Calcio
Calcio, l'addio di Francesco Sfrecola al Barletta
Commozione mista ad amarezza nelle parole del Presidente Onorario uscente
Barletta - venerdì 10 giugno 2011
19.10
10 giugno 2011: una data triste e al tempo stesso indimenticabile per i tifosi del Barletta Calcio. Le strade della società biancorossa e di Francesco Sfrecola si sono divise dopo 6 anni di amore, che hanno visto in Sfrecola l'autentica anima della società di via Vittorio Veneto, in seno alla società biancorossa dall'inverno del 2005 e Presidente in carica fino al settembre 2010, quando gli è subentrato Roberto Tatò, con due promozioni (in Seconda e in Prima Divisione) nel proprio palmarès . Il presidente onorario uscente ha rassegnato durante una conferenza stampa tenutasi questo pomeriggio nella sala stampa dello stadio "Cosimo Puttilli" le proprie dimissioni dal ruolo di Presidente Onorario e Socio. Alla conferenza hanno preso parte anche Giovanni Attimonelli, anch'egli dimissionario dalla carica di vice-presidente, l'avvocato Giuseppe Russo, con il coordinamento dell'Addetto Stampa del Barletta Calcio Matteo Tabacco.
Un pomeriggio denso di ricordi e ringraziamenti, nel quale Sfrecola in primis e Attimonelli poi hanno alternato ricordi memorabili come i due ripescaggi di fila, il "miracolo" sportivo della salvezza ottenuta in questa stagione, il supporto costante dei tifosi e punte di amarezza e rabbia nella parte finale della conferenza, con i rimpianti alimentati dalla scarsa cura per la questione-stadio e dai comportamenti faziosi di taluni politici locali.
«Mi sono rimboccato le maniche, ho superato tante difficoltà, ma lascio il Barletta in ottime condizioni anche grazie a una cordata sana» questo l'esordio di Sfrecola, apparso visibilmente commosso e emozionato. L'addio alla società barlettana è probabilmente da rinvenirsi nell'eccessivo esborso economico che la stagione prossima avrebbe comportato, come si intende quando Sfrecola ha affermato che «le mie aspirazioni erano legate a un certo tipo di società, ora le ambizioni sono cambiate e le mie capacità fisiche ed economiche erano quasi esaurite».
L'orgoglio per quanto concretizzato alla guida del Barletta, portato dall'Eccellenza alla terza serie del calcio professionistico, è stato evidenziato da una considerazione: «Lasciare una società pulita, con prospettive rosee, è il massimo delle soddisfazioni, visto che l'ho presa dal nulla» così il Presidente Onorario uscente, che si è accomiatato dal pubblico di fede biancorossa sottolineando che «il mio affetto per questa città rimarrà intatto, ma ora abbiamo una società molto ambiziosa». Un momento denso di emozione è stato vissuto dai presenti e dai protagonisti nel cuore della conferenza, quando l'avvocato Giuseppe Russo ha dedicato una lettera di commiato a Francesco Sfrecola, il quale l'ha ringraziato con un sentito abbraccio.
E' stato poi il turno di Giovanni Attimonelli, vice-presidente dimissionario: «L'amarezza per l'addio di Sfrecola è tanta, è stato lui a convincermi a entrare nel Barletta, siamo partiti in cinque; all'inizio- ha proseguito Attimonelli- avremmo voluto mettere in piedi una squadra giovane, con un progetto a medio-lungo termine. La famiglia Tatò detiene ora il 75% delle quote, e vuole condurre un progetto molto ambizioso e dispendioso, nel quale non vedevo più la necessità di far parte del CDA del Barletta ed è importante che il presidente agisca senza freni».
Attimonelli ha chiarito che «resta momentaneamente al Barletta in qualità di socio detentore di quote»; l'imprenditore andriese sta ancora valutando «se restare in società o vendere le quote in mio possesso». Non è stato taciuto il contrasto apertosi con Tatò al momento dell'avvicendamento Geria-Pitino nel ruolo di Direttore Sportivo: « Sapevo che sarebbe creata una situazione delicata e per il bene della società ho fatto un passo indietro per accettare la scelta, come in un altro momento difficile come l'addio di Sciannimanico, dove abbiamo dovuto mettere da parte i sentimenti».
L'ultima nota Attimonelli l'ha riservata alla questione stadio, argomento "bollente" sull'agenda dei media barlettani in questi ultimi giorni: « Il 30 giugno scade la consegna della documentazione riguardante lo stadio alla Figc e noi siamo in attesa della documentazione del Comune». Una nota accompagnata alla considerazione che «è rimasto solo Tatò: speriamo non passi la voglia anche a lui».
In coda alla conferenza Francesco Sfrecola si è tolto qualche "spina" che lo angustiava da tempo nei confronti della politica locale: «Leggere sulla stampa dichiarazioni di politici locali che solo ora esiste una società seria diretta da Roberto Tatò mi ha fatto male. Nessun esponente della politica locale ha mosso un dito per aiutare la squadra: solo il sindaco Maffei e il dirigente comunale Attolico hanno cercato di muoversi alla ricerca di "aiuti". Spero che le estemporanee uscite di questi politici non siano solo dichiarazioni di facciata per ingraziarsi i favori di Tatò, ma che alle parole seguano i fatti ora». Una veemente accusa quella di Sfrecola, dalla quale è trasparsa amarezza mista a rincrescimento per il comportamento delle istituzioni.
