Calcio
Barletta Calcio, il giorno dopo il derby
La quarta sconfitta ha lasciato strascichi polemici
Barletta - lunedì 20 settembre 2010
20.40
Ogni maledetta domenica. Rischia di essere questo il titolo del film del campionato biancorosso se non si effettua una rapida inversione di tendenza. La sconfitta rimediata ieri pomeriggio contro il Foggia di Zeman ha lasciato scorie pesanti sulla classifica e sul morale, che vanno smaltite rapidamente in vista della trasferta di domenica a Terni.
Il post-partita di ieri è stato molto agitato: l'ennesima sconfitta rimediata a causa di marchiani errori difensivi, la sensazione di un gioco improvvisato, scarsamente organizzato, sommati all'incapacità di andare oltre la rete realizzata (su rigore!) da Margiotta contro la difesa più "spericolata" del girone, hanno prodotto una sonora contestazione nei confronti di squadra e dirigenza. Tornano in mente le parole espresse dal nuovo presidente Roberto Tatò nella presentazione di venerdi' scorso, durante la quale il patron biancorosso si era detto disponibile a rafforzare la squadra a Gennaio in caso di necessità. Il tempo sta confermando il bisogno di rinforzi, fermo restando la fiducia intatta in mister Sciannimanico, il quale anche ieri ha ribadito che «c'è bisogno di tempo, e tempo non ne abbiamo molto a disposizione. Però l'unica soluzione al momento è il lavoro e l'allenamento per recuperare le forze a disposizione ».
Analizzando la prestazione di ieri reparto per reparto, impossibile non correre col pensiero a quel Di Masi tristemente "parcheggiato" in tribuna per scelta societaria. Anche contro il Foggia Tesoniero si è dimostrato incerto e acerbo per guidare una difesa a certi livelli; posizionato fuori dai pali sul tiro del 2 a 0, mentre le sue colpe sulla prima rete vanno condivise con Masiero, il peggiore in campo ieri. Impreciso negli appoggi, costantemente preso d'infilata dal furetto Insigne sulle ripartenze rossonere, l'ex laterale della Pro Patria è parso la controfigura del promettente difensore che ha esordito in serie B con l'Ancona. Non è andato molto meglio il suo omologo Perico, che ha coperto bene sulle avanzate di Varga, ma è stato poco continuo in fase di spinta. Appena sufficienti Anselmi e Lucioni, che hanno dominato sulle palle alte, ma a volte in apprensione sulle incursioni centrali di Sau e Laribi. Sulla prestazione di Lucioni grava anche un errore sottoporta nel finale, ma non è certo da uno stopper che si devono pretendere anche i gol.
Nella ripresa Sciannimanico ha inventato Guerri e D'Allocco esterni difensivi: D'Allocco, al rientro dopo venti giorni d'assenza, ha dato ritmo sulla fascia sinistra, confermandosi in ripresa, mentre Guerri ha portato vigore nel campo di gioco, denunciando al tempo stesso la sua estraneità al ruolo. Mancano dunque due terzini incursori che sappiano difendere e spingere al tempo stesso, sulla stregua di Legittimo e Cutrupi nella scorsa stagione. Forse si sarebbe dovuto "lottare" di più per la loro riconferma.
La mediana: manca un organizzatore di gioco. Agnelli è ancora la brutta copia del mediano ammirato a Foggia, perdendo molti palloni davanti alla difesa. L'errore che si compie con lui è pretendere che sia il playmaker della squadra, ruolo per il quale non sembra portato. Meglio Rajcic in quel ruolo, come successo nella seconda frazione di gioco. Bellomo ha confermato di rendere di più nel cuore della manovra che confinato sulla fascia, ruolo in cui era stato proposto in partenza di partita. Menicozzo è stato il migliore in campo, offrendo una sintesi di agonismo e corsa, ciò che a questa squadra sembra mancare. L'ex mediano del Pavia ha mostrato carattere anche dopo la partita, guidando la squadra nel colloquio chiarificatore con gli ultras.
L'attacco ha deluso le aspettative: le premesse per sbloccarsi c'erano tutte. Un Foggia che attua una tattica del fuorigioco quasi scriteriata, gli avversari in dieci dalla fine del primo tempo, il sostegno del pubblico di casa. Ma non sono stati sufficienti. Caccavallo è stato brillante nella prima frazione, mettendo costantemente in crisi Regini sulla fascia destra, ma sulla sua prestazione pesa l'errore marchiano del secondo tempo, quel gol fallito a porta vuota che avrebbe potuto significare 2 a 2. Margiotta tornerà utile più in là, quando avrà raggiunto la migliore condizione. Ieri ha denunciato la lontananza dal campo, finendo più volte in fuorigioco, e subendo l'aggressività di Romagnoli e Rigione. Unica nota positiva, la realizzazione del penalty che ha riaperto il match. In leggera crescita Carbonaro, bravo ad allargare gli attacchi biancorossi sulla fascia sinistra nella ripresa. Infantino è rimasto in panchina per tutti i 90 minuti: il rientro del bomber di Tolve serve come il pane a questa squadra, troppo leggera e poco concreta in avanti.
