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Calcio, Tony Schetter: un napoletano all’ombra di Eraclio

L’estroso centrocampista si confessa ai microfoni di Barlettalife

È uno degli uomini più in forma di questo inizio stagione. Trascina con grinta i suoi compagni verso la metà. Con i dribbling è in grado di ubriacare qualsivoglia difensore. Le sue armi migliori sono la voglia di lottare, la disarmante simpatia e l'esperienza dovuta ai suoi 29 anni. Ha indossato anche la fascia di capitano, dimostrandosi in grado di reggere questo importante peso. Di nome fa Tony, ma per lui non canta la voce, bensì il suo mancino, che sa essere potente e al contempo preciso. Stiamo parlando di Tony Schetter, presente del Barletta, passato (recente) della scomparsa Cavese e del Messina di serie B. Schetter è stato il primo acquisto della nuova "gestione" Tatò-Castagnini, confermando sin da subito quanto di buono aveva dimostrato a Cava dei Tirreni. Tony si presta ben volentieri ai microfoni di Barlettalife, dimostrando di trovarsi a proprio agio, parlando a spron battuto dei pregi (e dei difetti) di questo Barletta d'inizio stagione.


Tony, una sconfitta contro il Siracusa che nessuno si aspettava per quanto il Barletta ha prodotto in campo. Adesso si riparte con una partita ancora più complicata contro lo Spezia in uno stadio che comincia a diventare bollente considerando anche l'andamento del campionato dei liguri..

«Sicuramente è stata una sconfitta immeritata perché comunque siamo andati a Siracusa, abbiamo fatto noi la partita, abbiamo creato tanto. È mancato il gol. Però, se ripartiamo dalla prestazione, contro lo Spezia possiamo dire la nostra. Sicuramente è un campo difficile, però comunque noi abbiamo giocatori validi e possiamo andare a La Spezia per affrontare la partita nel migliore dei modi».


Quello che è saltato agli occhi nel match del Siracusa è stato un primo tempo in cui avete dominato e schiacciato il Siracusa nella propria metà campo, con un Baiocco insuperabile. Nella seconda frazione, invece, è mancato qualcosa. Che cosa secondo te?

«Senza dubbio nel secondo tempo siamo ripartiti come nel primo, soltanto che una squadra che vince comincia a chiudersi e gli spazi vengono meno; allora è più complicato giocare palla a terra e provi qualche giocata con le palle alte. Però penso che la pressione giusta per trovare il pareggio ci sia stata fino al novantesimo, poi è normale che nel calcio quando attacchi qualcosa devi concedere e noi abbiamo concesso il 2-0. Ma non ci sono da fare drammi, bisogna continuare su questa strada, su quello che abbiamo fatto a Siracusa..»


Analizzando la classifica del campionato, si nota che ci sono 10 squadre in soli 3 punti, e il Pergocrema che fino a due domeniche fa sembrava quasi spacciato è ritornato in auge con una vittoria secca per 3-0 contro il Frosinone. Come giudichi gli equilibri di questo campionato?
«Dalla classifica traspare un campionato molto equilibrato, ancora non definito. Non c'è una squadra che può ammazzare il campionato perché sulla carta ci sono squadre forti, ma poi sul campo avviene sempre il contrario. È sul campo che qualche squadra meno accreditata di questo girone può essere la squadra più forte. Se prendiamo Sud Tirol, Lanciano, sono comunque squadre che all'inizio sono partite in sordina e adesso stanno là sopra. Ma questo è dovuto all'equilibrio del campionato, non c'è la squadra regina che può ammazzare il torneo».

Per quanto riguarda lo Spezia, in settimana è arrivato Mora, che da ulteriore spessore al centrocampo spezzino, con il contemporaneo abbandono di Marchini. Come giudichi i prossimi avversari considerando che tra le fila dei liguri militano giocatori come Evacuo, Mastronunzio, Vannucchi?
«Sulla carta è una delle squadre accreditate per la vittoria del campionato ed è normale, visto che ci giocano uomini come Mastronunzio, come Carobbio, come Evacuo. Uno deve andare a La Spezia con la determinazione e con la giusta cattiveria. Poi in campo vanno gli uomini, contano le prestazioni. Alla fine vince chi è più compatto e determinato, e noi abbiamo dimostrato di possedere queste armi. I nomi quando si scende in campo, rimangono sulla lista».

Finora il mister Cari ti ha schierato sulla fascia destra per sfruttare la tua abilità nel calciare dalle lunghe distanze. Non sarebbe preferibile, come chiede gran parte dei tifosi, vederti sulla sinistra. Tu quale delle due posizioni preferisci?
«Io preferisco entrambe le soluzioni. Se gioco a sinistra, vado per il cross, se gioco a destra vado per il tiro. È normale che il mister fa delle valutazioni sue. Giocando a destra, preferiva che rientravo nel campo per provare il tiro. La differenza si fa lì, se la palla entra nel sacco. Per me non c'è nessun problema a giocare a destra o a sinistra, resto a disposizione del mister. Dove il mister vuole mettermi, là gioco».

Nonostante una prestazione abbastanza confortante contro il Siracusa, sono piovute nuove critiche nei confronti della squadra. Come vivete questo momento abbastanza delicato dal punto di vista della classifica, nonostante il ritiro di Sturno abbia ricompattato i ranghi e restituito al Barletta il vigore sul piano del gioco, che è ritornato a giocare bel calcio come ad inizio stagione?
«La viviamo in modo sereno. È giusto che ci sia qualche critica perché comunque quando viene a mancare qualche risultato ad una squadra costruita per un campionato importante, è giusto che piovano. Però, abbiamo un grande gruppo, un gruppo compatto, dobbiamo andare sempre sulla stessa strada della cattiveria e della determinazione, continuando a fare quello che ci dice il mister che sicuramente ci porterà all'obiettivo che ci siamo prefissati. È normale che durante l'arco del campionato ci siano delle difficoltà, e in quei momenti deve venire fuori il gruppo, e questo gruppo si sta dimostrando forte».

Come procede l'ambientamento a Barletta?

«Alla grande. Bene. Anzi, direi, non procede, è già concluso. Io mi sono ambientato al 100%..»

Un pronostico per la prossima partita? Ci segnerai un bel gol?
«Spero di segnarlo. La verità, sono scaramantico, sono napoletano, e non le dico 'ste cose, perché le hanno già dette in passato (ride ndr). La speranza di fare gol è normale perché oltre ad essere una gioia personale può portare dei punti importanti a casa..però il risultato me lo tengo per me..»

La nostra speranza è quella che Tony continui a trascinare la squadra e a fare sognare il popolo biancorosso con i suoi splendidi gol…
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