Calcio
Gallipoli-Barletta 1-0: toccato il fondo, ora c’è solo da scavare
La classifica ora si fa preoccupante, le prestazioni della squadra ancora di più…
Barletta - lunedì 22 gennaio 2024
È bastato un bel gol di Miggiano su corta respinta della difesa barlettana per dare al Gallipoli una vittoria a conti fatti più agevole che meritata contro un Barletta che, per quanto messo in mostra al campo sportivo comunale di Ugento, non è eccessivo definire imbarazzante per qualità e proposta di gioco.
Sotto di un gol e con due dei tre centrali ammoniti dopo neanche venti minuti di gioco; errori tecnici e di misura come non ci fosse un domani; giocatori scarichi (Schelotto), quasi demotivati (Diaz), con il povero Lamonica lì, solo e abbandonato, facile preda dei famelici difensori salentini; non uno straccio di schema, non una trama decente, ma solo e soltanto patetici traversoni finiti sistematicamente tra i guanti immacolati del portiere gallipolino Dima, la cui unica doppia e difficile parata è arrivata, udite udite, al minuto ottantacinque.
Questo, signori, è stato il Barletta visto all'opera in quel di Ugento in una serena e ventosa domenica salentina di metà gennaio 2024. Una squadra, se così si può ancora definire, senza né capo né coda, quasi che i giocatori che di qui a fine stagione indosseranno la maglia biancorossa non vedano l'ora che arrivi domenica 5 maggio per salutare una volta per sempre il Barletta, i suoi tifosi, i suoi presidenti (onorari, effettivi, aspiranti, acquirenti, presunti tali ecc.). E se fino a qualche settimana fa c'era l'attenuante di una situazione extra campo a dir poco esplosiva, dinanzi a prestazioni indecenti come quella contro il Gallipoli non c'è alibi o contestazione che tenga.
Perché é inconcepibile per questo Barletta fare il primo e unico tiro in porta a cinque minuti dal novantesimo in casa dell'ultima in classifica (che di questo passo resterà tale ancora per poco…), con le dita del portiere Dima che di sicuro hanno conosciuto manicure ben più impegnative dell'attuale reparto offensivo barlettano.
Così come non è possibile trasformare l'attaccante spagnolo del Gallipoli Dani Munoz - che è bravo, ma resta pur sempre Munoz - in una sorta di Iniesta della costa ionico-salentina.
Con l'imbarazzante prestazione di Ugento il Barletta edizione 2023/2024, che a nostro modestissimo avviso resta sulla carta (e per ora solo su quella) squadra tutt'altro che da quint'ultimo posto, sembra davvero aver toccato il fondo, e a questo punto sta ai giocatori decidere se tirare fuori pale e picconi e cominciare a scavare, o tirare fuori gli attributi allo scopo di evitare di rendersi correi dell'incredibile trasformazione in meno di un anno dell'ASD Barletta 1922 da squadra di Serie D con picchi di eccellenza, a squadra di Eccellenza e basta.
Sotto di un gol e con due dei tre centrali ammoniti dopo neanche venti minuti di gioco; errori tecnici e di misura come non ci fosse un domani; giocatori scarichi (Schelotto), quasi demotivati (Diaz), con il povero Lamonica lì, solo e abbandonato, facile preda dei famelici difensori salentini; non uno straccio di schema, non una trama decente, ma solo e soltanto patetici traversoni finiti sistematicamente tra i guanti immacolati del portiere gallipolino Dima, la cui unica doppia e difficile parata è arrivata, udite udite, al minuto ottantacinque.
Questo, signori, è stato il Barletta visto all'opera in quel di Ugento in una serena e ventosa domenica salentina di metà gennaio 2024. Una squadra, se così si può ancora definire, senza né capo né coda, quasi che i giocatori che di qui a fine stagione indosseranno la maglia biancorossa non vedano l'ora che arrivi domenica 5 maggio per salutare una volta per sempre il Barletta, i suoi tifosi, i suoi presidenti (onorari, effettivi, aspiranti, acquirenti, presunti tali ecc.). E se fino a qualche settimana fa c'era l'attenuante di una situazione extra campo a dir poco esplosiva, dinanzi a prestazioni indecenti come quella contro il Gallipoli non c'è alibi o contestazione che tenga.
Perché é inconcepibile per questo Barletta fare il primo e unico tiro in porta a cinque minuti dal novantesimo in casa dell'ultima in classifica (che di questo passo resterà tale ancora per poco…), con le dita del portiere Dima che di sicuro hanno conosciuto manicure ben più impegnative dell'attuale reparto offensivo barlettano.
Così come non è possibile trasformare l'attaccante spagnolo del Gallipoli Dani Munoz - che è bravo, ma resta pur sempre Munoz - in una sorta di Iniesta della costa ionico-salentina.
Con l'imbarazzante prestazione di Ugento il Barletta edizione 2023/2024, che a nostro modestissimo avviso resta sulla carta (e per ora solo su quella) squadra tutt'altro che da quint'ultimo posto, sembra davvero aver toccato il fondo, e a questo punto sta ai giocatori decidere se tirare fuori pale e picconi e cominciare a scavare, o tirare fuori gli attributi allo scopo di evitare di rendersi correi dell'incredibile trasformazione in meno di un anno dell'ASD Barletta 1922 da squadra di Serie D con picchi di eccellenza, a squadra di Eccellenza e basta.