Roberto Tatò, presidente del Barletta Calcio
Roberto Tatò, presidente del Barletta Calcio
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Barletta, torna Tatò: ma per quali programmi?

Intanto sul mercato Allegretti si avvicina all'addio, potrebbe seguirlo Romeo

Lascia o raddoppia? L'interrogativo, ritornando con la mente alle sue ultime dichiarazioni, risalenti al 21 novembre, sembrerebbe pleonastico, ma le "strategie" entro le quali si sta muovendo il Barletta Calcio edizione 2013/2014 non lasciano trasparire nulla di scontato. Parliamo di patron Roberto Tatò e del suo tira-e-molla alla guida del sodalizio di via Vittorio Veneto: un amore contrastato, durato tre anni e mezzo fino alla celebre conferenza stampa del 27 novembre 2013, con nel mezzo dimissioni annunciate nell'estate 2012, mai ratificate dal consiglio d'amministrazione. Tatò è ancora in carica, ma con termine fissato dallo stesso numero uno biancorosso al 30 giugno 2014: cosa succederà nel futuro biancorosso dopo quella data è un'incognita, ma il mistero avvolge il club, chi lo vive e chi lo segue anche ai giorni nostri.

Quale finale di stagione?
Il calciomercato invernale è entrato nel vivo da quasi una settimana, ma di nomi in entrata e di programmazione su sponda biancorossa non se ne vede l'ombra. Tutto pare filare liscio a sentire mister Orlandi o il dg Martino, nonostante i numeri inchiodino la squadra: 0 vittorie interne, 11 punti in 19 partite, 8 reti appena all'attivo. Numeri che la tendenza a vedere sempre il bicchiere mezzo pieno sembra cancellare con un colpo di spugna. Che il Barletta abbia abbracciato la "linea verde", risolvendo i contratti di Picci e Prutsch, è questione ormai nota ai muri. Che la coperta a disposizione di Orlandi sia corta, anzi cortissima, è fatto altrettanto pacifico. Allora serve che chi ha assicurato un futuro regolare al club almeno per i prossimi sei mesi si assuma la responsabilità di compiere scelte utili per il presente e il futuro del club biancorosso: ogni imprenditore ha il sacrosanto diritto di fermare un investimento, ma ha anche verso gli interessati- tifosi e tesserati in questo caso- il dovere morale di agire con la massima correttezza. Il Barletta ha già cambiato obiettivi- al ribasso- durante l'annata, cosa accadrà in questa seconda parte di stagione? Intanto alla finestra di via Vittorio Veneto- eccezion fatta per la cordata salentina manifestata a fine novembre e rappresentata dall'avvocato De Matteis- nessuno si è ancora fatto vivo. E il patrimonio tecnico, economico e composto dal parco giocatori continua a deprezzarsi.

Chi sale e chi scende: Allegretti vicino all'addio? Arriva Mazzotta
Un volto nuovo c'è: parliamo di Manuel Mazzotta, attaccante classe 1994 in forza al Lecce. Centravanti di piede destro, alto 185 centimetri per 79 chilogrammi, la punta salentina potrebbe aggiungersi gruppo di Nevio Orlandi, sin qui detentrice di uno stitico attacco (8 reti in 19 partite di campionato) privo per almeno un mese di Andrea La Mantia, unico attaccante in forza alla rosa biancorossa. Il giocatore si è allenato ieri con la Berretti e potrebbe firmare a ore. Per un giovane che entra, tanta esperienza in uscita. In pochi mesi, Riccardo Allegretti è passato da icona della salvezza a simbolo dell'incertezza in seno al Barletta Calcio. Il capitano del Barletta Calcio non vede il campo dal 23 ottobre, quando si fratturò la clavicola in Coppa Italia Lega Pro contro il Lecce. Di lì la riabilitazione, bollettini medici continuamente aggiornati rispetto ai 45 giorni inizialmente annunciati, i rumors che lo vorrebbero pronto a giocare ma ormai fuori dai piani societari, gli interessamenti dalla Prima Divisione (Perugia, Frosinone, Benevento, Gubbio, Lecce) e dalla serie B per il 35enne meneghino, il leit-motiv che attende "l'ok medico per impiegarlo" in via Vittorio Veneto. Un rientro che potrebbe però non avvenire: il calciatore sarebbe infatti in partenza per scelta societaria, in linea con i recenti "tagli", che potrebbero coinvolgere anche il difensore Fabio Romeo. Le prossime ore saranno decisive per decifrare il futuro del regista biancorosso, che ha spesso e volentieri ribadito la volontà di restare all'ombra di Eraclio. Ma i matrimoni, si sa, si fanno in due, anche nel calcio.

Un occhio al campo
Guardando al campo, il futuro immediato si chiama Ascoli, avversario in fase di smobilitazione tecnica e societaria, con un fallimento annunciato che pende sulla testa come una novella spada di Damocle. L'aria di smobilitazione è la preoccupante caratteristica in comune tra le due compagini, "giustificata" su sponda picena ma non in casa biancorossa. Sarà la volta buona per regalare un sorriso al "Puttilli"? In attesa della sfida di domenica, resta l'amarezza per il presente e per un 2014 avviato con un ko, come il 2013. Le similitudini con la scorsa stagione non si fermano qui: anche l'anno scorso a questo punto il Barletta aveva ottenuto una sola vittoria, in trasferta a metà novembre (a Sorrento), veleggiava nei bassifondi e non aveva mai vinto in casa. Allora si cambiò, oggi si preferisce guardare sempre il bicchiere "mezzo pieno", rispettando la regola del silenzio.
(Twitter: @GuerraLuca88)
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