Calcio
Filo diretto con Rio: intervista ai fisioterapisti del Barletta Calcio
De Ruvo e Scommegna si confessano in esclusiva ai nostri microfoni
Barletta - giovedì 26 luglio 2012
18.31
C'è chi impunemente si ostina a chiamarli sanitari, ma davvero in pochi sono in grado di capire l'importanza che riveste la fisioterapia in una squadra di calcio. Anche Barletta ha i suoi "eroi" della medicina, uomini che lavorano nell'ombra per ristabilire quanto prima i calciatori infortunati, uomini che spesso non appaiono, ma i cui interventi spesso valgono più di un gol. In questo speciale contenitore dal ritiro di Rio di Pusteria, dove scalpitano i giovani calciatori del Barletta, abbiamo voluto intervistare i due fisioterapisti/massaggiatori del sodalizio di via Vittorio Veneto, il barlettano doc Giuseppe Scommegna e il terlizzese Tommaso De Ruvo, uno dei pochi fisioterapisti a poter vantare un fan club (vero o presunto che sia). All'inizio dell'intervista doppia con i due "uomini dalle mani d'oro", registriamo un breve e simpaticissimo siparietto tra Tommaso De Ruvo e Daniele Simoncelli, con il giovane attaccante biancorosso che "reclama" un trattamento migliore dal fisioterapista dopo aver passato 1 anno dei 3 a Barletta "malinconicamente" steso sul lettino del buon Tommaso per curarsi e ricevere fantomatici consigli di vita. Simoncelli incalza chiedendo al fisioterapista: "Tommaso, svelaci chi gestisce il tuo fan club?" e Tommaso con non-chalance risponde "Non so, lo gestirà qualche mio amico vero di Terlizzi. Sono più forte di quello che tu pensi". Daniele si allontana così sconsolato: "Dopo tre anni è questo quello che mi merito. Con un altro fisioterapista restavo 3 mesi in meno sul lettino, io sono stato più tempo con lui per le confidenze e questo è quello che mi merito".
Dopo il breve quanto simpatico siparietto che coinvolge Tommaso e Daniele SImoncelli, parte "ufficialmente" l'intervista doppia ai due fisioterapisti del Barletta Calcio. Ormai è partito da una settimana il ritiro del Barletta Calcio qui a Rio di Pusteria. Come vi state trovando con i ragazzi e con lo staff? Parlateci di questa intesa tra di voi che è nata l'anno scorso...
T: questo è il mio decimo ritiro, ormai sono sempre le stesse cose, sempre gli stessi infortuni, sempre le stesse patologie. L'importante sotto il piano lavorativo è avere fiducia nello staff e nei collaboratori. Fin quando c'è fiducia e si pensa tutti nella stessa direzione, sicuramente le cose vanno sempre bene.
G: a differenza di Tommaso, questo è il mio primo ritiro. Quindi c'è l'emozione iniziale di partire per questa nuova avventura al seguito di quella che è la squadra della mia città. Per il resto, il feeling lavorativo e collaborativo con lo staff tecnico finora sta andando alla grande. La penso esattamente come Tommaso: quando si rema tutti dalla stessa parte, le cose sono gestibilissimesotto qualsiasi punto di vista. Per quanto riguarda il rapporto con i ragazzi, è prettamente lavorativo, cerchiamo di gestire al meglio tutte le situazioni che si vengono a creare, le patologie tipiche da sovraccarico, niente di particolare sotto questo punto di vista.
Siete due ragazzi totalmente diversi per quanto riguarda l'esperienza nell'ambito della fisioterapia. Che emozioni si vivono qui a Rio, che aria si respira qui al ritiro? Vogliamo saperlo da voi che siete "interni". L'anno scorso si è partiti con una certa idea, quest'anno si è partiti a "fari spenti".
G: lascio a Tommaso questa risposta, perchè l'anno scorso io non c'ero.
T: è il primo anno che mi capita di lavorare con una squadra così giovane e con ambizioni molto alte dal punto di vista della prospettiva. Quando si è di fronte a giocatori esperti che hanno navigato anche in categorie superiori, anche il lavoro diventa difficile. Giocatori più esperti hanno persone di fiducia, hanno loro riferimenti: bisogna stare anche più attenti. Con i ragazzi, invece, si lavora meglio, perchè il ragazzo ha voglia, non ha quella furbizia che non è cattiveria, non ha quella diffidenza che può avere un giocatore esperto. Questa, ripeto, è la mia prima esperienza con una squadra ricca di giovani, l'impatto è positivo, vedremo più avanti come si evolvono le cose.
A proposito di connubi perfetti, questa estate è andato via il dottor De Prezzo, che era uno dei punti importanti del Barletta Calcio: voi ci avete lavorato anche in passato. Come è stato il saluto a Massimo? E come vivete il rapporto con il dottor Cosimo Piazzolla?
