capire se la querelle-stipendi si chiuderà con i due punti di penalità per il ritardo nel saldo di ottobre, come assicurato dal presidente Perpignano, o meno: sullo sfondo tanti attori si muovono, ma nessuno è allo show-down. Se il sipario si aprirà o meno, lo dirà il tempo.
(Twitter: @GuerraLuca88)
Di Cosola espone le sue intenzioni: «Se dovessi riuscire a realizzare quello che per me è un sogno, posso solo dire ai miei concittadini che farò di tutto per far si che il Barletta possa essere quello che mio padre ha fatto conoscere in tutta Italia, intervenendo sul Settore giovanile, infrastrutture, organizzazione. Sono un barlettano, mi chiamo Di Cosola, ho famiglia a Barletta e sono tifoso da trent'anni di questa squadra. Ci metterei i soldi e la faccia. Può bastare?» Al momento il Barletta non è però ufficialmente in vendita, e Perpignano nella conferenza del 3 gennaio ha garantito di poter portare avanti un progetto «sano»-come dall'imprenditore genovese spiegato-da solo, dopo aver pagato 600mila euro per la fideiussione e 250mila euro per le quote societarie. «Al momento io e il signor Perpignano non ci siamo mai incontrati-precisa Di Cosola-Qualora ci fosse l'occasione per farlo discuteremo anche di questo, ma francamente, non mi sembra che il presidente abbia intenzione di lasciare la società, ma soltanto, eventualmente, di trovare persone che lo affiancherebbero nella gestione societaria».
Di Cosola ha spiegato anche di aver incontrato già il Barletta Club "I Biancorossi" e chiede trasparenza: «Qualora dovessi trattare il Barletta, sono pronto a svolgere la trattativa alla luce del sole, con la presenza di rappresentanza di tifosi e della stampa. Il Barletta Club può confermare che è stato presente lo scorso anno quando ho incontrato Tatò e anche davanti a loro ho ribadito le mie intenzioni». Intenzioni che risultano chiare: Di Cosola si dice disposto a una eventuale trattativa in tempi brevi e solo «per il rilevamento totale della società», escludendo de facto un ingresso in quota. A restare nell'ombra, al momento, sono i soci barlettani che sosterebbero Di Cosola: «Per discrezione non posso fare nomi, per adesso, sugli amici che ho al mio fianco-spiega lui-Qualora avrò la possibilità di prendere il Barletta dirò e diremo da chi è formata la cordata a cui appartengo». In soldoni, finchè le porte sono chiuse, non si va oltre con i particolari: se si tratterà di un sondaggio aperto o dell'apertura a possibili trattative, lo dirà il tempo. Al momento non parliamo di una società in vendita, e Barletta attende la data del 16 febbraio per capire se la querelle-stipendi si chiuderà con i due punti di penalità per il ritardo nel saldo di ottobre, come assicurato dal presidente Perpignano, o meno: sullo sfondo tanti attori si muovono, ma nessuno è allo show-down. Se il sipario si aprirà o meno, lo dirà il tempo.
(Twitter: @GuerraLuca88)
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