Barletta-Andria 0-1
Barletta-Andria 0-1
Calcio

Barletta, "male male male": la luce in fondo al tunnel è sempre più lontana...

Il ko contro l'Andria evidenza limiti tattici e caratteriali della squadra. Rivedibili le scelte di formazione.

Barletta, dica 33...
E' andato all'Andria- e con merito- il 33esimo derby della Bat, o meglio per quello che potrebbe essere anche stato l'ultimo derby della Sesta Provincia. Contro i cugini biancazzurri il Barletta non riesce a trovare la fatidica giusta medicina nonostante la numerologia "medica" fosse venuta in aiuto: il Barletta non ha "detto 33", confermando così il suo stato di cattiva salute. La sfida del "Puttilli" è stata vinta dagli ospiti per 1-0 grazie al centro di Arini al 40' del primo tempo. Biancorossi che restano ultimi, mentre l'Andria sale a quota 12 in classifica. Tanti fischi sono arrivati dagli spalti per i biancorossi al termine di una sfida che ha visto anche Rossi parare un rigore a Dezi in avvio di ripresa e Innocenti farsi ipnotizzare da Pane dal dischetto nel recupero del secondo tempo. Una brutta e meritata sconfitta per un Barletta a tratti inguardabile e confusionario. L'uomo-copertina della settimana calcistica nello Stivale è Andrea Stramaccioni, allenatore dell'Inter fresco di un bel successo in quel di Torino contro la Juventus. Come nel refrain utilizzato dal tecnico nerazzurro in alcuni siparietti con Antonio Cassano, a guardare questo Barletta non resta che dire "male male male"...

Confusione sovrana, dalla tattica alla scelta degli uomini
Altro che chiarezza. L'avvicendamento tra Novelli e Stringara ha partorito un topolino (il cambio di modulo) a scapito di una confusione che raramente a livello mentale e tattico si era vista in campo durante questo pur negativo avvio di stagione. Il passaggio alla difesa a 3, vero "dogma" dell'allenatore di Orbetello, è durato appena 45', sufficienti a non evitare che l'unica punta biancazzurra, quella vecchia conoscenza del "Puttilli" quale Riccardo Innocenti è, riuscisse a fornire al capitano andriese Arini l'assist per il centro decisivo. Tante le scelte sul banco degli imputati: dal rilancio di tanti, troppi uomini accantonati da tempo nella gestione-Novelli, non supportati da un'adeguata forma fisica e tranquillità mentale come Carretta e Vacca, la panchina di Daniele Simoncelli, confermatosi tra i più in palla nei 20' in campo, e soprattutto l'esclusione dall'"undici" titolare di Andrea La Mantia, il capocannoniere della squadra. Si dice che quando un allenatore rileva una panchina e ha pochi giorni per preparare una partita, come nel caso di Stringara, si debba puntare a occhi chiusi sulla "spina dorsale" della squadra: La Mantia di questa dorsale era l'apice, ma l'allenatore di Orbetello ha preferito puntare sulla "velocità di Carretta e Ferreira per impensierire la difesa dell'Andria". Gli effetti? Nei primi 45' il Barletta non ha avuto riferimenti avanzati e spesso distanze siderali si aprivano tra i due uomini d'attacco e il resto della squadra. Situazione leggermente migliorata con il 4-2-3-1 testato nella ripresa, con Dezi alle spalle di La Mantia, ma con una costante: confusione e mancanza di lucidità, mentale e fisica.

Petterini: da fuori rosa a capitano in cinque giorni
L'emblema delle "sliding doors" biancorosse in questa stagione è Filippo Petterini. Sempre sul mercato, fino all'ultimo giorno, il 31 agosto, in cui rifiutò l'offerta del Mantova e decise di restare a Barletta riducendosi lo stipendio, fino al 3 novembre l'ex terzino sinistro del Pescara si era visto in campo solo ad agosto in Tim Cup contro il Perugia. Ieri contro l'Andria è scoccata la sua "ora", prima posizionato come esterno di centrocampo a sinistra nel 3-5-2 di partenza, poi terzino sinistro nella retroguardia a 4 vista nella ripresa: naturale aspettarsi che non potesse essere al meglio dopo tre mesi senza giocare partite ufficiali, con piani complicati dalla presenza di una saetta indemoniata come D'Errico dalle sue parti. Stringara gli ha affidato la fascia di capitano, una scelta probabilmente basata sull'età (con i suoi 32 anni è il più esperto della truppa biancorossa): da fuori rosa a capitano in soli 5 giorni, anche questa una parabola che dimostra come gli ascensori del gradimento, dalle parti di via Veneto, siano sempre in movimento su carrucole che stentano a trovare freni efficaci.

