Cosimo Pistillo
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Calcio

"Forever young", intervista a Cosimo Pistillo

Le parole e gli obiettivi del responsabile del settore giovanile biancorosso

L'educazione, la concretezza e lo stile non si comprano, sono doti che si hanno in sé. Cosimo Pistillo, a Barletta meglio conosciuto come Mimmo ne è l'esempio: il dirigente del settore giovanile biancorosso condensa nella sua figura umiltà e polso nelle decisioni, prese e da prendere. Prolifico centravanti di buon livello per la serie C degli anni '80 (molti lo ricorderanno in maglia biancorossa), ottimo collaboratore di società pro come Bari e Albinoleffe nel recente passato, da quasi un anno alla guida del settore giovanile, la sua figura è stata anche messa talvolta in discussione, ma ora i babies biancorossi cominciano a compiere i primi passi in avanti nel progetto che riguarda il settore giovanile della squadra di patron Tatò, per la soddisfazione del diretto interessato e dell'ambiente. Ai nostri microfoni, nella afosa mattinata di ieri, Pistillo si è confidato rilasciando la prima intervista da quando è alla guida del settore giovanile del Barletta. Un "esordio" brillante, una dichiarazione d'amore per il calcio giocato dai ragazzini, un colloquio cordiale che ha offerto diversi spunti degni di riflessione:


1)Per una società ambiziosa come il Barletta è necessario anche un grande settore giovanile. Che investimenti prevedete per la prossima stagione?

«Innanzitutto permettimi di ringraziarti per questa intervista, è la prima che rilascio, e sono contento che sia tu a intervistarmi visto che ci conosciamo da anni e ti ho allenato nella scuola calcio "Spirito Santo". Sono passati diversi anni e sono contentissimo di rivederti. Ritornando alla domanda, c'è stato un incontro con il ds Castagnini, non sappiamo ancora il budget che avremo a disposizione, però posso dire che il presidente Tatò tiene molto al settore giovanile; una volta conosciuto il budget, ci attiveremo per rinforzare la squadra ».

2)Quanto è utile proprio l'arrivo di Renzo Castagnini, ex-responsabile del settore giovanile della Juventus, per contribuire alla gestione del vivaio biancorosso?
«Per me è molto importante; è un professionista di provata esperienza, dal quale posso imparare tanto. Non dimentichiamo che quest'anno ho avuto la possibilità di fare il responsabile del settore giovanile nella mia città, il che è un onore concessomi dal presidente Tatò e grazie alla fiducia del dg Giuseppe Falcone. Da Castagnini ho tanto da imparare: viene dal settore giovanile della Juventus, che ha sfornato tanti grandi giocatori. C'è collaborazione, confronto, al momento delle scelte, in accordo con Renzo, lavoreremo sulla qualità. Per allestire un buon settore giovanile ci vogliono dai 3 ai 5 anni: per fare un buon vivaio lavoreremo sul territorio, non dimentichiamo che da Bari a Foggia abbiamo un bacino d'utenza di 400.000 persone, e che Barletta ha una buona tradizione nel vivaio ».

3)Avete intenzione di integrare qualche giovane nella rosa della prima squadra di questa stagione?
«Di questo bisogna parlare con il Direttore Sportivo. Posso dire che a fine anno 15 degli "Allievi" nazionali e 4 calciatori della "Berretti" si sono allenati con la prima squadra. E' possibile che qualcuno tra loro vada in ritiro, anche se bisogna attendere la composizione dell'organico della prima squadra. Castagnini ha sempre posto grande attenzione al settore giovanile del Barletta ».

4)Questione-stadio. Le giovanili hanno spazi adeguati entro i quali allenarsi?

«Questo è un problema che riguarda soprattutto le strutture. Quest'anno avevamo a disposizione il "Manzi-Chiapulin" tre giorni a settimana, oltre al retro-tribuna sempre disponibile e ai due turni settimanali al "Simeone". Spesso abbiamo ceduto il passo alla prima squadra, che per preservare le condizioni del terreno del "Puttilli", in particolare in inverno, usava il "Manzi-Chiapulin". Per me un punto fermo per un buon settore giovanile è l'allestimento di una struttura concessa solo al settore giovanile. Questo è l'auspicio ».

5)Le ultime voci parlano dell'addio di mister Dell'Oglio e dell'insediamento di Deflorio…Quanta verità c'è?

