Calcio
Bitonto-Barletta 2-0: solo un miracolo (o una resa dei conti) può salvare questa squadra
Ennesima sconcertante prestazione dei biancorossi pesantemente contestati al ritorno da Bitonto
Barletta - lunedì 5 febbraio 2024
11.53
Oramai è chiaro, nelle condizioni in cui versa, neanche Guardiola, Klopp, Ancelotti, Allegri o il Mourinho del triplete interista riuscirebbero a salvare il Barletta delle ultime esibizioni da un mesto e indignitoso ritorno in Eccellenza.
Questo è il nostro scarno e persino edulcorato giudizio su quanto messo in mostra dal Barletta al "Rossiello" al cospetto di un avversario sicuramente non trascendentale, ma che al contrario degli uomini ora guidati da Ciullo almeno ci ha messo quella "cazzimma" che é necessaria quando si lotta per salvare la categoria.
E mentre Palazzo e compagni avevano il sangue agli occhi su ogni palla, quelli del Barletta hanno una volta ancora dato l'impressione di essere scesi in campo solo e soltanto in virtù di un contratto e di avere come massima aspirazione l'arrivare quanto prima a maggio per porre fine a quella che per molti di loro (non certo gli ultimi arrivati) ha assunto i contorni di una vera e propria agonia. Perchè bando all'ipocrisia, solo chi pensa di diventare ricco mangiando lenticchie a capodanno può credere che quanto successo da maggio 2023 in poi non abbia influito e non influisca ancora nelle teste di chi ogni domenica scende in campo con la maglia biancorossa, e che i "quenn t' na scì" e la ormai celeberrima "negatività intorno alla squadra" stiano più o meno inconsciamente quasi diventando una fin troppo comoda giustificazione alle ultime sconce prestazioni della squadra.
Intendiamoci, saremmo più che lieti nel veder smentiti questi cattivi pensieri già dalla prossima partita in casa contro il Matera, ma se così non fosse e se davvero in società si vuole il bene del Barletta, allora sarebbe anche giunta l'ora delle decisioni forti, dal momento che in passato si è arrivati a rescissioni contrattuali per molto meno. Sì perché domenica a Bitonto si è vista gente che neanche troppo tempo fa faceva la differenza (o almeno ci provava) scendere in campo in maniera davvero irritante. Gente che, così come vista a Bitonto e a Gallipoli, a questo Barletta non serve. E se la situazione societaria - ripetiamo, più o meno inconsciamente - deve continuare ad essere un alibi per queste performances raccapriccianti, tanto vale schierare in campo soltanto gli ultimi arrivati e magari chi la maglia la sente davvero (e qui ogni riferimento ad Antonio Cafagna non è affatto casuale), così se proprio si deve retrocedere (come è altamente probabile di questo passo) almeno lo si fa con la maglia sudata e con le lacrime agli occhi.
Questo è il nostro scarno e persino edulcorato giudizio su quanto messo in mostra dal Barletta al "Rossiello" al cospetto di un avversario sicuramente non trascendentale, ma che al contrario degli uomini ora guidati da Ciullo almeno ci ha messo quella "cazzimma" che é necessaria quando si lotta per salvare la categoria.
E mentre Palazzo e compagni avevano il sangue agli occhi su ogni palla, quelli del Barletta hanno una volta ancora dato l'impressione di essere scesi in campo solo e soltanto in virtù di un contratto e di avere come massima aspirazione l'arrivare quanto prima a maggio per porre fine a quella che per molti di loro (non certo gli ultimi arrivati) ha assunto i contorni di una vera e propria agonia. Perchè bando all'ipocrisia, solo chi pensa di diventare ricco mangiando lenticchie a capodanno può credere che quanto successo da maggio 2023 in poi non abbia influito e non influisca ancora nelle teste di chi ogni domenica scende in campo con la maglia biancorossa, e che i "quenn t' na scì" e la ormai celeberrima "negatività intorno alla squadra" stiano più o meno inconsciamente quasi diventando una fin troppo comoda giustificazione alle ultime sconce prestazioni della squadra.
Intendiamoci, saremmo più che lieti nel veder smentiti questi cattivi pensieri già dalla prossima partita in casa contro il Matera, ma se così non fosse e se davvero in società si vuole il bene del Barletta, allora sarebbe anche giunta l'ora delle decisioni forti, dal momento che in passato si è arrivati a rescissioni contrattuali per molto meno. Sì perché domenica a Bitonto si è vista gente che neanche troppo tempo fa faceva la differenza (o almeno ci provava) scendere in campo in maniera davvero irritante. Gente che, così come vista a Bitonto e a Gallipoli, a questo Barletta non serve. E se la situazione societaria - ripetiamo, più o meno inconsciamente - deve continuare ad essere un alibi per queste performances raccapriccianti, tanto vale schierare in campo soltanto gli ultimi arrivati e magari chi la maglia la sente davvero (e qui ogni riferimento ad Antonio Cafagna non è affatto casuale), così se proprio si deve retrocedere (come è altamente probabile di questo passo) almeno lo si fa con la maglia sudata e con le lacrime agli occhi.