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Calcio
Barletta, tanto volume (di gioco) per nulla
Biancorossi belli ma sfortunati contro il Matera, ora sotto con gli scontri diretti
Barletta - lunedì 27 ottobre 2014
14.05
Giocare male e perdere lascia in dote rabbia e critiche, la sconfitta incassata giocando bene e perdendo sull'unica conclusione dell'avversario-quotato e costruito con tanti elementi di spessore- ha un retrogusto agrodolce: all'amarezza per il ko, il quarto consecutivo, il Barletta superato dal Matera unisce ritrovate certezze, sul piano del gioco e della corsa. I complimenti, però, non bastano a portare in dote punti, così ci troviamo a raccontare di una squadra, quella biancorossa, che ha perso da 40 giorni il sapore della vittoria, grande assente dal 3-0 al Cosenza, e ha bisogno di tornare a marciare per rimpinguare una classifica ferma da un mese, che oggi vede Liverani e compagni a quota 8 punti dopo 10 partite, con una lunghezza di vantaggio sulla zona-playout.
Quel maledetto minuto 39
Minuto 39: dopo tanto possesso palla e più di qualche offensiva biancorossa, il centravanti materano Albadoro appoggia per l'accorrente Iannini, che non marcato a dovere dai 25 metri estrae il coniglio dal cilindro e con un destro potente e preciso lascia di sasso Liverani, sin lì inoperoso, scena che si ripeterà fino al fischio finale. Stesso istante della rete del sannita Marotta due settimane prima, stesso esito finale: seconda sconfitta interna consecutiva e gol assente al "Puttilli" da tre incontri. A cambiare, questa volta, è stata però la condotta del match: Barletta sempre avanti a testa bassa, ma senza frutti.
Tanto volume di gioco, pochi frutti: tra sfortuna, Baiocco e imprecisioni
«Creiamo tanto volume di gioco, ma ci manca il gol: ora toccherà a noi ottimizzare al meglio le occasioni capitate» il commento di mister Marco Sesia in sala stampa ha riverberato un refrain già ascoltato nelle precedenti apparizioni: se però in altre prove il Barletta era stato efficace sino ai 20 metri, questa volta il gol è stato davvero a un passo. Solo un Baiocco in serata di grazia, autore di almeno cinque parate determinanti, unite a un palo e a errori di precisione degli attaccanti biancorossi, hanno negato la gioia del pareggio, risultato che sarebbe stato stretto ai biancorossi. Ma con i se e con i ma non si fa la storia, tantomeno quella del calcio.
Attacco: serve la punta "sporca, brutta e cattiva"
Allora, oltre che all'orticello avversario, rappresentato da un avversario imbastito per correre verso la serie B e mai superiore ai ragazzi di Sesia e da un portiere in formato "Roberto", occorre guardare in casa propria: creare 12 palle-gol e non metterne dentro nemmeno una non è solo fattore addebitabile alla "mala suerte". L'altra faccia della medaglia è rappresentata dai numeri dei due attaccanti centrali oggi a disposizione dopo il ko di Dell'Agnello: dopo 10 turni di campionato Fall (a un passo dal gol in tre occasioni sabato) e Biancolino (il "Pitone" ha all'attivo una rete dal dischetto in Coppa) non sono ancora andati a segno, e la sensazione è che manchi quella punta "sporca, brutta e cattiva" che in Lega Pro toglie spesso e volentieri le castagne dal fuoco.
Meola e De Rose, la gamba che conta: Danti, più di un'alternativa?
