Giro d'Italia 2013, le voci dei protagonisti
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Giro d'Italia 2013, le voci dei protagonisti

Gianni Savio e Ruggiero Torraco ai microfoni di Barlettalife

Una giornata di sport e di festa, quella di ieri, per tutto il territorio della Bat. Il passaggio della carovana del Giro d'Italia ha portato davvero un entusiasmo contagioso. «Tutto perfetto, al 100%». Queste le parole, al termine della 6° tappa Mola di Bari-Margherita di Savoia, del vincitore Mark Cavendish, il più forte velocista al mondo, che all'arrivo, nello sprint finale ha ottenuto la sua seconda vittoria al Giro 2013, davanti a Elia Viviani, Matthew Goss, Nacer Bohuanni, Mattia Gavazzi, Manuel Belletti. Abbiamo intervistato, al termine della corsa, Gianni Savio, Team Manager dell'Androni Giocattoli-Venezuela, la squadra di Gavazzi e del campione italiano in carica, Franco Pellizzotti. Con Ruggiero Torraco, organizzatore della tappa, abbiamo poi tracciato un bilancio finale di questo evento. Una giornata certamente da ricordare e da ripetere.

Gianni Savio, per Mattia Gavazzi è stato un 5° posto. Lo rivedremo ora alla 12° tappa, a Treviso?
«Si, sicuramente lo rivedremo a Treviso. Non ha avuto fortuna in questo giro Mattia Gavazzi. E' stato protagonista, così come tutta la nostra squadra. A Napoli veramente si sperava e si pensava nell'affermazione del nostro velocista, anche per poter indossare la maglia rosa. Con tutto il rispetto e la stima che abbiamo per Mark Cavendish, sicuramente il miglior velocista al mondo, Gavazzi a Napoli è caduto, e oggi (ieri ndr) praticamente è rimasto solo nel finale, in quanto i due corridori che avrebbero dovuto fare da apripista per lui, Giairo Ermeti e Fabio Felline, sono rimasti entrambi coinvolti nella caduta nel circuito finale, e sono quindi rientrati nel gruppo, ma non hanno però potuto aiutarlo. Ho visto la volata di Gavazzi: ha avuto una progressione incredibile. Gli faccio i complimenti perché è riuscito da solo a recuperare fino ad arrivare ad ottenere un quinto posto che comunque nel Giro d'Italia è un buon risultato».

Siamo solo all'inizio del giro, ma già tante sono le cadute. Sarà una variabile che potrà determinare esiti imprevisti in corsa?
«Per la classifica finale direi che al momento le cadute non hanno creato quei distacchi importanti, che ci saranno poi nelle tappe di montagna. Io vedo ovviamente un antagonismo tra Bradley Wiggins e Vincenzo Nibali, con Ryder Hesjedal che ha comunque dimostrato di essere in buona condizione, e forse poi con un altro outsider. Nessuno pensava lo scorso anno che Heysedal potesse vincere il giro, e invece l'ha vinto. Ma credo che quest'anno sia diverso perché, con due campioni come Wiggins e Nibali, la lotta credo sia più circoscritta».

Dove vedremo nelle prossime tappe il campione italiano Franco Pellizzotti?
«Lui attualmente occupa il 24° posto, ha corso bene, sempre nelle prime posizioni del gruppo. Ci saranno naturalmente le tappe di montagna dove sarà protagonista. L'obiettivo nostro è (non dimentichiamo che siamo una squadra Professional, con un budget assolutamente inferiore a tutti gli altri squadroni Pro-Tour): Franco Pellizzotti, nostro leader, nei top ten. E poi speriamo in un successo di tappa, con un occhio di riguardo anche per un giovane che ho lanciato professionista quest'anno, si chiama Diego Rosa, e con lui contiamo di poter ottenere un buon posto nella classifica dei giovani».

E' stata l'ultima tappa del Giro 2013 nel Sud-Italia. Un bilancio di questa permanenza, in particolare in Puglia, e nella Bat.
«A me la Puglia è sempre piaciuta. Ho bellissimi ricordi del Giro di Puglia, una bella corsa alla quale partecipavo sempre con grande piacere. Purtroppo è una corsa che è scomparsa, come altre corse (Settimana siciliana, Giro di Campania). Sotto questo profilo purtroppo il Sud è penalizzato, ed è un controsenso. Perché oggi (ieri ndr) abbiamo incontrato tantissima gente, è stata spettacolare l'affluenza di pubblico sulle strade. Un grande calore umano. Meriterebbe certamente di poter avere più corse. Per fortuna, ho sentito che, il prossimo anno, il Giro d'Italia, che partirà dall'Irlanda, al rientro in Italia, riparta proprio dal Sud. E' giusto, faccio i complimenti anche agli organizzatori, perché qui troviamo il vero calore umano».

Ruggiero Torraco, un bilancio finale di questa bellissima giornata.
«Una soddisfazione enorme, uno spettacolo come l'avevo immaginato. Credo veramente che questa sia la svolta per Margherita e per tutto il territorio della Bat. La tappa infatti ne ha attraversato quasi tutti i comuni. Come ho detto nelle riunioni convocate dal Prefetto, questo è un evento che ogni uno-due anni deve essere portato nel nostro territorio, perché veramente porta tutta una serie di cambiamenti, anche nel modo di pensare. Questa organizzazione, che c'è da 103 anni, ci insegna cosa vuol dire la collaborazione, avere una responsabilità, e rispettare i tempi. Vedere tutta quella gente così contenta, sono emozioni che quando le vivi non le dimentichi più. Io l'ho fatto mettendo in discussione tutto, e mettendoci veramente l'anima. La soddisfazione ti ricompensa di tutta la sofferenza per arrivare all'obiettivo».

Per la Bat e per la Puglia sarebbe importante recuperare manifestazioni ciclistiche, come il Giro della Puglia?
«Mi hai anticipato perché, l'ultima volta che sono stato nella sede di Rcs, ho detto proprio questa cosa: voglio organizzare di nuovo il Giro di Puglia. Non solo per il fatto che è il ciclismo, ma perché c'è la loro organizzazione alle spalle. E si porta veramente un cambiamento di mentalità. Quando sono stato a Milano, il prof. Ruta, docente della Bocconi, ha spiegato proprio gli impatti che ha il Giro d'Italia sul territorio, e che la parola impatto non viene utilizzata al caso. Io infatti ho dovuto lottare per rompere dei muri. Sono convinto che gli effetti del Giro d'Italia non si sentiranno solo quest'anno, ma anzi maggiormente nei prossimi anni. Oggi ci hanno visto 774 milioni di persone. Se ci fosse stata un po' più di collaborazione, e avessimo ragionato tutti con lo stesso obiettivo, chissà. Perché alla fine il risultato poi, rimane a tutti».

Gli organizzatori si sono mostrati aperti a questa linea?
«Non solo si sono mostrati aperti, ma mi hanno dato una grossa mano perché hanno capito la situazione in cui si trovava il Comune di Margherita».

«120mila euro è costata l'organizzazione, più le spese extra, tra cui la sistemazione della città. Io dissi la prima volta: siamo in 12mila (gli abitanti di Margherita ndr), sono 10 euro a testa. Questo è il modo con cui dobbiamo ricominciare a ragionare, il modo con cui ragionavano i nostri nonni. Abbiamo perso i valori, e il ciclismo è stato sempre lo sport che ha insegnato i valori, perché quando si cade, non ci si può fermare, ma ci si deve rialzare - ha concluso Torraco - Questo ti porta veramente a pensare in maniera diversa, a cercare la collaborazione e i collaboratori giusti».
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