
Calcio
Cascella, i tifosi, Tatò e Di Bella in coro: «Barletta e i barlettani esempio di civiltà»
Un incontro in Sala Giunta dopo i fatti di Pontedera
Barletta - martedì 8 aprile 2014
19.37
«I tifosi si sono scusati ma non c'era nemmeno bisogno che lo facessero, è acqua passata. A Barletta mi trovo bene e vorrei rimanerci. Ho ricevuto messaggi di chi mi chiedeva come potessi continuare a star qui, ma io ho risposto che a Barletta mi trovo bene e che questi tifosi, nonostante tutti i momenti difficili che abbiamo attraversato ci sono stati sempre vicini con la massima civiltà e passione». Parole e musica di Fabrizio Di Bella, il capitano biancorosso che, suo malgrado si è trovato coinvolto in un episodio, certo deprecabile, ma che non caratterizza la tifoseria e la città di Barletta.
Proprio per dimostrare che Barletta non è quella del "Devi morire" al proprio capitano o a qualsiasi giocatore della propria squadra o di quella avversaria, nel pomeriggio di oggi nella sala giunta di Palazzo di Città si è tenuto un incontro, tra l'amministrazione comunale rappresentata dal sindaco Cascella, la società Barletta calcio, rappresentata dal presidente Tatò ed una delegazione della tifoseria ultras e non, oltre naturalmente a Fabrizio Di Bella che ha dunque ricevuto l'abbraccio più bello dalla città di Barletta.
Il motivo dell'incontro, già ampiamente illustrato, è mostrato al meglio dalle parole del sindaco Cascella: «La civiltà della tifoseria biancorossa, nonostante tutto, nonostante una stagione difficile, è un qualcosa di noto ed arcinoto. Nonostante ciò, si è voluto prendere le distanze da un gesto che non si può identificare con al tifoseria e la città. Ecco perché rendere pubblico questo atto. Allora tutta la città chiede scusa al nostro capitano, simbolo della nostra volontà di far bella figura sempre, nonostante tutto».
Alle parole del sindaco fanno eco quelle della delegazione della tifoseria organizzata che ha voluto sottolineare come «l'episodio è stato chiarito ed ha subito la manipolazione di chi non ci vuole bene. Fabrizio sa cosa è accaduto e non è stato nemmeno sottolineato il coro a suo favore, un Fabrizio uno di noi, così eloquente da non poter essere equivocato come invece si è fatto con il resto. Noi portiamo in giro il nome della città, siamo fieri di rappresentarla e lo facciamo sempre nel migliore dei modi».
Non meno chiare, le parole del presidente Tatò che riprendendo le parole del sindaco e della tifoseria ha rilevato come sia singolare come: «Molti organi di stampa nazionale si siano interessati del Barletta solo ora dopo mille e mille prove di civiltà, non ultimo i derby nei play-out dell'anno scorso contro l'Andria che nonostante la delicatezza dei match le due tifoserie hanno dato una straordinaria prova di civiltà e correttezza dando vita ad una festa che può essere presa ad esempio da tutti. Vorrei inoltre che si desse risalto a quello che accadrà domenica contro il Catanzaro, quando sarà rinsaldato un gemellaggio trentennale che sarà l'ennesima riprova della nostro grande spirito di accoglienza e ospitalità".
Durante la conferenza non sono mancati i riferimenti a quello che sarà il futuro del Barletta calcio, ancora sospeso nel limbo. La tifoseria organizzata ha chiesto al sindaco di farsi carico di iniziative per salvaguardare la società, il presidente ha ribadito la propria volontà di cedere ma di non far morire il Barletta calcio e tutti quanti si è addivenuti alla conclusione che si farà di tutto per far sopravvivere la squadra biancorossa affinchè si possa portare ancora in giro per l'Italia il nome della città, e si possa farlo nel migliore dei modi.
Proprio per dimostrare che Barletta non è quella del "Devi morire" al proprio capitano o a qualsiasi giocatore della propria squadra o di quella avversaria, nel pomeriggio di oggi nella sala giunta di Palazzo di Città si è tenuto un incontro, tra l'amministrazione comunale rappresentata dal sindaco Cascella, la società Barletta calcio, rappresentata dal presidente Tatò ed una delegazione della tifoseria ultras e non, oltre naturalmente a Fabrizio Di Bella che ha dunque ricevuto l'abbraccio più bello dalla città di Barletta.
Il motivo dell'incontro, già ampiamente illustrato, è mostrato al meglio dalle parole del sindaco Cascella: «La civiltà della tifoseria biancorossa, nonostante tutto, nonostante una stagione difficile, è un qualcosa di noto ed arcinoto. Nonostante ciò, si è voluto prendere le distanze da un gesto che non si può identificare con al tifoseria e la città. Ecco perché rendere pubblico questo atto. Allora tutta la città chiede scusa al nostro capitano, simbolo della nostra volontà di far bella figura sempre, nonostante tutto».
Alle parole del sindaco fanno eco quelle della delegazione della tifoseria organizzata che ha voluto sottolineare come «l'episodio è stato chiarito ed ha subito la manipolazione di chi non ci vuole bene. Fabrizio sa cosa è accaduto e non è stato nemmeno sottolineato il coro a suo favore, un Fabrizio uno di noi, così eloquente da non poter essere equivocato come invece si è fatto con il resto. Noi portiamo in giro il nome della città, siamo fieri di rappresentarla e lo facciamo sempre nel migliore dei modi».
Non meno chiare, le parole del presidente Tatò che riprendendo le parole del sindaco e della tifoseria ha rilevato come sia singolare come: «Molti organi di stampa nazionale si siano interessati del Barletta solo ora dopo mille e mille prove di civiltà, non ultimo i derby nei play-out dell'anno scorso contro l'Andria che nonostante la delicatezza dei match le due tifoserie hanno dato una straordinaria prova di civiltà e correttezza dando vita ad una festa che può essere presa ad esempio da tutti. Vorrei inoltre che si desse risalto a quello che accadrà domenica contro il Catanzaro, quando sarà rinsaldato un gemellaggio trentennale che sarà l'ennesima riprova della nostro grande spirito di accoglienza e ospitalità".
Durante la conferenza non sono mancati i riferimenti a quello che sarà il futuro del Barletta calcio, ancora sospeso nel limbo. La tifoseria organizzata ha chiesto al sindaco di farsi carico di iniziative per salvaguardare la società, il presidente ha ribadito la propria volontà di cedere ma di non far morire il Barletta calcio e tutti quanti si è addivenuti alla conclusione che si farà di tutto per far sopravvivere la squadra biancorossa affinchè si possa portare ancora in giro per l'Italia il nome della città, e si possa farlo nel migliore dei modi.