Le notizie positive non mancano, al netto del punteggio. A destra finalmente si è visto un Meola vicino a quello apprezzato negli anni precedenti in Lega Pro e a Livorno, dopo le prime apparizioni di assoluta mediocrità: l'esterno classe 1990 ha messo in difficoltà il materano Pino e scodellato diversi palloni pregiati, confermando la sua maggiore affinità con il 3-5-2. Detto di un Roberto Floriano tornato a macinare calcio e ritmo, motorino è stato Francesco De Rose, leader tecnico ed emotivo della mediana, abile anche quando chiamato in difesa come avvenuto nel finale: ai suoi colleghi di reparto Legras, Quadri, Branzani, Venitucci e Palazzolo il compito di salire di tono per suonare una sinfonia ritmata. Buonina la prima per Domenico Danti, in campo per 25 minuti nel finale: frizzante a destra, l'ex attaccante del Cosenza-in attesa della miglior forma-dà il sentore di poter diventare più di un'alternativa.
Ambiente: compattezza per la salvezza
Gli applausi riservati dall'intero stadio a Radi e compagni dopo il fischio finale di Colarossi hanno un solo significato: perdere si può, ma lottando e dando l'anima (calcistica, s'intende) per 90 e passa minuti, come avvenuto contro il Matera. Il pubblico barlettano è un valore aggiunto, anche quando per solo amore produce qualche fischio come avvenuto due settimane fa contro il Benevento: accettare plausi e zufoli-dinamiche ricorrenti nella corsa verso la salvezza-è segno di maturità e accettazione del diritto di critica, reagire sul campo è sintomo di orgoglio e compattezza. Andare al di là delle polemiche o presunte tali "create ad arte", citate da Perpignano in mattinata e da Sesia in serata davanti ai microfoni, servirebbe a concentrarsi solo sul campo, l'unico giudice per questa squadra che anche sabato ha dimostrato di poter lottare con tutti, quando gioca con intensità e ritmo.
Tris di scontri diretti: replicare per vincere
Nei primi 10 turni il Barletta ha affrontato diversi aspiranti alla promozione, dal Lecce alla Casertana passando per Juve Stabia, Matera e Benevento, includendovi un calendario poco favorevole quanto a trasferte e combinazioni orarie: ora inizia la fase degli scontri diretti, quelli in cui i punti valgono "doppio", per dirla in gergo calcistico, per Sesia (applaudito pubblicamente da Perpignano in sala stampa nel dopo-gara) e truppa. Si parte sabato 1 novembre al "Torre" di Pagani, per proseguire con il doppio turno interno contro Martina (sabato 8) e Melfi (domenica 16). Serviranno punti pesanti, per riportare a più di un punto il distacco dalle zone "calde" ed evitare di imboccare pericolose e infide spirali di classifica. Giocando come contro gli uomini di Auteri, sarà tutto più semplice.
(Twitter: @GuerraLuca88)
Quel maledetto minuto 39
Minuto 39: dopo tanto possesso palla e più di qualche offensiva biancorossa, il centravanti materano Albadoro appoggia per l'accorrente Iannini, che non marcato a dovere dai 25 metri estrae il coniglio dal cilindro e con un destro potente e preciso lascia di sasso Liverani, sin lì inoperoso, scena che si ripeterà fino al fischio finale. Stesso istante della rete del sannita Marotta due settimane prima, stesso esito finale: seconda sconfitta interna consecutiva e gol assente al "Puttilli" da tre incontri. A cambiare, questa volta, è stata però la condotta del match: Barletta sempre avanti a testa bassa, ma senza frutti.
Tanto volume di gioco, pochi frutti: tra sfortuna, Baiocco e imprecisioni
«Creiamo tanto volume di gioco, ma ci manca il gol: ora toccherà a noi ottimizzare al meglio le occasioni capitate» il commento di mister Marco Sesia in sala stampa ha riverberato un refrain già ascoltato nelle precedenti apparizioni: se però in altre prove il Barletta era stato efficace sino ai 20 metri, questa volta il gol è stato davvero a un passo. Solo un Baiocco in serata di grazia, autore di almeno cinque parate determinanti, unite a un palo e a errori di precisione degli attaccanti biancorossi, hanno negato la gioia del pareggio, risultato che sarebbe stato stretto ai biancorossi. Ma con i se e con i ma non si fa la storia, tantomeno quella del calcio.
