Calcio
10 ultras biancorossi ancora lontano dai campi
Erano stati fermati durante Manfredonia-Barletta del 15 febbraio 2009
Barletta - venerdì 17 giugno 2011
Erano 10 i ricorsi per altrettanti tifosi biancorossi, tutti respinti o giudicati in parte improcedibili a seguito di una partita di calcio tra il Barletta Calcio e il Manfredonia risalente al 2009. Così ha deciso la terza sezione del Tar pugliese nei confronti dei 10 biancorossi, rappresentati dagli avvocati Adami e Maggi. Gli ultras biancorossi richiedevano la revoca del famigerato "daspo", comminato loro nella misura di 36 mesi, a seguito di una segnalazione avvenuta durante la partita di calcio Manfredonia – Barletta del 15 febbraio 2009, valida per il campionato di Seconda Divisione, girone C, disputata presso lo stadio "Miramare" del centro sipontino, una delle "piazze calde" del calcio di capitanata.
I ricorrenti 10 tifosi biancorossi speravano in una riduzione di pena visto che la loro posizione, a loro dire, non era tanto grave, lamentandosi infatti di non essere entrati nella struttura, ma di essere stati controllati dalle forze dell'ordine preposte a circa 300 metri dalla struttura, peraltro a partita in corso.
Ma la risposta del Tar è stata chiara e inequivocabile, giustificando la pena con il fatto che il gruppo di tifosi biancorossi erano stati identificati in seguito ad alcuni tafferugli. Inoltre la Questura ha precisato che alcuni dei tifosi erano già stati destinatari di provvedimenti di Daspo.
Volendo far riferimento all'art. 6 che regolamenta tali casi, il testo di legge recita che "non è necessariamente collegata alla colpevolezza per un reato, ma si ricava da concrete ragioni idonee a sorreggere un giudizio prognostico di pericolosità". I giudici del Tar hanno dunque bollato come pericolosa la presenza dei tifosi biancorossi, considerando altresì che i tafferugli con l'opposta tifoseria si erano verificati in occasione dei festeggiamenti per il Carnevale, durante il quale erano accorsi nel capoluogo sipontino numerosi visitatori, soprattutto bambini.
Dunque nessuno sconto di pena. I tifosi biancorossi coinvolti nella vicenda saranno costretti ad attendere il 2012 per tornare a tifare i propri beniamini all'interno delle strutture sportive, "accontentandosi" di guardare gli eventi in tv.
I ricorrenti 10 tifosi biancorossi speravano in una riduzione di pena visto che la loro posizione, a loro dire, non era tanto grave, lamentandosi infatti di non essere entrati nella struttura, ma di essere stati controllati dalle forze dell'ordine preposte a circa 300 metri dalla struttura, peraltro a partita in corso.
Ma la risposta del Tar è stata chiara e inequivocabile, giustificando la pena con il fatto che il gruppo di tifosi biancorossi erano stati identificati in seguito ad alcuni tafferugli. Inoltre la Questura ha precisato che alcuni dei tifosi erano già stati destinatari di provvedimenti di Daspo.
Volendo far riferimento all'art. 6 che regolamenta tali casi, il testo di legge recita che "non è necessariamente collegata alla colpevolezza per un reato, ma si ricava da concrete ragioni idonee a sorreggere un giudizio prognostico di pericolosità". I giudici del Tar hanno dunque bollato come pericolosa la presenza dei tifosi biancorossi, considerando altresì che i tafferugli con l'opposta tifoseria si erano verificati in occasione dei festeggiamenti per il Carnevale, durante il quale erano accorsi nel capoluogo sipontino numerosi visitatori, soprattutto bambini.
Dunque nessuno sconto di pena. I tifosi biancorossi coinvolti nella vicenda saranno costretti ad attendere il 2012 per tornare a tifare i propri beniamini all'interno delle strutture sportive, "accontentandosi" di guardare gli eventi in tv.