G: Ho avuto Piazzolla 4 anni fa al mio esordio con la Berretti. Ho apprezzato il suo lavoro, la sua serietà. L'ho ritrovato in prima squadra, grazie a lui e a Tommaso oggi sono qui. Al momento mi trovo benissimo. Per quel che riguarda il dottor De Prezzo ho avuto la fortuna di lavorare con lui gli ultimi mesi. Anche lui è una persona molto disponibile, molto brava dal punto di vista lavorativo, molto competente.
T: Il mio è un giudizio molto combattuto. Per fortuna ho conosciuto Massimo quando non ero neanche laureato. C'è con lui un rapporto viscerale. Questo sarebbe stato il settimo anno se lui fosse rimasto - la famosa crisi del settimo anno, come fa notare Giuseppe -. Quest'anno ci siamo divisi, lui ha fatto una scelta diversa. Mi sento solo di dire che Barletta ha perso una figura molto importante. Il calcio per fortuna è fatto di arrivederci, e non è deto che un giorno, vicino o lontano che sia, non ci rincontriamo. Il discorso è che il dottore penso che abbia dato molto, tantissimo a questa squadra, e penso che anche la società debba molto alla persona, all'uomo Massimo De Prezzo. Per quanto riguarda il dottor Piazzolla, ero suo amico prima che fosse medico sociale del Barletta Calcio. Abbiamo lo stesso obiettivo, quello di fare bene.
Parliamo un pò del "mercato dei fisioterapisti", confermiamo la voci che davano Tommaso vicino al Palermo? Coome avresti vissuto questa decisione? A Barletta hai pur sempre vissuto anni importanti della tua carriera...
T: Beh, sinceramente a me non dispiace essere rimasto al Barletta Calcio, anche perchè è una delle poche società serie rimaste in circolazione, dalla A alla C. Quindi è un onore essere rimasto qui. Data la rivoluzione tecnica, mi sento un privilegiato ad essere stato riconfermato dalla società (tra l'altro l'unico riconfermato dell'intero staff tecnico ndr). C'è stato qualche contatto, non solo con il Palermo. Con De Prezzo a Bari, potevo essere tranquillamente parte del progetto Bari Calcio. La cosa più bella è stata la sincerità verso la società, il Presidente Tatò si è impegnato al massimo, facendo anche una telefonata di troppo, ha fatto di tutto perchè io accettassi di rimanere a Barletta. Il Barletta non è assolutamente una riserva o una seconda scelta. Sono rimasto anche perchè credo nel progetto del Barletta, che ho sposato quando sono arrivato il primo anno. Ci sono grosse ambizioni qui. Anche se l'anno scorso è stato un pò particolare, quest'anno cercheremo di fare di più. Proveremo a prendere il massimo da ogni situazione. Quello che mi sento di dire è che, voci di mercato o no, io mi sento di essere un professionista. Qualsiasi società mi mette sotto contratto, io cerco di dare il 100%, indipendentemente dalle categorie, dagli anni e dai contratti. Credo che le cose più importanti siano la professionalità e il lavoro. Credo che se ognuno di noi faccia il proprio lavoro al 100%, i risultati si raggiungono, non subito, ma alla lunga verranno fuori.
Dando uno sguardo globale alla squadra, secondo te, Giuseppe, dove può arrivare questo Barletta dei giovani che Pavone e Novelli stanno costruendo così attentamente?
G: Da tifoso è un conto, da professionista facente parte della società è un altro. Il tifoso punta sempre in alto: qualsiasi sia il giocatore, al tifoso interessa il colore della maglia, il biancorosso. Da professionista che fa parte di questa equipe ti dico: siamo all'inizio della preparazione, vedo tanta voglia la parte dei ragazzi. Come diceva prima Tommaso, la squadra è molto giovane ed è un'incognita, a differenza di quando prendi tanti "volponi" della categoria, quando puoi dire: "Abbiamo buoni obiettivi". Invece, con questi ragazzi, e io sono abituato a lavorare con i ragazzi provenendo dalla Berretti, possiamo dire di avere una Berretti-Primavera di qualità. Non ci nascondiamo, questi ragazzi nonostante l'età hanno buone presenze e hanno tante qualità. L'auspicio è quello di fare sempre meglio. Io penso sempre positivo, secondo me si farà bene.
Faccio una domanda simpatica: chi corre più veloce?
G: Faccio rispondere Tommaso, perchè proprio 2 giorni fa mi stavano "sfottendo" a tavola su questo. Il mister e Nicola Di Leo mi dissero: "senti, avessi avuto qualche anno in meno, ti avremmo messo sulla fascia a correre" (ride ndr)
T: Secondo me dopo un paio d'anni mi stanno venendo le artrosi (tutti ridono all'affermazione di Tommaso ndr).