«Perché tanto interesse per il Barletta Calcio solo ora?» questo il grido d'allarme con il quale Francesco Sfrecola si è congedato dalla platea presente.
L'addio di Sfrecola conclude un'era gloriosa per la storia del Barletta Calcio, lasciando una società sana e diretta da un serio e ambizioso professionista come Roberto Tatò; intanto il ruolo di vicepresidente è ora passato al figlio di Tatò, Walter.
Un pomeriggio denso di ricordi e ringraziamenti, nel quale Sfrecola in primis e Attimonelli poi hanno alternato ricordi memorabili come i due ripescaggi di fila, il "miracolo" sportivo della salvezza ottenuta in questa stagione, il supporto costante dei tifosi e punte di amarezza e rabbia nella parte finale della conferenza, con i rimpianti alimentati dalla scarsa cura per la questione-stadio e dai comportamenti faziosi di taluni politici locali.
«Mi sono rimboccato le maniche, ho superato tante difficoltà, ma lascio il Barletta in ottime condizioni anche grazie a una cordata sana» questo l'esordio di Sfrecola, apparso visibilmente commosso e emozionato. L'addio alla società barlettana è probabilmente da rinvenirsi nell'eccessivo esborso economico che la stagione prossima avrebbe comportato, come si intende quando Sfrecola ha affermato che «le mie aspirazioni erano legate a un certo tipo di società, ora le ambizioni sono cambiate e le mie capacità fisiche ed economiche erano quasi esaurite».
L'orgoglio per quanto concretizzato alla guida del Barletta, portato dall'Eccellenza alla terza serie del calcio professionistico, è stato evidenziato da una considerazione: «Lasciare una società pulita, con prospettive rosee, è il massimo delle soddisfazioni, visto che l'ho presa dal nulla» così il Presidente Onorario uscente, che si è accomiatato dal pubblico di fede biancorossa sottolineando che «il mio affetto per questa città rimarrà intatto, ma ora abbiamo una società molto ambiziosa». Un momento denso di emozione è stato vissuto dai presenti e dai protagonisti nel cuore della conferenza, quando l'avvocato Giuseppe Russo ha dedicato una lettera di commiato a Francesco Sfrecola, il quale l'ha ringraziato con un sentito abbraccio.
E' stato poi il turno di Giovanni Attimonelli, vice-presidente dimissionario: «L'amarezza per l'addio di Sfrecola è tanta, è stato lui a convincermi a entrare nel Barletta, siamo partiti in cinque; all'inizio- ha proseguito Attimonelli- avremmo voluto mettere in piedi una squadra giovane, con un progetto a medio-lungo termine. La famiglia Tatò detiene ora il 75% delle quote, e vuole condurre un progetto molto ambizioso e dispendioso, nel quale non vedevo più la necessità di far parte del CDA del Barletta ed è importante che il presidente agisca senza freni».
Attimonelli ha chiarito che «resta momentaneamente al Barletta in qualità di socio detentore di quote»; l'imprenditore andriese sta ancora valutando «se restare in società o vendere le quote in mio possesso». Non è stato taciuto il contrasto apertosi con Tatò al momento dell'avvicendamento Geria-Pitino nel ruolo di Direttore Sportivo: « Sapevo che sarebbe creata una situazione delicata e per il bene della società ho fatto un passo indietro per accettare la scelta, come in un altro momento difficile come l'addio di Sciannimanico, dove abbiamo dovuto mettere da parte i sentimenti».
L'ultima nota Attimonelli l'ha riservata alla questione stadio, argomento "bollente" sull'agenda dei media barlettani in questi ultimi giorni: « Il 30 giugno scade la consegna della documentazione riguardante lo stadio alla Figc e noi siamo in attesa della documentazione del Comune». Una nota accompagnata alla considerazione che «è rimasto solo Tatò: speriamo non passi la voglia anche a lui».
In coda alla conferenza Francesco Sfrecola si è tolto qualche "spina" che lo angustiava da tempo nei confronti della politica locale: «Leggere sulla stampa dichiarazioni di politici locali che solo ora esiste una società seria diretta da Roberto Tatò mi ha fatto male. Nessun esponente della politica locale ha mosso un dito per aiutare la squadra: solo il sindaco Maffei e il dirigente comunale Attolico hanno cercato di muoversi alla ricerca di "aiuti". Spero che le estemporanee uscite di questi politici non siano solo dichiarazioni di facciata per ingraziarsi i favori di Tatò, ma che alle parole seguano i fatti ora». Una veemente accusa quella di Sfrecola, dalla quale è trasparsa amarezza mista a rincrescimento per il comportamento delle istituzioni.
«Perché tanto interesse per il Barletta Calcio solo ora?» questo il grido d'allarme con il quale Francesco Sfrecola si è congedato dalla platea presente.
L'addio di Sfrecola conclude un'era gloriosa per la storia del Barletta Calcio, lasciando una società sana e diretta da un serio e ambizioso professionista come Roberto Tatò; intanto il ruolo di vicepresidente è ora passato al figlio di Tatò, Walter.