Svincolati: ora o mai più
"Ci è mancata l'essenza del calcio, l'agonismo, la cattiveria sportiva, l'anima". Parole che mister Paolo Stringara ha ripetuto come un mantra nel post-partita. L'esperienza, in una sola parola: quella che si acquisisce solo con anni di campo e che in pochi maturano dopo poche partite. A meno di voler pensare di avere in rosa 20 fuoriclasse, che non avrebbero pagato il dazio di esperienza nei confronti delle altre formazioni del girone, il ko contro l'Andria e le parole dell'allenatore di Orbetello hanno toccato un altro "nervo scoperto" della gestione del Barletta Calcio 2012/2013: l'età media troppo bassa, alla quale fa da contraltare l'assenza di 2-3 leader tecnici che con i vari Di Bella, Piccinni, Mazzarani, Petterini, Pane, Angeletti, Simoncelli e Romeo avrebbero potuto costituire lo "zoccolo duro" della squadra insieme ai tanti buoni giovani bisognosi di crescere secondo natura "calcistica". Insomma, quello che aveva portato alle dimissioni di fine agosto "rivelate" da Novelli nella sua lettera d'addio. La classifica dice che oggi il Barletta ha conquistato la miseria di 3 punti in 9 partite, e che solo il deficitario andamento della Carrarese non relega i biancorossi soli in ultima posizione. Urgono interventi, appare chiaro, anche se il ds Pavone in settimana aveva chiaramente spiegato di non vederne il bisogno; urgono interventi, dicevamo, e servono presto, non a gennaio, quando il campionato avrà superato il giro di boa del calendario e i 7 punti di distacco dalla zona-salvezza che oggi la classifica consegna in eredità potrebbero essere eccessivamente aumentati. Non è pessimismo gratuito, ma sano realismo. "Vedremo cosa succede: fra me, il direttore e il presidente valuteremo la situazione, ora pensiamo a rimediare a questa situazione difficilissima" ha detto Stringara a fine stagione. Appunto, difficilissima: meglio evitare che diventi insanabile…

Rossi e quell'esultanza "esagerata"....
A far da cornice alla sfida del "Puttilli" ci ha pensato il gemellaggio tra le tifoserie di Barletta e Andria, protagoniste di tanti bei gesti di amicizia prima del fischio d'inizio: belle immagini che però cozzano con quanto tanti giurano di aver visto dalla gradinata opposta alla Tribuna Stampa e dalla curva biancorossa a fine partita. Il portiere biancazzurro Gianmaria Rossi al fischio finale del signor Ripa avrebbe infatti esultato con eccessiva veemenza e qualche gesto poco rispettoso, ci hanno riferito diversi tifosi, nei confronti del pubblico di fede barlettana. In attesa delle immagini che confermino la "poco educata" esultanza dell'estremo andriese, si può solo aggiungere che la comprensibilmente enorme gioia per la vittoria di un derby non deve e non può sfociare nella provocazione. Un'altra "macchia" in una giornata certo non felice per il pubblico barlettano. A proposito, in certi settori del "Puttilli" sembrava quasi di essere ad Andria, per il numero di sostenitori biancazzurri presenti, oltre che nel settore Ospiti, anche in gradinata e in tribuna…

Dal silenzio ai fischi
Il Barletta ieri è tornato a giocare sul prato del "Cosimo Puttilli" a 28 giorni di distanza dall'ultima volta, l'1-3 contro il Latina del sesto turno. Allora al termine della sfida contro i pontini di Pecchia fu un "assordante silenzio" a salutare l'uscita dal campo di Pane e compagni, mentre ieri sera fischi ben udibili si sono levati dagli spalti dell'impianto sportivo barlettano a fine partita. Fischi di frustrazione, ululati di stanchezza per una squadra che sembra costantemente ripetere lo stesso film e non vede mutamenti nel piatto encefalogramma di questi primi due mesi di lavoro. La paura è che con il tempo ai fischi- segno comunque di amore, di passione verso il biancorosso- subentri nuovamente il silenzio, questa volta il "rumore" della disaffezione, del deperimento della voglia di soffrire per questa squadra. Urge cambiare rotta, subito.

Si torna a' Surriento...
"Sappiamo che la situazione è critica ma non abbiamo paura" Così in conferenza mister Stringara ha risposto ai cronisti che gli chiedevano quanto nera fosse la classifica. A un Barletta che stenta maledettamente a dare segnali di risveglio, potrebbe servire appellarsi anche alla cabala: domenica prossima si va a Sorrento, contro gli amalfitani che precedono di tre punti i biancorossi in graduatoria. Sorrento terra di aspri limoni, ma di dolci ricordi per il Barletta: è lì che il 7 giugno 1987 arrivò la matematica, prima, storica, promozione in serie B, è lì che i biancorossi vogliono riannidarsi con i fili della vittoria, smarrita da oltre sei mesi, legandosi a memorie piacevoli e cancellando invece moti di protesta che ieri abbiamo udito sugli spalti del "Puttilli", che inneggiavano i toni di epoche calcistiche ben meno lungimiranti, ai cori di "e c sta squedr ando ma sci"…A buon intenditore e traduttore (barlettano), poche parole…;
(Twitter: @GuerraLuca88)
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