Calcio
Calcio e Covid: Tisci si appella a Emiliano per salvare il campionato di Eccellenza
Quando un tampone settimanale pregiudica il calcio dilettantistico
Barletta - venerdì 29 gennaio 2021
10.27
Se oggi un calciatore del campionato di Eccellenza pugliese dovesse effettuare un tampone per verificare la sua positività o meno al Covid costerebbe alla società da 25 euro (quello sierologico) a settimana, a 80 euro (quello molecolare, nel caso quello sierologico risulti positivo). Un esborso piuttosto pesante per un campionato come quello di Eccellenza dove, come più volte ripetuto in questa sede, già si fa una fatica immane a pagare stipendi e utenze in situazione di normalità, figurarsi in tempi di stadi chiusi e conseguenti mancati introiti al botteghino.
Discorso diverso per ciò che concerne la Serie D, ove la Lega Nazionale Dilettanti ha stipulato una convenzione con FederLab che consente alle società di poter effettuare tamponi a costi decisamente agevolati (9,50 euro per il sierologico e 30 euro per il molecolare con un esborso mensile calcolabile in ogni caso in in alcune migliaia di euro. In ragione di tutto questo la domanda nasce spontanea: perché questa disparità di trattamento, visto e considerato che tra Serie D ed Eccellenza vi è solo una categoria di differenza?
Proprio la questione tamponi è il nodo che il presidente del Comitato Regionale pugliese della Lega nazionale Dilettanti, dottor Vito Tisci, ha provato a portare all'attenzione del presidente Michele Emiliano prima con una lettera aperta e poi presso la sede del governo regionale. Tisci chiede senza mezzi termini un aiuto economico volto ad alleggerire le società almeno della spesa per i tamponi, in modo tale da poter finalmente ripartire con i campionati regionali che da decreto saranno fermi fino a inizio marzo.
Nel frattempo continua inesorabile la diaspora di tanti calciatori di Eccellenza verso altri lidi, quando non addirittura verso altre attività, come nel caso di Marco Bartoli, l'ex capitano della Vigor Trani che ha preferito tentare la strada delle Forze Armate anziché continuare a pietire la ripresa di un torneo dove il costo mensile dei tamponi pare una spesa per molti proibitiva. Tutto questo - come mai ci stancheremo di ripetere – in un calcio, quello italiano e non solo, dove un singolo calciatore l'ammontare mensile dei protocolli Covid euro lo guadagna in poco più di 10 minuti.
Onestamente, da uomini limitati quali siamo, ignoriamo quale ascendente Michele Emiliano possa avere nei confronti delle massime autorità nazionali politiche e calcistiche. Da sportivi quali siamo continuiamo a sperare di ritornare al più presto a commentare le partite da bordo campo, anche se volendo essere realisti i nostri sentimenti a tal proposito oscillano dal "come vuole andare andasse" ad un pessimismo che è un misto tra Ugo Foscolo, Giacomo Leopardi e Marco Masini.
E a tal proposito iniziamo a temere che la pandemia costituisca l'occasione perfetta per attuare quella "riforma dei campionati" in stile montiano che finirebbe per cancellare quasi definitivamente il calcio dalle piccole realtà di provincia che tanto hanno dato al calcio italiano.
Discorso diverso per ciò che concerne la Serie D, ove la Lega Nazionale Dilettanti ha stipulato una convenzione con FederLab che consente alle società di poter effettuare tamponi a costi decisamente agevolati (9,50 euro per il sierologico e 30 euro per il molecolare con un esborso mensile calcolabile in ogni caso in in alcune migliaia di euro. In ragione di tutto questo la domanda nasce spontanea: perché questa disparità di trattamento, visto e considerato che tra Serie D ed Eccellenza vi è solo una categoria di differenza?
Proprio la questione tamponi è il nodo che il presidente del Comitato Regionale pugliese della Lega nazionale Dilettanti, dottor Vito Tisci, ha provato a portare all'attenzione del presidente Michele Emiliano prima con una lettera aperta e poi presso la sede del governo regionale. Tisci chiede senza mezzi termini un aiuto economico volto ad alleggerire le società almeno della spesa per i tamponi, in modo tale da poter finalmente ripartire con i campionati regionali che da decreto saranno fermi fino a inizio marzo.
Nel frattempo continua inesorabile la diaspora di tanti calciatori di Eccellenza verso altri lidi, quando non addirittura verso altre attività, come nel caso di Marco Bartoli, l'ex capitano della Vigor Trani che ha preferito tentare la strada delle Forze Armate anziché continuare a pietire la ripresa di un torneo dove il costo mensile dei tamponi pare una spesa per molti proibitiva. Tutto questo - come mai ci stancheremo di ripetere – in un calcio, quello italiano e non solo, dove un singolo calciatore l'ammontare mensile dei protocolli Covid euro lo guadagna in poco più di 10 minuti.
Onestamente, da uomini limitati quali siamo, ignoriamo quale ascendente Michele Emiliano possa avere nei confronti delle massime autorità nazionali politiche e calcistiche. Da sportivi quali siamo continuiamo a sperare di ritornare al più presto a commentare le partite da bordo campo, anche se volendo essere realisti i nostri sentimenti a tal proposito oscillano dal "come vuole andare andasse" ad un pessimismo che è un misto tra Ugo Foscolo, Giacomo Leopardi e Marco Masini.
E a tal proposito iniziamo a temere che la pandemia costituisca l'occasione perfetta per attuare quella "riforma dei campionati" in stile montiano che finirebbe per cancellare quasi definitivamente il calcio dalle piccole realtà di provincia che tanto hanno dato al calcio italiano.