Calcio
Davide Cascella: «Programmazione nostro fiore all'occhiello, lavoriamo con entusiasmo»
La parola al nuovo direttore generale del Barletta calcio
Barletta - sabato 21 giugno 2014
1.00
Erano da poco passate le ore 20 del 19 giugno ed in un noto studio notarile del centro cittadino, terminava l'era di Roberto Tatò alla guida del Barletta calcio, con la sottoscrizione del passaggio di società che teneva a battessimo l'inizio della presidenza dell'imprenditore ligure Giuseppe Perpignano. Si è compiuto dunque il tanto sospirato passaggio definitivo del testimone, che permetterà al Barletta di partecipare al campionato di Lega Pro 2014-2015. Uno dei maggiori artefici di questa trattativa, è stato senza dubbio Davide Cascella, 38enne avvocato barlettano, braccio destro di Giuseppe Perpignano e nuovo direttore generale dell'S.S. Barletta calcio. All'indomani della felice conclusione della trattativa, abbiamo voluto rivolgergli alcune domande su quello che è il presente e su quello che sarà il futuro del nuovo Barletta targato Giuseppe Perpignano.
Direttore, come è nato il rapporto con Perpignano e l'idea di acquisire la maggioranza delle quote del Barletta calcio?
«Il mio rapporto con il presidente Perpignano è frutto di un incontro di lavoro trasformatosi poi in una amicizia duratura consolidatosi negli anni. L'idea della trattativa che poi ha portato all'acquisizione del Barletta è venuta fuori da una mia battuta dopo la sconfitta del Bogliasco contro la Lavagnese nei play-off del campionato di serie Al termine della partita gli ho chiesto: "Presidente perchè non compri il Barletta?" E di lì è nata l'idea della trattativa che poi si è conclusa ieri».
Dopo il contratto preliminare, sembrava tutto fatto poi la questione "Puttilli" ha fatto aleggiare alcuni dubbi, avete mai avuto paura che potesse saltare tutto?
«Sapevamo che le parti in gioco avrebbero fatto di tutto pur di portare in porto la trattativa e portare il Barletta in salto. Abbiamo sempre contato su uno sforzo comune a tutti e sulla comprensione del fine ultimo comune, per questo motivo posso affermare di non aver mai avuto il timore che la trattativa potesse saltare».
Questione Puttilli, quale idea si è fatto il presidente Perpignano sui rapporti futuri con l'amministrazione?
«Il presidente ha la speranza che la politica barlettana prosegua sulla strada tracciata con questo ultimo provvedimento e rimanga sensibile al Barletta calcio, che non è proprietà di Roberto Tatò o Giuseppe Perpignano, ma è un bene dell'intera comunità».
Aldilà della questione "Puttilli", qual è la vostra idea sul futuro?
«L'obiettivo imminente è quello di allestire una squadra in grado di raggiungere la salvezza. Sarà un campionato difficilissimo e non possiamo avere altri obiettivi. A medio termine poi, l'obiettivo che ci poniamo è quello di costruire una squadra ed una struttura societaria che possa durare negli anni e faccia della programmazione il proprio fiore all'occhiello».
Avete già in mente un organigramma societario?
«Per quel che riguarda il resto dell'organigramma, siamo in fase di definizione e sarà presto ufficializzato. A dire il vero non ho contattato ancora i diretti interessati ma ho bene in mente quella che sarà la composizione definitiva».
Il ruolo di Roberto Tatò sarà quello di presidente onorario, quale importanza avrà la sua figura?
«La sua figura ha rappresentato una pagina importante della storia del calcio barlettano e gli spetterà così come a quelli che lo hanno preceduto un posto d'onore».
I primi due nomi a essere ufficializzati sono stati quelli di Marco Sesia e Marco Rizzieri. Perchè puntare su di loro?
«Giovani, preparati e ambiziosi. Questi sono i requisiti che ci hanno portato alla loro scelta e sono assolutamente sicuro che faranno bene».
Uno dei primi nodi da sciogliere è di sicuro quello legato alla posizione dell'ex direttore generale Gabriele Martino. Qual è la situazione?
«Con Martino abbiamo già avuto modo di parlare, c'è stato un primo incontro e stiamo cercando una soluzione che accontenti entrambe le parti e ci arriveremo presto».
Qual è la vostra posizione sull'azionariato popolare?