Attacco: serve la punta "sporca, brutta e cattiva"
Allora, oltre che all'orticello avversario, rappresentato da un avversario imbastito per correre verso la serie B e mai superiore ai ragazzi di Sesia e da un portiere in formato "Roberto", occorre guardare in casa propria: creare 12 palle-gol e non metterne dentro nemmeno una non è solo fattore addebitabile alla "mala suerte". L'altra faccia della medaglia è rappresentata dai numeri dei due attaccanti centrali oggi a disposizione dopo il ko di Dell'Agnello: dopo 10 turni di campionato Fall (a un passo dal gol in tre occasioni sabato) e Biancolino (il "Pitone" ha all'attivo una rete dal dischetto in Coppa) non sono ancora andati a segno, e la sensazione è che manchi quella punta "sporca, brutta e cattiva" che in Lega Pro toglie spesso e volentieri le castagne dal fuoco.
Meola e De Rose, la gamba che conta: Danti, più di un'alternativa?
Le notizie positive non mancano, al netto del punteggio. A destra finalmente si è visto un Meola vicino a quello apprezzato negli anni precedenti in Lega Pro e a Livorno, dopo le prime apparizioni di assoluta mediocrità: l'esterno classe 1990 ha messo in difficoltà il materano Pino e scodellato diversi palloni pregiati, confermando la sua maggiore affinità con il 3-5-2. Detto di un Roberto Floriano tornato a macinare calcio e ritmo, motorino è stato Francesco De Rose, leader tecnico ed emotivo della mediana, abile anche quando chiamato in difesa come avvenuto nel finale: ai suoi colleghi di reparto Legras, Quadri, Branzani, Venitucci e Palazzolo il compito di salire di tono per suonare una sinfonia ritmata. Buonina la prima per Domenico Danti, in campo per 25 minuti nel finale: frizzante a destra, l'ex attaccante del Cosenza-in attesa della miglior forma-dà il sentore di poter diventare più di un'alternativa.
Ambiente: compattezza per la salvezza
Gli applausi riservati dall'intero stadio a Radi e compagni dopo il fischio finale di Colarossi hanno un solo significato: perdere si può, ma lottando e dando l'anima (calcistica, s'intende) per 90 e passa minuti, come avvenuto contro il Matera. Il pubblico barlettano è un valore aggiunto, anche quando per solo amore produce qualche fischio come avvenuto due settimane fa contro il Benevento: accettare plausi e zufoli-dinamiche ricorrenti nella corsa verso la salvezza-è segno di maturità e accettazione del diritto di critica, reagire sul campo è sintomo di orgoglio e compattezza. Andare al di là delle polemiche o presunte tali "create ad arte", citate da Perpignano in mattinata e da Sesia in serata davanti ai microfoni, servirebbe a concentrarsi solo sul campo, l'unico giudice per questa squadra che anche sabato ha dimostrato di poter lottare con tutti, quando gioca con intensità e ritmo.
Tris di scontri diretti: replicare per vincere
Nei primi 10 turni il Barletta ha affrontato diversi aspiranti alla promozione, dal Lecce alla Casertana passando per Juve Stabia, Matera e Benevento, includendovi un calendario poco favorevole quanto a trasferte e combinazioni orarie: ora inizia la fase degli scontri diretti, quelli in cui i punti valgono "doppio", per dirla in gergo calcistico, per Sesia (applaudito pubblicamente da Perpignano in sala stampa nel dopo-gara) e truppa. Si parte sabato 1 novembre al "Torre" di Pagani, per proseguire con il doppio turno interno contro Martina (sabato 8) e Melfi (domenica 16). Serviranno punti pesanti, per riportare a più di un punto il distacco dalle zone "calde" ed evitare di imboccare pericolose e infide spirali di classifica. Giocando come contro gli uomini di Auteri, sarà tutto più semplice.
(Twitter: @GuerraLuca88)
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