Calcio
Cascella:«Non vogliamo nemmeno ipotizzare che il passaggio salti»
Barletta Calcio, il tuo futuro dipende dalla politica?
Barletta - lunedì 16 giugno 2014
Il futuro del Barletta Calcio è scandito da rintocchi che risuonano sempre più insistenti. Negli ultimi giorni, il passaggio di consegne tra Roberto Tatò e Giuseppe Perpignano sta subendo una complicazione non indifferente. Il "pomo della discordia" che impedisce il cambio al vertice del sodalizio di via Vittorio Veneto è una transazione di circa 260.000 euro che il Comune di Barletta deve corrispondere al Barletta Calcio nella persona dell'attuale (anche se dimissionario) presidente Roberto Tatò. La discussione dei debiti fuori bilancio del Comune di Barletta (e quindi anche il debito nei confronti del club biancorosso) è slittata alla data del 18 giugno, anche in virtù del rinvio della discussione in commissione affari finanziari. Della situazione critica e della querelle Tatò-Barletta Calcio-Comune di Barletta si è discusso in un incontro organizzato dal Barletta Club "I biancorossi", a cui hanno partecipato anche rappresentanti della tifoseria organizzata e Davide Cascella, prossimo direttore generale del Barletta Calcio.
Le perplessità della nuova società, rappresentata dal presidente Giuseppe Perpignano e dai suoi uomini di fiducia Sesia e Rizzieri, è tutta riassunta nelle parole del direttore generale in pectore, il barlettano Davide Cascella: «Il presidente Perpignano assiste quasi con stupore a questi meccanismi, a teatrini, a cui anche io da barlettano – perché prima di essere direttore generale sono un barlettano – sono abituato. Io non voglio neanche prendere in considerazione l'ipotesi che è stata ventilata, seppur come caso di scuola, di una mancata iscrizione alla Lega Pro, perché qui c'è gente che da oltre un mese sta lavorando, c'è gente che da oltre un mese sta cacciando soldi veri. Quindi questo è uno scenario che non voglio prendere in considerazione. Per il resto, noi siamo spettatori. Da parte nostra, tutto quello che poteva essere fatto è stato fatto. Certo, questa è una difficoltà nella trattativa. Restiamo fiduciosi, perché pensiamo che il Barletta Calcio non interessi solo a chi ci lavora, ma faccia parte del tessuto sociale della città, così come Eraclio, così come la Disfida. Il Barletta Calcio ha una tradizione centenaria, e credo che tutti quanti dobbiamo farci un esame di coscienza, dobbiamo stringerci uno accanto all'altro, ognuno con le proprie competenze e con le proprie possibilità. Dobbiamo cercare di darci una mano, perché secondo me tutto è risolvibile».
«Tra l'altro -chiosa Cascella-, il 18 è alle porte, se facciamo tutti un passo in dietro, questa situazione si può risolvere. Sostanzialmente, noi avevamo inizialmente firmato un preliminare, fissando come ultima data per la cessione delle quote il 18 giugno. Quindi, allo stato, la data del 18 giugno è una data improrogabile. Che poi l'atto di cessione della proprietà sia fatto alle otto di mattina o alle 23:55, poco importa: l'atto deve essere improrogabilmente fatto il 18 giugno. Questa è la posizione da parte della società. Noi siamo moderatamente preoccupati, ma perché il presidente non è abituato a questo tipo di meccanismi. Però ritengo che, se tutti, classe politica, società e tifosi, lavorano per un unico obiettivo, riusciamo a portare a casa il risultato».