«Bisogna ringraziare mister Dell'Oglio per il lavoro fatto quest'anno. Quando mi sono insediato (4 luglio 2010, ndr) non trovavo giusto smobilitare le formazioni già presenti, tantomeno Dell'Oglio, conoscendo la risicata disponibilità economica, ha avanzato richieste sul piano tecnico. Abbiamo dato spazio a coloro che nella stagione 2009/2010 avevano giocato tra "Allievi nazionali" e "Berretti". Quest'anno vogliamo dare continuità al lavoro fatto da Deflorio con i classe '94 nella scorsa stagione, con questo senza perdere di vista l'importanza dei classe '93, solo per questo mister Dell'Oglio non sarà più il tecnico della "Berretti". Gli sono state fatte proposte alternative che lui non ha accettato, ma le nostre strade si sono separate con la massima stima reciproca ».

6)Avete confermato solo 6 giocatori della rosa della "Berretti" dello scorso anno. In base a quali criteri?
«Ci siamo dapprima parlati con il tecnico, al quale do massima fiducia, ho seguito tutte le partite e tutti gli allenamenti e la scelta è arrivata perché vedendo i '94 che abbiamo, riteniamo di poter puntare forte su di loro. A loro saranno associati 6-7 ragazzi classe '93. Il nostro obiettivo è riuscire a portare qualcuno di loro in prima squadra, però i ragazzi devono tener presente che per loro il calcio è un divertimento, prima di tutto viene la scuola. Ai ragazzi che non abbiamo confermato abbiamo dato modo di "andare a divertirsi" in qualche altra squadra; abbiamo agito con la massima trasparenza e la massima buona fede ».

7)Quali sono le linee guida tracciate insieme alla Società
?
«Come ho detto nello scorso settembre, quando mi sono insediato, la linea guida è per il ringiovanimento: per il '94 si può fare un discorso sui 3 anni, mentre il '93 l'anno prossimo va sotto contratto. Comunque, a prescindere dall'età, sarà il campo a premiare le loro prestazioni ».

8)In particolare cosa ti ha convinto ad accettare un incarico che si pone come una sfida, con le sue difficoltà ma anche con la possibilità di essere gratificante?
«Ho sempre detto al presidente di avere il desiderio di ricoprire questo ruolo nella mia città: ovviamente, come quando giocavo, nella tua città hai maggiori pressioni e maggiori attenzioni da parte della critica. Per me è stato sempre un sogno dare qualcosa ai ragazzi: sono loro al primo posto nel settore giovanile, non il dirigente o l'allenatore. Il mio sogno è replicare, come accadeva quando giocavo io, l'arrivo di ragazzi giovani e "fatti in casa" nella Prima Squadra. La soddisfazione principale è forgiare giovani uomini prima che calciatori. Per i ragazzi deve tornare ad essere una grande soddisfazione vestire la maglia della squadra della propria città ».

9) I ragazzi vanno dunque anche educati. Quando scegli un allenatore per il settore giovanile che caratteristiche deve avere?

«All'etica va accompagnata certamente la professionalità. Con questo apro una parentesi per dire che l'azzeramento di responsabili e allenatori nel settore giovanile durante la scorsa stagione è stata una scelta di competenza della società. Colgo l'occasione anche per ringraziare il mio predecessore che ha fatto un buon lavoro. Lo scorso anno è stato di transizione, quest'anno inizierò a lavorare a 360 gradi sul programma riservato al settore giovanile del Barletta Calcio. Voglio porre in evidenza la necessità a Barletta del ritorno in voga dell'idea che cedere un ragazzo al Barletta da parte di una scuola calcio dev'essere un onore e un passo avanti per il ragazzo. Qui torniamo alla necessità di avere allenatori preparati a fare anche da educatori: quando compio una scelta capisco che stare con i ragazzi non è facile, perciò scelgo allenatori giovani ma con tanta esperienza derivante dalla gavetta. Mi interessa più che sia una persona per bene che non che indovini tutte le tattiche durante la partita ».

10)Quanta pressione c'è da parte dei genitori sui ragazzi?
«Questa è una bella domanda. La settimana scorsa sono stato a Montepulciano a vedere le finali-scudetto di "Allievi" e "Giovanissimi" nazionali. Le partite erano Milan-Empoli e Napoli-Fiorentina, settori giovanili con una storia trentennale. Mi ha sconvolto vedere sugli spalti mamme vestite con le maglie del club, urlare e fare analisi tecniche sulle partite. Questo è un clima esasperato per le giovanili. Io credo che un genitore debba essere contento già per l'aver affidato i figli a una società seria, con maestri di vita nel ruolo di allenatori; la cosa importante è che i ragazzi compiano il percorso con la massima serenità, senza pressioni. Sovente vedo genitori rimproverare i figli dopo la partita, così siamo fuori binario! »

11) Lei che rapporto ha con i genitori dei ragazzini tesserati per il Barletta Calcio?