Domani i biancorossi si ritroveranno per la ripresa degli allenamenti in vista della trasferta di Terni: da valutare le condizioni di Simoncelli e Baraldo. Obiettivo unico: superare quella quota 1 in graduatoria a cui la squadra barlettana si accompagna da ben 3 giornate.
Il post-partita di ieri è stato molto agitato: l'ennesima sconfitta rimediata a causa di marchiani errori difensivi, la sensazione di un gioco improvvisato, scarsamente organizzato, sommati all'incapacità di andare oltre la rete realizzata (su rigore!) da Margiotta contro la difesa più "spericolata" del girone, hanno prodotto una sonora contestazione nei confronti di squadra e dirigenza. Tornano in mente le parole espresse dal nuovo presidente Roberto Tatò nella presentazione di venerdi' scorso, durante la quale il patron biancorosso si era detto disponibile a rafforzare la squadra a Gennaio in caso di necessità. Il tempo sta confermando il bisogno di rinforzi, fermo restando la fiducia intatta in mister Sciannimanico, il quale anche ieri ha ribadito che «c'è bisogno di tempo, e tempo non ne abbiamo molto a disposizione. Però l'unica soluzione al momento è il lavoro e l'allenamento per recuperare le forze a disposizione ».
Analizzando la prestazione di ieri reparto per reparto, impossibile non correre col pensiero a quel Di Masi tristemente "parcheggiato" in tribuna per scelta societaria. Anche contro il Foggia Tesoniero si è dimostrato incerto e acerbo per guidare una difesa a certi livelli; posizionato fuori dai pali sul tiro del 2 a 0, mentre le sue colpe sulla prima rete vanno condivise con Masiero, il peggiore in campo ieri. Impreciso negli appoggi, costantemente preso d'infilata dal furetto Insigne sulle ripartenze rossonere, l'ex laterale della Pro Patria è parso la controfigura del promettente difensore che ha esordito in serie B con l'Ancona. Non è andato molto meglio il suo omologo Perico, che ha coperto bene sulle avanzate di Varga, ma è stato poco continuo in fase di spinta. Appena sufficienti Anselmi e Lucioni, che hanno dominato sulle palle alte, ma a volte in apprensione sulle incursioni centrali di Sau e Laribi. Sulla prestazione di Lucioni grava anche un errore sottoporta nel finale, ma non è certo da uno stopper che si devono pretendere anche i gol.
Nella ripresa Sciannimanico ha inventato Guerri e D'Allocco esterni difensivi: D'Allocco, al rientro dopo venti giorni d'assenza, ha dato ritmo sulla fascia sinistra, confermandosi in ripresa, mentre Guerri ha portato vigore nel campo di gioco, denunciando al tempo stesso la sua estraneità al ruolo. Mancano dunque due terzini incursori che sappiano difendere e spingere al tempo stesso, sulla stregua di Legittimo e Cutrupi nella scorsa stagione. Forse si sarebbe dovuto "lottare" di più per la loro riconferma.
La mediana: manca un organizzatore di gioco. Agnelli è ancora la brutta copia del mediano ammirato a Foggia, perdendo molti palloni davanti alla difesa. L'errore che si compie con lui è pretendere che sia il playmaker della squadra, ruolo per il quale non sembra portato. Meglio Rajcic in quel ruolo, come successo nella seconda frazione di gioco. Bellomo ha confermato di rendere di più nel cuore della manovra che confinato sulla fascia, ruolo in cui era stato proposto in partenza di partita. Menicozzo è stato il migliore in campo, offrendo una sintesi di agonismo e corsa, ciò che a questa squadra sembra mancare. L'ex mediano del Pavia ha mostrato carattere anche dopo la partita, guidando la squadra nel colloquio chiarificatore con gli ultras.
L'attacco ha deluso le aspettative: le premesse per sbloccarsi c'erano tutte. Un Foggia che attua una tattica del fuorigioco quasi scriteriata, gli avversari in dieci dalla fine del primo tempo, il sostegno del pubblico di casa. Ma non sono stati sufficienti. Caccavallo è stato brillante nella prima frazione, mettendo costantemente in crisi Regini sulla fascia destra, ma sulla sua prestazione pesa l'errore marchiano del secondo tempo, quel gol fallito a porta vuota che avrebbe potuto significare 2 a 2. Margiotta tornerà utile più in là, quando avrà raggiunto la migliore condizione. Ieri ha denunciato la lontananza dal campo, finendo più volte in fuorigioco, e subendo l'aggressività di Romagnoli e Rigione. Unica nota positiva, la realizzazione del penalty che ha riaperto il match. In leggera crescita Carbonaro, bravo ad allargare gli attacchi biancorossi sulla fascia sinistra nella ripresa. Infantino è rimasto in panchina per tutti i 90 minuti: il rientro del bomber di Tolve serve come il pane a questa squadra, troppo leggera e poco concreta in avanti.
Domani i biancorossi si ritroveranno per la ripresa degli allenamenti in vista della trasferta di Terni: da valutare le condizioni di Simoncelli e Baraldo. Obiettivo unico: superare quella quota 1 in graduatoria a cui la squadra barlettana si accompagna da ben 3 giornate.