.jpg)
Calcio
Caos Barletta: Prime intercettazioni, minacce di morte per mister Corda
Tre investitori infuriati per la mancata riuscita della combine in Aversa Normanna-Barletta
Barletta - martedì 19 maggio 2015
18.42
Aversa Normanna-Barletta gara giocata l'11 aprile e terminata 0-1 per i biancorossi per gli scommettitori non sarebbe dovuta finire così e questo sarebbe costato a mister Corda, arrestato questa mattina nell'ambito dell'operazione "Dirty Soccer" delle minacce di morte. Questo è quanto emerge dalla prime intercettazioni telefoniche rese note nel primo pomeriggio.
La cifra persa da tre investitori, due maltesi e un cinese (non identificato) ammonterebbe a 52mila ed allora: «Se non lo paghiamo… domani… io vengo lì per quello allenatore…» avrebbe detto il maltese a uno dei dirigenti della Vigor Lamezia, Felice Bellini, riferendosi proprio a Corda, ritenuto il responsabile della combine saltata. Per recuperare il denaro i due interlocutori si sarebbero quindi accordati per truccare la partita successiva, Barletta-Vigor Lamezia del 19 aprile. Sarebbe dovuta finire in pareggio con gol. Terminò, infatti, con il risultato di 3-3. Per questa vicenda sono indagati a piede libero anche tre dirigenti del Barletta Calcio, il presidente Perpignano, il direttore sportivo Condò e il consulente tecnico Casapulla.
Nella settimana prima della partita i finanziatori maltesi avrebbero quindi minacciato indirettamente Corda tramite Bellini, il quale «continuando a fare da mediatore, - hanno ricostruito gli inquirenti di Catanzaro - cercava di tranquillizzare il suo interlocutore confidandogli di essere già in contatto con le persone di entrambe le società interessate alla combine», precisando di aver ottenuto il consenso da quelli più vicini a lui (società calabrese), mentre, avrebbe incontrato gli altri (Barletta) l'indomani, affermando con certezza che … «questa volta non avrebbero sbagliato…».
Il maltese «con tono decisamente agguerrito - scrivono gli inquirenti - minacciava di recarsi in Italia con l'intento di uccidere coloro i quali avessero messo in pericolo, con il loro comportamento, la vita di un suo fratello. Le sue minacce in realtà - spiega la procura - erano indirizzate nei confronti dell'allenatore Corda dal quale il maltese pretendeva, senza mezzi termini, la restituzione dei soldi». Due giorni prima della partita da Malta sarebbe arrivata persino una foto di mister Corda, secondo gli investigatori «sicuramente a scopo intimidatorio». Agli atti ci sono anche sms in cui le minacce risultano evidenti:«non gli conviene più scherzare, qua stiamo tutti incazzati» scrivevano riferendosi all'allenatore del Barletta. «È un errore che ci è costato questo? - dice Bellini in una intercettazione - E la prossima settimana recuperiamo i nostri, poi dalla prossima vediamo se riusciamo a guadagnare».
La cifra persa da tre investitori, due maltesi e un cinese (non identificato) ammonterebbe a 52mila ed allora: «Se non lo paghiamo… domani… io vengo lì per quello allenatore…» avrebbe detto il maltese a uno dei dirigenti della Vigor Lamezia, Felice Bellini, riferendosi proprio a Corda, ritenuto il responsabile della combine saltata. Per recuperare il denaro i due interlocutori si sarebbero quindi accordati per truccare la partita successiva, Barletta-Vigor Lamezia del 19 aprile. Sarebbe dovuta finire in pareggio con gol. Terminò, infatti, con il risultato di 3-3. Per questa vicenda sono indagati a piede libero anche tre dirigenti del Barletta Calcio, il presidente Perpignano, il direttore sportivo Condò e il consulente tecnico Casapulla.
Nella settimana prima della partita i finanziatori maltesi avrebbero quindi minacciato indirettamente Corda tramite Bellini, il quale «continuando a fare da mediatore, - hanno ricostruito gli inquirenti di Catanzaro - cercava di tranquillizzare il suo interlocutore confidandogli di essere già in contatto con le persone di entrambe le società interessate alla combine», precisando di aver ottenuto il consenso da quelli più vicini a lui (società calabrese), mentre, avrebbe incontrato gli altri (Barletta) l'indomani, affermando con certezza che … «questa volta non avrebbero sbagliato…».
Il maltese «con tono decisamente agguerrito - scrivono gli inquirenti - minacciava di recarsi in Italia con l'intento di uccidere coloro i quali avessero messo in pericolo, con il loro comportamento, la vita di un suo fratello. Le sue minacce in realtà - spiega la procura - erano indirizzate nei confronti dell'allenatore Corda dal quale il maltese pretendeva, senza mezzi termini, la restituzione dei soldi». Due giorni prima della partita da Malta sarebbe arrivata persino una foto di mister Corda, secondo gli investigatori «sicuramente a scopo intimidatorio». Agli atti ci sono anche sms in cui le minacce risultano evidenti:«non gli conviene più scherzare, qua stiamo tutti incazzati» scrivevano riferendosi all'allenatore del Barletta. «È un errore che ci è costato questo? - dice Bellini in una intercettazione - E la prossima settimana recuperiamo i nostri, poi dalla prossima vediamo se riusciamo a guadagnare».
Ricevi aggiornamenti e contenuti da Barletta .jpg)



.jpg)


.jpg)

.jpg)