I toni preoccupati di tutte le parti presenti sono il chiaro termometro di una situazione che rischia di vanificare tutto, rischia addirittura di vedere scomparire, ancora una volta, il Barletta Calcio, come testimoniato dalle parole di Domenico Zingrillo, uno dei rappresentanti de "I biancorossi": «I prossimi tre giorni saranno decisivi per i prossimi trenta anni di storia del Barletta Calcio». Anche i più vividi ottimisti possono scorgere nel futuro del Barletta Calcio tanti punti interrogativi, che saranno fugati soltanto tra martedì prossimo, giorno in cui è prevista la nuova riunione della commissione consiliare, e mercoledì, data in cui il Consiglio comunale dovrà discutere nuovamente dei debiti fuori bilancio. Il timore dei tifosi è una nuova "fuga" di fronte all'argomento, situazione già verificatasi durante l'ultima assise consiliare. Ancora una volta, il futuro del Barletta Calcio dipende dalla politica. Per il momento, il campo può attendere: la partita più importante si gioca in sala consiliare.
Le perplessità della nuova società, rappresentata dal presidente Giuseppe Perpignano e dai suoi uomini di fiducia Sesia e Rizzieri, è tutta riassunta nelle parole del direttore generale in pectore, il barlettano Davide Cascella: «Il presidente Perpignano assiste quasi con stupore a questi meccanismi, a teatrini, a cui anche io da barlettano – perché prima di essere direttore generale sono un barlettano – sono abituato. Io non voglio neanche prendere in considerazione l'ipotesi che è stata ventilata, seppur come caso di scuola, di una mancata iscrizione alla Lega Pro, perché qui c'è gente che da oltre un mese sta lavorando, c'è gente che da oltre un mese sta cacciando soldi veri. Quindi questo è uno scenario che non voglio prendere in considerazione. Per il resto, noi siamo spettatori. Da parte nostra, tutto quello che poteva essere fatto è stato fatto. Certo, questa è una difficoltà nella trattativa. Restiamo fiduciosi, perché pensiamo che il Barletta Calcio non interessi solo a chi ci lavora, ma faccia parte del tessuto sociale della città, così come Eraclio, così come la Disfida. Il Barletta Calcio ha una tradizione centenaria, e credo che tutti quanti dobbiamo farci un esame di coscienza, dobbiamo stringerci uno accanto all'altro, ognuno con le proprie competenze e con le proprie possibilità. Dobbiamo cercare di darci una mano, perché secondo me tutto è risolvibile».
«Tra l'altro -chiosa Cascella-, il 18 è alle porte, se facciamo tutti un passo in dietro, questa situazione si può risolvere. Sostanzialmente, noi avevamo inizialmente firmato un preliminare, fissando come ultima data per la cessione delle quote il 18 giugno. Quindi, allo stato, la data del 18 giugno è una data improrogabile. Che poi l'atto di cessione della proprietà sia fatto alle otto di mattina o alle 23:55, poco importa: l'atto deve essere improrogabilmente fatto il 18 giugno. Questa è la posizione da parte della società. Noi siamo moderatamente preoccupati, ma perché il presidente non è abituato a questo tipo di meccanismi. Però ritengo che, se tutti, classe politica, società e tifosi, lavorano per un unico obiettivo, riusciamo a portare a casa il risultato».
I toni preoccupati di tutte le parti presenti sono il chiaro termometro di una situazione che rischia di vanificare tutto, rischia addirittura di vedere scomparire, ancora una volta, il Barletta Calcio, come testimoniato dalle parole di Domenico Zingrillo, uno dei rappresentanti de "I biancorossi": «I prossimi tre giorni saranno decisivi per i prossimi trenta anni di storia del Barletta Calcio». Anche i più vividi ottimisti possono scorgere nel futuro del Barletta Calcio tanti punti interrogativi, che saranno fugati soltanto tra martedì prossimo, giorno in cui è prevista la nuova riunione della commissione consiliare, e mercoledì, data in cui il Consiglio comunale dovrà discutere nuovamente dei debiti fuori bilancio. Il timore dei tifosi è una nuova "fuga" di fronte all'argomento, situazione già verificatasi durante l'ultima assise consiliare. Ancora una volta, il futuro del Barletta Calcio dipende dalla politica. Per il momento, il campo può attendere: la partita più importante si gioca in sala consiliare.