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Calcio
Barletta, sembra un tunnel senza fine
Biancorossi al quinto stop consecutivo, la situazione è sempre più delicata
Barletta - lunedì 3 novembre 2014
15.55
Un lungo e buio tunnel, del quale non si riesce a intravedere l'uscita. In questo lungo tunnel sembra essersi perso il Barletta che dalla sfida del 29 settembre scorso contro il Savoia non riesce a far punti ed a Pagani ha incassato la quinta sconfitta consecutiva, in quello che doveva essere il match inaugurale del ciclo di scontri diretti dai quali i biancorossi avrebbero dovuto ricominciare a ricavare punti. Come abbiamo potuto vedere, non è andata così ed ora, quelle contro Martina Franca e Melfi in casa diventano due partite di importanza capitale. Andiamo però con ordine, ripercorrendo i temi principali della sfida persa contro gli azzurrostellati.
In trasferta suona sempre la solita musica
Inizio promettente, occasione sciupata, calo di ritmo, atteggiamento sempre meno spregiudicato quasi a volersi accontentare del pari, svantaggio, reazione e colpo del ko nel finale con errore di posizionamento su calcio piazzato. In queste due brevi righe, è riassunto lo spartito delle ultime due trasferte del Barletta a Caserta e Pagani, tralasciando quelle precedenti nelle quali il copione era stato molto simile con il comune denominatore della sconfitta finale (salvo a Reggio Calabria). Ed allora, gli interrogativi che sorgono spontanei sono: possibile che non si riescano a individuare le cause che portano a commettere sempre gli stessi errori? Possibile che non si sia riusciti a dar continuità all'ottimo secondo tempo giocato contro il Matera, dove solo la sfortuna aveva negato ai biancorossi il pari?
Se l'alunno è negligente, l'insegnante ha le sue colpe
Negligenza, questo è il termine utilizzato da mister Sesia per definire l'atteggiamento dei suoi calciatori rei di aver concesso all'avversario l'ennesimo gol su calcio piazzato. Le definizione utilizzata dall'allenatore torinese è assolutamente giusta, ma molte volte quando se l'alunno non si applica è anche a causa dell'insegnante che non riesce più a coinvolgerlo, a dargli gli stimoli giusti e la necessaria attenzione e la soluzione per correggere gli errori più frequenti. Tralasciando la metafora scolastica e tornando al calcio, si dice che le squadre mettano in campo ciò che gli viene trasmesso dal proprio allenatore ed allora, se questo vale anche per il Barletta è legittimo cominciare a pensare che ciò che Sesia trasmette ai suoi non è più sufficiente per raccogliere risultati. Urge da parte sua un cambio di direzione, prima che sia troppo tardi.
Speriamo non sia questa la "verità"
Nelle prossime partite contro avversari alla nostra portata sapremo la verità, capiremo chi siamo. Così, il presidente Perpignano alla vigilia della gara contro il Matera aveva introdotto il mini-ciclo di scontri diretti inaugurato a Pagani. Ebbene, vuoi per la sfortuna, vuoi per le negligenze dei calciatori e dell'allenatore la prima sfida del ciclo "verità" è stata persa, le sconfitte consecutive sono salite a cinque e la classifica vede inchiodati i biancorossi al sestultimo posto con soli tre punti di vantaggio sull'ultima piazza. La "verità" ad oggi è di quelle davvero amare, tanto amare da farci sperare che non possa essere questa.
Stendardo, De Rose e Floriano gli uomini a cui aggrapparsi
In un quadro così cupo e con due sfide casalinghe ad altissima tensione da approcciare non ci resta che aggrapparci a loro, a Mariano Stendardo, Francesco De Rose e Roberto Floriano. Sono i tre uomini che possono dare la sterzata, i calciatori che possono far scattare la scintilla e che bene o male anche in questo lungo periodo buio, seppur con le loro negligenze (è senza dubbio questo il vocabolo del giorno) hanno mantenuto un rendimento di buon livello. Anche a Pagani nella mediocrità generale sono stati gli unici sopra le righe, Stendardo ha provato a tenera a galla la difesa, De Rose a dare sostanza al centrocampo e Floriano con la gemma del momentaneo uno a uno a smuovere finalmente la classifica. Chiaramente loro tre non possono bastare, la speranza è che la squadra si faccia trascinare, ricominci a girare, riesca a superare gli imbarazzi, a ritrovare lo smalto perduto ed a sbucare, finalmente fuori da questo lungo, lunghissimo tunnel senza luce.
