Calcio
Caro Barletta, se non segni non vinci. E se non vinci non ti salvi
Contro la Palmese i biancorossi tornano a far gol su azione dopo quasi tre mesi. Troppo poco per salvarsi
Barletta - martedì 12 marzo 2024
Comunicato Stampa
E' durata purtroppo soli 28 minuti, vale a dire fino al gol di Puntoriere, l'illusione che il Barletta potesse portare a casa da Palma Campania un risultato positivo.
Del resto perdere sul campo della Palmese di questi tempi, ovvero la squadra che ha fatto meglio di tutti nel girone di ritorno, purtroppo ci sta.
Classifica alla mano sono ben altri i risultati per cui questo Barletta dovrebbe divorarsi le mani, perchè fare un solo punto su dodici contro squadre come Angri, Santa Maria Cilento, Gallipoli e Bitonto tirando praticamente in porta una volta sola (l'inutile gol di Caputo con l'Angri) in 6 ore di calcio (recupero escluso) è un qualcosa che davvero fa male solo a pensarci.
Contro la Palmese invece, pur soccombendo piuttosto nettamente di fronte a un avversario superiore, il Barletta ha comunque provato a giocarsela almeno fino al missile di Silvestro che ha messo la ceralacca al match. E volendo davvero sforzarci di guardare il bicchiere mezzo pieno (o più realisticamente quelle poche gocce ancora presenti) in questa ennesima domenica di travaglio per la causa biancorossa c'è da rimarcare il fatto che il Barletta è tornato al gol su azione dopo quasi tre mesi grazie alla rete di La Monica, entrato al posto di un desolante Tato Diaz.
Ed è proprio quello della fase di realizzazione l'atavico problema di questa squadra che, ribadiamo ancora una volta, davvero non ci sentiamo di definire così tanto inferiore a squadre come ad esempio la Gelbison (non vorremmo alla fine fosse decisivo quel momento di cecità della terna arbitrale su quella falciata subita da Ngom), il Fasano dei cinque gol presi a partita di questi tempi, e quel Rotonda che il Barletta andrà ad affrontare nel prossimo turno. Così come non ci è apparso affatto superiore il Manfredonia visto recentemente al Puttilli.
Ma ripetiamo, il problema nel calcio è che se non si segna di strada se ne fa poca anche contro avversari abbordabili e i numeri degli avanti barlettani sono a dir poco impietosi e allo stato attuale ci dicono che il Barletta, a fronte di una buona difesa e di un onesto centrocampo, ha un attacco da retrocessione, dato che al momento peggio dei biancorossi hanno fatto solo Bitonto, Gallipoli e Santa Maria Cilento, con Diaz (che di questa squadra è capocannoniere con la miseria di cinque reti, di cui una sola decisiva e ben tre da calcio di rigore), Caputo, La Monica, Ngom che messi tutti insieme hanno segnato lo stesso numero di gol su azione del trentasettenne Saveriano Infantino. Davvero troppo poco per poter realisticamente sperare di evitare la sarabanda dei playout.
Del resto perdere sul campo della Palmese di questi tempi, ovvero la squadra che ha fatto meglio di tutti nel girone di ritorno, purtroppo ci sta.
Classifica alla mano sono ben altri i risultati per cui questo Barletta dovrebbe divorarsi le mani, perchè fare un solo punto su dodici contro squadre come Angri, Santa Maria Cilento, Gallipoli e Bitonto tirando praticamente in porta una volta sola (l'inutile gol di Caputo con l'Angri) in 6 ore di calcio (recupero escluso) è un qualcosa che davvero fa male solo a pensarci.
Contro la Palmese invece, pur soccombendo piuttosto nettamente di fronte a un avversario superiore, il Barletta ha comunque provato a giocarsela almeno fino al missile di Silvestro che ha messo la ceralacca al match. E volendo davvero sforzarci di guardare il bicchiere mezzo pieno (o più realisticamente quelle poche gocce ancora presenti) in questa ennesima domenica di travaglio per la causa biancorossa c'è da rimarcare il fatto che il Barletta è tornato al gol su azione dopo quasi tre mesi grazie alla rete di La Monica, entrato al posto di un desolante Tato Diaz.
Ed è proprio quello della fase di realizzazione l'atavico problema di questa squadra che, ribadiamo ancora una volta, davvero non ci sentiamo di definire così tanto inferiore a squadre come ad esempio la Gelbison (non vorremmo alla fine fosse decisivo quel momento di cecità della terna arbitrale su quella falciata subita da Ngom), il Fasano dei cinque gol presi a partita di questi tempi, e quel Rotonda che il Barletta andrà ad affrontare nel prossimo turno. Così come non ci è apparso affatto superiore il Manfredonia visto recentemente al Puttilli.
Ma ripetiamo, il problema nel calcio è che se non si segna di strada se ne fa poca anche contro avversari abbordabili e i numeri degli avanti barlettani sono a dir poco impietosi e allo stato attuale ci dicono che il Barletta, a fronte di una buona difesa e di un onesto centrocampo, ha un attacco da retrocessione, dato che al momento peggio dei biancorossi hanno fatto solo Bitonto, Gallipoli e Santa Maria Cilento, con Diaz (che di questa squadra è capocannoniere con la miseria di cinque reti, di cui una sola decisiva e ben tre da calcio di rigore), Caputo, La Monica, Ngom che messi tutti insieme hanno segnato lo stesso numero di gol su azione del trentasettenne Saveriano Infantino. Davvero troppo poco per poter realisticamente sperare di evitare la sarabanda dei playout.