Chi ha più fans tra il pubblico femminile?
G: Tommaso, sicuro!
T: No, no, lui sicuro. Lui c'ha il capello brizzolato (alla George Clooney).
G: Eh, magari! Io una ne voglio, ma non mi calcola proprio...
Chiudiamo con i saluti ai lettori di Barlettalife che sicuramente vi hanno apprezzato durante la scorsa stagione e continueranno ad apprezzarvi durante questa annata che sembra un'incognita ma potrebbe anche essere ricca di emozioni.
T: Mi auguro che quest'anno il Barletta possa raggiungere gli obiettivi sperati, che i tifosi ci stiano vicini e che la città possa finalmente gioire dopo le sofferenze della scorsa stagione. Ringrazio tutti e arrivederci.
G: Io da barlettano non posso che salutarvi con il nostro inno: Barlett c si bell quenn chiov...!
Ogni commento risulta ora superfluo, lasciamo così andare gli "uomini dalle mani d'oro" ai loro preziosi arnesi...
Dopo il breve quanto simpatico siparietto che coinvolge Tommaso e Daniele SImoncelli, parte "ufficialmente" l'intervista doppia ai due fisioterapisti del Barletta Calcio. Ormai è partito da una settimana il ritiro del Barletta Calcio qui a Rio di Pusteria. Come vi state trovando con i ragazzi e con lo staff? Parlateci di questa intesa tra di voi che è nata l'anno scorso...
T: questo è il mio decimo ritiro, ormai sono sempre le stesse cose, sempre gli stessi infortuni, sempre le stesse patologie. L'importante sotto il piano lavorativo è avere fiducia nello staff e nei collaboratori. Fin quando c'è fiducia e si pensa tutti nella stessa direzione, sicuramente le cose vanno sempre bene.
G: a differenza di Tommaso, questo è il mio primo ritiro. Quindi c'è l'emozione iniziale di partire per questa nuova avventura al seguito di quella che è la squadra della mia città. Per il resto, il feeling lavorativo e collaborativo con lo staff tecnico finora sta andando alla grande. La penso esattamente come Tommaso: quando si rema tutti dalla stessa parte, le cose sono gestibilissimesotto qualsiasi punto di vista. Per quanto riguarda il rapporto con i ragazzi, è prettamente lavorativo, cerchiamo di gestire al meglio tutte le situazioni che si vengono a creare, le patologie tipiche da sovraccarico, niente di particolare sotto questo punto di vista.
Siete due ragazzi totalmente diversi per quanto riguarda l'esperienza nell'ambito della fisioterapia. Che emozioni si vivono qui a Rio, che aria si respira qui al ritiro? Vogliamo saperlo da voi che siete "interni". L'anno scorso si è partiti con una certa idea, quest'anno si è partiti a "fari spenti".
G: lascio a Tommaso questa risposta, perchè l'anno scorso io non c'ero.
T: è il primo anno che mi capita di lavorare con una squadra così giovane e con ambizioni molto alte dal punto di vista della prospettiva. Quando si è di fronte a giocatori esperti che hanno navigato anche in categorie superiori, anche il lavoro diventa difficile. Giocatori più esperti hanno persone di fiducia, hanno loro riferimenti: bisogna stare anche più attenti. Con i ragazzi, invece, si lavora meglio, perchè il ragazzo ha voglia, non ha quella furbizia che non è cattiveria, non ha quella diffidenza che può avere un giocatore esperto. Questa, ripeto, è la mia prima esperienza con una squadra ricca di giovani, l'impatto è positivo, vedremo più avanti come si evolvono le cose.
A proposito di connubi perfetti, questa estate è andato via il dottor De Prezzo, che era uno dei punti importanti del Barletta Calcio: voi ci avete lavorato anche in passato. Come è stato il saluto a Massimo? E come vivete il rapporto con il dottor Cosimo Piazzolla?
G: Ho avuto Piazzolla 4 anni fa al mio esordio con la Berretti. Ho apprezzato il suo lavoro, la sua serietà. L'ho ritrovato in prima squadra, grazie a lui e a Tommaso oggi sono qui. Al momento mi trovo benissimo. Per quel che riguarda il dottor De Prezzo ho avuto la fortuna di lavorare con lui gli ultimi mesi. Anche lui è una persona molto disponibile, molto brava dal punto di vista lavorativo, molto competente.
T: Il mio è un giudizio molto combattuto. Per fortuna ho conosciuto Massimo quando non ero neanche laureato. C'è con lui un rapporto viscerale. Questo sarebbe stato il settimo anno se lui fosse rimasto - la famosa crisi del settimo anno, come fa notare Giuseppe -. Quest'anno ci siamo divisi, lui ha fatto una scelta diversa. Mi sento solo di dire che Barletta ha perso una figura molto importante. Il calcio per fortuna è fatto di arrivederci, e non è deto che un giorno, vicino o lontano che sia, non ci rincontriamo. Il discorso è che il dottore penso che abbia dato molto, tantissimo a questa squadra, e penso che anche la società debba molto alla persona, all'uomo Massimo De Prezzo. Per quanto riguarda il dottor Piazzolla, ero suo amico prima che fosse medico sociale del Barletta Calcio. Abbiamo lo stesso obiettivo, quello di fare bene.