«Ho fatto riunioni con loro, spiegando che devono essere contenti di dare i propri figli a una società che segue il ragazzo in maniera capillare: talvolta c'è più pressione da parte dei genitori che dei figli. A noi non interessa vincere i campionati, interessa più insegnare a questi ragazzi come si gioca a calcio, come si vive in un ambiente professionistico e come si vive. Il nostro vero traguardo deve essere portare ragazzi in Prima Squadra, sul piano tecnico è questa la vera vittoria. Lo scorso anno abbiamo disputato 4 campionati dando a tutti la possibilità di giocare. Questo non è da tutti; torno a ripetere che i genitori devono collaborare con noi, altrimenti il nostro lavoro raddoppia e diventa più duro curare i loro figli bene. Questa non è una scuola calcio, ma una società professionistica come ve ne sono poche in giro in Lega Pro, dove si fa un lavoro di selezione e si insegna il gioco del calcio più che badare al mero risultato. Non ci interessa solo la crescita fisica del ragazzo, ma in particolare quella psichica e tecnica ».

12)Quanta attenzione c'è da parte della tifoseria nei confronti delle giovanili biancorosse?

«In particolare nei primi tempi, le partite erano seguite, specialmente quelle degli "Allievi Nazionali", da parte di addetti ai lavori, osservatori, procuratori e tifosi, forse aiutata dalla buona partenza della squadra che si misurava contro settori giovanili di squadre di serie A. Era quasi un appuntamento fisso, i ragazzi giocavano molto bene e il clima interno era molto sereno. Nel momento in cui stavamo compiendo il "famoso" salto di qualità, inconsciamente nei ragazzi è poi subentrata un po'di pressione ».

13)Che puoi dirci su Cilli, Palmitessa e Caputo, tre babies biancorossi? Hanno sostenuto di recente uno stage con il Siena. In che rapporti siete rimasti con la società toscana?

«Sono tre bravi ragazzi di prospettiva che ovviamente, giocando negli "Allievi nazionali" si sono messi in mostra e per loro si sono mosse altre società di A e B. Di concerto con Castagnini, abbiamo pensato che è meglio che crescano qui per magari poi lanciarli in prima squadra. Li abbiamo mandati a Siena, visti gli ottimi rapporti del direttore sportivo con i toscani, e nello stage hanno offerto un'ottima impressione, e hanno visto un'altra realtà, di serie A. Se questi 3 ragazzi hanno potuto fare questa esperienza, devono ringraziare il gruppo: è il collettivo che esalta il singolo. Approfondendo sui 3 ragazzi, Cilli è un portiere '95 e gioca con ragazzi più grandi di un anno: è stato anche visionato da Leccese, osservatore dell'Under 17. Il ragazzo è contentissimo di restare a Barletta, come anche Palmitessa e Caputo, giocatori con buoni margini di miglioramento. Diciamo che il mio sogno è che fra 3-4 anni la maggior parte dei ragazzi del settore giovanile possano ambire alla prima squadra, il che coronerebbe il nostro lavoro, ma solo col tempo potremo tirare conclusioni adeguate. Sono certo che da qui a 5 anni il Barletta tirerà fuori giocatori importanti dalle proprie giovanili ».

14)Domani pomeriggio (oggi per chi legge, ndr) sosterrete uno stage presso i campi di gioco in via Rossini. E' ancora possibile "scovare" giovani talenti per strada? E' ancora lì l'essenza del calcio?

«Noi dobbiamo lavorare sulle fasce d'età più giovani, laddove i ragazzi non sono ancora conosciuti; però quando ci capita di chiedere un ragazzo a delle scuole calcio., a volte ci vengono chieste cifre esorbitanti, anche 5-600 euro per il cartellino, prezzi non sostenibili per il Barletta. E' sulle fasce dal '96 al '99 che si concentra il nostro lavoro di ricerca ora, il che sarà ancora più facile quando avremo degli spazi dedicati interamente al settore giovanile. E' difficilissimo invece trovare talenti del '93 o del '94 non ancora conosciuti ».

15)Siamo al termine della nostra intervista. Un saluto ai lettori di Barlettalife e agli appassionati di calcio a Barletta, giovani e non...

«Saluto la vostra redazione, ti ringrazio nuovamente e saluto il vostro collega Enrico Gorgoglione, con il quale ho condiviso qui nel Barletta per qualche mese lo stesso ufficio; ai tifosi dico che il nostro progetto è ambizioso, confidiamo nel loro calore, anche verso i ragazzi più giovani in tutte le categorie dove giocheremo nella prossima stagione. Bisogna incoraggiare questi ragazzi e non criticarli, per loro è più importante crescere tecnicamente che il risultato. Comunque, sempre Forza Barletta! »

Un augurio universale, sul quale tanto i critici più accaniti quanto i più fervidi sostenitori dovranno convenire.

Si ringrazia Ruggiero Lamacchia per la preziosa collaborazione.



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