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28 luglio 1980, Mennea da record a Mosca
33 anni fa, il primato sui 200 metri del compianto campione barlettano
Barletta - domenica 28 luglio 2013
33 anni fa, in questo giorno, l'intera città di Barletta e gran parte d'Italia erano in trepidante attesa per seguirlo e guidarlo alla ricerca di quello che sarebbe diventato un record storico, ottenuto contro un campione dell'epoca come Alan Wells. Parliamo di Pietro Paolo Mennea e del suo record di Mosca, datato 28 luglio 1980. Quella molti italiani dissero: "Non esco, vedo Mennea". E ne valse la pena, visto che ancora oggi ricordiamo l'immagine in cui un Mennea determinato, feroce come pochi, taglia il traguardo in terra russa.
A soli quindici anni sfidava Porsche ed Alfa Romeo, in viale Giannone a Barletta, Pietro Paolo Mennea; i giovani dell'epoca si intrattenevano a vederlo correre sino alle tre di notte, perché era un piacere assistere alla folle corsa di questo giovinetto, che con le 500lire vinte da queste piccole scommesse, si pagava la merenda per la scuola. Tante "seconde vite" professionali: avvocato, insegnante, commercialista, deputato europeo, anche candidato sindaco nel 2002, con esiti però da dimenticare. Si è laureato a Bari una prima volta in scienze politiche, per poi conseguire anche le lauree in giurisprudenza, scienze dell'educazione motoria e lettere. Nel suo palmares le Olimpiadi di Monaco, Montreal, Mosca, Los Angeles e Seul, 528 gare complessive, 23 libri e soprattutto il record mondiale del 1979 a Città del Messico, dove corse i 200 metri in 19 e 72, primato rimasto in piedi per ben 17 anni e ancora intatto su scala europea. Un oro e due bronzi olimpici.
Pietro Mennea giunse a Mosca come favorito nella specialità, forte del record mondiale suggellato un anno prima, a Città del Messico, dove aveva corso i 200 in 19 e 72, e anche a causa del boicottaggio statunitense di quella edizione delle Olimpiadi: al netto delle precisazioni, la sua impresa significò in ogni caso il coronamento di una carriera dove, primo atleta nella storia, riesce a correre quattro finali olimpiche consecutive nei 200 metri piani (bronzo a Monaco 1972, quarto a Montreal 1976, oro a Mosca 1980 e settimo a Los Angeles 1984).
A metà gara Mennea era sesto, dopo una pessima partenza. Wells eseguì invece una curva perfetta e si presentò ampiamente in testa sul rettilineo finale. Lì venne fuori il Mennea "nero dentro", come lo definiva Cassius Clay. Nella memorabile telecronaca RAI, Paolo Rosi spiega che Mennea "cerca di recuperare", poi il compianto campionissimo barlettano "recupera", termine scandito cinque volte e Rosi conclude con un doppio "Ha vinto!" che sancisce la vittoria. Parole semplici ma efficaci, proprio come Pietro Mennea, scomparso lo scorso 21 marzo era.
(Twitter: @GuerraLuca88)
A soli quindici anni sfidava Porsche ed Alfa Romeo, in viale Giannone a Barletta, Pietro Paolo Mennea; i giovani dell'epoca si intrattenevano a vederlo correre sino alle tre di notte, perché era un piacere assistere alla folle corsa di questo giovinetto, che con le 500lire vinte da queste piccole scommesse, si pagava la merenda per la scuola. Tante "seconde vite" professionali: avvocato, insegnante, commercialista, deputato europeo, anche candidato sindaco nel 2002, con esiti però da dimenticare. Si è laureato a Bari una prima volta in scienze politiche, per poi conseguire anche le lauree in giurisprudenza, scienze dell'educazione motoria e lettere. Nel suo palmares le Olimpiadi di Monaco, Montreal, Mosca, Los Angeles e Seul, 528 gare complessive, 23 libri e soprattutto il record mondiale del 1979 a Città del Messico, dove corse i 200 metri in 19 e 72, primato rimasto in piedi per ben 17 anni e ancora intatto su scala europea. Un oro e due bronzi olimpici.
Pietro Mennea giunse a Mosca come favorito nella specialità, forte del record mondiale suggellato un anno prima, a Città del Messico, dove aveva corso i 200 in 19 e 72, e anche a causa del boicottaggio statunitense di quella edizione delle Olimpiadi: al netto delle precisazioni, la sua impresa significò in ogni caso il coronamento di una carriera dove, primo atleta nella storia, riesce a correre quattro finali olimpiche consecutive nei 200 metri piani (bronzo a Monaco 1972, quarto a Montreal 1976, oro a Mosca 1980 e settimo a Los Angeles 1984).
A metà gara Mennea era sesto, dopo una pessima partenza. Wells eseguì invece una curva perfetta e si presentò ampiamente in testa sul rettilineo finale. Lì venne fuori il Mennea "nero dentro", come lo definiva Cassius Clay. Nella memorabile telecronaca RAI, Paolo Rosi spiega che Mennea "cerca di recuperare", poi il compianto campionissimo barlettano "recupera", termine scandito cinque volte e Rosi conclude con un doppio "Ha vinto!" che sancisce la vittoria. Parole semplici ma efficaci, proprio come Pietro Mennea, scomparso lo scorso 21 marzo era.
(Twitter: @GuerraLuca88)