Parliamo un pò del "mercato dei fisioterapisti", confermiamo la voci che davano Tommaso vicino al Palermo? Coome avresti vissuto questa decisione? A Barletta hai pur sempre vissuto anni importanti della tua carriera...
T: Beh, sinceramente a me non dispiace essere rimasto al Barletta Calcio, anche perchè è una delle poche società serie rimaste in circolazione, dalla A alla C. Quindi è un onore essere rimasto qui. Data la rivoluzione tecnica, mi sento un privilegiato ad essere stato riconfermato dalla società (tra l'altro l'unico riconfermato dell'intero staff tecnico ndr). C'è stato qualche contatto, non solo con il Palermo. Con De Prezzo a Bari, potevo essere tranquillamente parte del progetto Bari Calcio. La cosa più bella è stata la sincerità verso la società, il Presidente Tatò si è impegnato al massimo, facendo anche una telefonata di troppo, ha fatto di tutto perchè io accettassi di rimanere a Barletta. Il Barletta non è assolutamente una riserva o una seconda scelta. Sono rimasto anche perchè credo nel progetto del Barletta, che ho sposato quando sono arrivato il primo anno. Ci sono grosse ambizioni qui. Anche se l'anno scorso è stato un pò particolare, quest'anno cercheremo di fare di più. Proveremo a prendere il massimo da ogni situazione. Quello che mi sento di dire è che, voci di mercato o no, io mi sento di essere un professionista. Qualsiasi società mi mette sotto contratto, io cerco di dare il 100%, indipendentemente dalle categorie, dagli anni e dai contratti. Credo che le cose più importanti siano la professionalità e il lavoro. Credo che se ognuno di noi faccia il proprio lavoro al 100%, i risultati si raggiungono, non subito, ma alla lunga verranno fuori.
Dando uno sguardo globale alla squadra, secondo te, Giuseppe, dove può arrivare questo Barletta dei giovani che Pavone e Novelli stanno costruendo così attentamente?
G: Da tifoso è un conto, da professionista facente parte della società è un altro. Il tifoso punta sempre in alto: qualsiasi sia il giocatore, al tifoso interessa il colore della maglia, il biancorosso. Da professionista che fa parte di questa equipe ti dico: siamo all'inizio della preparazione, vedo tanta voglia la parte dei ragazzi. Come diceva prima Tommaso, la squadra è molto giovane ed è un'incognita, a differenza di quando prendi tanti "volponi" della categoria, quando puoi dire: "Abbiamo buoni obiettivi". Invece, con questi ragazzi, e io sono abituato a lavorare con i ragazzi provenendo dalla Berretti, possiamo dire di avere una Berretti-Primavera di qualità. Non ci nascondiamo, questi ragazzi nonostante l'età hanno buone presenze e hanno tante qualità. L'auspicio è quello di fare sempre meglio. Io penso sempre positivo, secondo me si farà bene.
Faccio una domanda simpatica: chi corre più veloce?
G: Faccio rispondere Tommaso, perchè proprio 2 giorni fa mi stavano "sfottendo" a tavola su questo. Il mister e Nicola Di Leo mi dissero: "senti, avessi avuto qualche anno in meno, ti avremmo messo sulla fascia a correre" (ride ndr)
T: Secondo me dopo un paio d'anni mi stanno venendo le artrosi (tutti ridono all'affermazione di Tommaso ndr).
Chi ha più fans tra il pubblico femminile?
G: Tommaso, sicuro!
T: No, no, lui sicuro. Lui c'ha il capello brizzolato (alla George Clooney).
G: Eh, magari! Io una ne voglio, ma non mi calcola proprio...
Chiudiamo con i saluti ai lettori di Barlettalife che sicuramente vi hanno apprezzato durante la scorsa stagione e continueranno ad apprezzarvi durante questa annata che sembra un'incognita ma potrebbe anche essere ricca di emozioni.
T: Mi auguro che quest'anno il Barletta possa raggiungere gli obiettivi sperati, che i tifosi ci stiano vicini e che la città possa finalmente gioire dopo le sofferenze della scorsa stagione. Ringrazio tutti e arrivederci.
G: Io da barlettano non posso che salutarvi con il nostro inno: Barlett c si bell quenn chiov...!
Ogni commento risulta ora superfluo, lasciamo così andare gli "uomini dalle mani d'oro" ai loro preziosi arnesi...