In trasferta suona sempre la solita musica
Inizio promettente, occasione sciupata, calo di ritmo, atteggiamento sempre meno spregiudicato quasi a volersi accontentare del pari, svantaggio, reazione e colpo del ko nel finale con errore di posizionamento su calcio piazzato. In queste due brevi righe, è riassunto lo spartito delle ultime due trasferte del Barletta a Caserta e Pagani, tralasciando quelle precedenti nelle quali il copione era stato molto simile con il comune denominatore della sconfitta finale (salvo a Reggio Calabria). Ed allora, gli interrogativi che sorgono spontanei sono: possibile che non si riescano a individuare le cause che portano a commettere sempre gli stessi errori? Possibile che non si sia riusciti a dar continuità all'ottimo secondo tempo giocato contro il Matera, dove solo la sfortuna aveva negato ai biancorossi il pari?
Se l'alunno è negligente, l'insegnante ha le sue colpe
Negligenza, questo è il termine utilizzato da mister Sesia per definire l'atteggiamento dei suoi calciatori rei di aver concesso all'avversario l'ennesimo gol su calcio piazzato. Le definizione utilizzata dall'allenatore torinese è assolutamente giusta, ma molte volte quando se l'alunno non si applica è anche a causa dell'insegnante che non riesce più a coinvolgerlo, a dargli gli stimoli giusti e la necessaria attenzione e la soluzione per correggere gli errori più frequenti. Tralasciando la metafora scolastica e tornando al calcio, si dice che le squadre mettano in campo ciò che gli viene trasmesso dal proprio allenatore ed allora, se questo vale anche per il Barletta è legittimo cominciare a pensare che ciò che Sesia trasmette ai suoi non è più sufficiente per raccogliere risultati. Urge da parte sua un cambio di direzione, prima che sia troppo tardi.
Speriamo non sia questa la "verità"
Nelle prossime partite contro avversari alla nostra portata sapremo la verità, capiremo chi siamo. Così, il presidente Perpignano alla vigilia della gara contro il Matera aveva introdotto il mini-ciclo di scontri diretti inaugurato a Pagani. Ebbene, vuoi per la sfortuna, vuoi per le negligenze dei calciatori e dell'allenatore la prima sfida del ciclo "verità" è stata persa, le sconfitte consecutive sono salite a cinque e la classifica vede inchiodati i biancorossi al sestultimo posto con soli tre punti di vantaggio sull'ultima piazza. La "verità" ad oggi è di quelle davvero amare, tanto amare da farci sperare che non possa essere questa.
Stendardo, De Rose e Floriano gli uomini a cui aggrapparsi
In un quadro così cupo e con due sfide casalinghe ad altissima tensione da approcciare non ci resta che aggrapparci a loro, a Mariano Stendardo, Francesco De Rose e Roberto Floriano. Sono i tre uomini che possono dare la sterzata, i calciatori che possono far scattare la scintilla e che bene o male anche in questo lungo periodo buio, seppur con le loro negligenze (è senza dubbio questo il vocabolo del giorno) hanno mantenuto un rendimento di buon livello. Anche a Pagani nella mediocrità generale sono stati gli unici sopra le righe, Stendardo ha provato a tenera a galla la difesa, De Rose a dare sostanza al centrocampo e Floriano con la gemma del momentaneo uno a uno a smuovere finalmente la classifica. Chiaramente loro tre non possono bastare, la speranza è che la squadra si faccia trascinare, ricominci a girare, riesca a superare gli imbarazzi, a ritrovare lo smalto perduto ed a sbucare, finalmente fuori da questo lungo, lunghissimo tunnel senza luce.

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