Paganese-Barletta, una sconfitta che complica i piani
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Calcio

Attacco biancorosso, cooperativa “spuntata”

Poche reti, il risveglio con il 3-5-2, futuro da decifrare

Cooperativa a metà
Che una squadra partita con basi "zemaniane", almeno nelle idee, potesse partorire il topolino di 30 reti in 32 partite stagionali (playout compresi), era difficilmente immaginabile. Il Barletta Calcio edizione 2012/2013 non ha fatto dell'attacco il suo punto di forza: sette interpreti, 12 reti, tanti rimpianti e continue richieste di rinforzi, materializzate solo il 31 agosto in Andrea La Mantia, re del gol tra gli avanti biancorossi con 6 realizzazioni a fine annata. Una cooperativa del gol, completata da Barbuti (1), Carretta (3), Simoncelli (1) e Cicerelli (1) e "aiutata" da Jacopo Dezi (7 marcature), professione centrocampista offensivo. Il grande assente, in questa stagione, è stato un centravanti di razza, navigato per la categoria: si è puntato su troppi giovani, senza riferimenti, espungendo in corso d'opera i 30enni in rosa (vedi alle voci Franchini e Di Gennaro), ritrovando solo parzialmente nella gestione-Orlandi il fiuto sottorete, con 12 reti in 10 partite.

Barbuti & Cicerelli: i due volti della gioventù biancorossa
Classe 1992 il primo, classe 1994 il secondo, avevano credenziali diametralmente opposte in avvio di stagione, ribaltate durante l'anno. Riccardo Barbuti, arrivato da Sassuolo con buone credenziali, è stato prima "reinventato" centravanti da mister Novelli, poi relegato in tribuna da un infortunio nei mesi invernali, salvo non ritrovarsi più sul campo dal suo rientro, datato 8 febbraio nel 2-3 del "Puttilli" contro l'Avellino. Per lui una sola rete, a porta vuota, nel 2-2 di Pisa, e tante critiche proporzionali al comunque notevole impegno messo sul terreno di gioco a fronte di un gioco "spalle alla porta" che non tanto lo ha agevolato. Saluterà la piazza per fine prestito, senza lasciare il segno: chi invece potrebbe diventare un riferimento è Emanuele Pio Cicerelli. Arrivato nella "vagonata" di babies foggiani con Pavone per rafforzare la "Berretti", il calciatore nato nel 1994 a Manfredonia da marzo in poi è stato promosso stabilmente in Prima Squadra. Entrato tra i titolari nello 0-1 di Pagani, ha acquisito consapevolezza della propria forza: il Barletta 2013/2014 ripartirà da lui.

Daniel Ferreira e Stefano Castellani, misteri dell'area di rigore
Due "carneadi" di quest'annata sono Daniel Ferreira e Stefano Castellani. Il brasiliano è il vero desaparecido dell'anno: la sua stagione è stata esattamente spaccata a metà, ma non nel senso vero e proprio del termine. Nella prima parte, con Novelli alla guida del Barletta, gioca spesso titolare, alternando prestazioni sufficienti ad altre al limite di qualche film dell'orrore. Con Stringara la fiducia gli viene rinnovata, ma i risultati in campo sono tutt'altro che soddisfacenti. Da gennaio in poi, inoltre, il suo diventa un caso da "Chi l'ha visto?" potrebbe dedicare intere puntate. Complici la più classica delle "saudade", un adattamento non perfetto a Barletta e un carattere non facile, dopo le vacanze natalizie non torna più a Barletta. A Barletta c'è stato ma non si è visto Castellani: partito come titolare in estate, non ha mia visto il campo in gare ufficiali, eccezion fatta per un match di Coppa Italia: giusto il ritorno alla casa-madre Empoli dopo non esser mai sceso in campo a gennaio.

Il futuro: tra addii e conferme
Gli unici due attaccanti in rosa senza "foglio di via" a fine giugno sono Daniele Simoncelli e Emanuele Cicerelli: il vecchio e il nuovo, verrebbe da pensare. L'esterno di Cattolica, dopo 4 anni in biancorosso, ha vissuto la sua peggior stagione: mai seriamente considerato da Novelli, rispolverato da Stringara, in campo solo per 16 minuti in 7 partite nel Novelli-bis, Orlandi gli restituisce quella fiducia che gli era stata tolta, ma non ha mai inciso come avrebbe potuto. Il suo contratto scadrà nel 2014, ma la via della rescissione appare già imboccata. Torneranno a casa Carretta (Benevento-Chievo), Barbuti (Sassuolo) e La Mantia (Frosinone): solo quest'ultimo- ha convinto per voglia di mettersi in gioco e sacrificarsi- potrebbe restare, ma difficilmente sarà il riferimento offensivo. Serve una punta di razza per trovare certezze e valorizzare Cicerelli, asso pregiato in sede di mercato, laddove il Barletta non monetizza cessioni da tempi biblici. Arriverà, perchè errare è umano, ma perseverare è diabolico.
(Twitter: @GuerraLuca88)
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