«Io penso che il presidente abbia dato massima disponibilità non solo a parole ma fattiva negli incontri già avuti con i rappresentanti del club "Biancorossi". Appena saranno pronti ad entrare in società saremo pronti ad accoglierli».
Che messaggio ti senti di lanciare ai tifosi?
«Siamo contenti dell'accoglienza ricevuta, ringraziamo per il calore per l'affetto che ci stanno dimostrando e soprattutto per l'attaccamento alla maglia che hanno sempre avuto sin dal primo momento. Siamo sicuri che ci rimarranno vicini, ne abbiamo bisogno».
Direttore, come è nato il rapporto con Perpignano e l'idea di acquisire la maggioranza delle quote del Barletta calcio?
«Il mio rapporto con il presidente Perpignano è frutto di un incontro di lavoro trasformatosi poi in una amicizia duratura consolidatosi negli anni. L'idea della trattativa che poi ha portato all'acquisizione del Barletta è venuta fuori da una mia battuta dopo la sconfitta del Bogliasco contro la Lavagnese nei play-off del campionato di serie Al termine della partita gli ho chiesto: "Presidente perchè non compri il Barletta?" E di lì è nata l'idea della trattativa che poi si è conclusa ieri».
Dopo il contratto preliminare, sembrava tutto fatto poi la questione "Puttilli" ha fatto aleggiare alcuni dubbi, avete mai avuto paura che potesse saltare tutto?
«Sapevamo che le parti in gioco avrebbero fatto di tutto pur di portare in porto la trattativa e portare il Barletta in salto. Abbiamo sempre contato su uno sforzo comune a tutti e sulla comprensione del fine ultimo comune, per questo motivo posso affermare di non aver mai avuto il timore che la trattativa potesse saltare».
Questione Puttilli, quale idea si è fatto il presidente Perpignano sui rapporti futuri con l'amministrazione?
«Il presidente ha la speranza che la politica barlettana prosegua sulla strada tracciata con questo ultimo provvedimento e rimanga sensibile al Barletta calcio, che non è proprietà di Roberto Tatò o Giuseppe Perpignano, ma è un bene dell'intera comunità».
Aldilà della questione "Puttilli", qual è la vostra idea sul futuro?
«L'obiettivo imminente è quello di allestire una squadra in grado di raggiungere la salvezza. Sarà un campionato difficilissimo e non possiamo avere altri obiettivi. A medio termine poi, l'obiettivo che ci poniamo è quello di costruire una squadra ed una struttura societaria che possa durare negli anni e faccia della programmazione il proprio fiore all'occhiello».
Avete già in mente un organigramma societario?
«Per quel che riguarda il resto dell'organigramma, siamo in fase di definizione e sarà presto ufficializzato. A dire il vero non ho contattato ancora i diretti interessati ma ho bene in mente quella che sarà la composizione definitiva».
Il ruolo di Roberto Tatò sarà quello di presidente onorario, quale importanza avrà la sua figura?
«La sua figura ha rappresentato una pagina importante della storia del calcio barlettano e gli spetterà così come a quelli che lo hanno preceduto un posto d'onore».
I primi due nomi a essere ufficializzati sono stati quelli di Marco Sesia e Marco Rizzieri. Perchè puntare su di loro?
«Giovani, preparati e ambiziosi. Questi sono i requisiti che ci hanno portato alla loro scelta e sono assolutamente sicuro che faranno bene».
Uno dei primi nodi da sciogliere è di sicuro quello legato alla posizione dell'ex direttore generale Gabriele Martino. Qual è la situazione?
«Con Martino abbiamo già avuto modo di parlare, c'è stato un primo incontro e stiamo cercando una soluzione che accontenti entrambe le parti e ci arriveremo presto».
Qual è la vostra posizione sull'azionariato popolare?
«Io penso che il presidente abbia dato massima disponibilità non solo a parole ma fattiva negli incontri già avuti con i rappresentanti del club "Biancorossi". Appena saranno pronti ad entrare in società saremo pronti ad accoglierli».
Che messaggio ti senti di lanciare ai tifosi?
«Siamo contenti dell'accoglienza ricevuta, ringraziamo per il calore per l'affetto che ci stanno dimostrando e soprattutto per l'attaccamento alla maglia che hanno sempre avuto sin dal primo momento. Siamo sicuri che ci rimarranno vicini, ne abbiamo bisogno».