Ultra-Suoni
Lillo Bra$$, lo storyteller dell'hip-hop made in Barletta
Dai Nirvana a De Andrè, il giovane talento si racconta
domenica 25 febbraio 2018
18.49
E' ormai "un'inondazione" quella che sta sommergendo Barletta nelle piacevoli acque dell'hip-hop e che probabilmente si pone, per ora, a caposaldo ed emblema della musica nostrana. Il fenomeno – man mano che ci si appresti a cercare nuovi talenti nella Città della Disfida – è più diffuso di quanto i non addetti ai lavori possano lontanamente immaginare e le varianti di genere, sembrerebbero essere pressoché infinite. Dunque, ancora una volta, saranno il rap e la trap a dettare i tempi in 4/4, anche se questa volta in "Ultra-Suoni". L'artista proposto oggi è un fiero self-made, capace di sfruttare tutte le sfaccettature della trap e della dark trap per raccontare storie alternative di giovani lontani da ambienti infettati da droghe e alcool ma che dimostrano comunque il loro valore attraverso testi sempre conscious e lucidi. Il suo nome è Francesco Paolillo, in arte Lillo Bra$$.
Perché hai scelto di chiamarti proprio "Lillo Bra$$" e che significato ha per te?
«Ho preso spunto dai grandi rapper americani che sono soliti precedere il proprio nickname con Lil' – abbreviazione di "little". Di fatti il mio primo soprannome è stato Lil' B, Piccola B, data la mia abitudine di arrivare sempre secondo in qualsiasi cosa mi riguardasse. Poi, prendendo spunto dal mio cognome, ho deciso di prenderne la parte finale così da italianizzare il tutto. "Bra$$" invece deriva dagli ambienti dell'hip-hop spagnolo, in cui "brasa" è l'abbreviativo di "fratello" ed è nato quasi per gioco con un mio amico con cui ho iniziato a rappare.
Perché hai deciso di dedicarti al rap per far esprimere i tuoi ideali?
«Da bambino ascoltavo rock, grazie a mio fratello maggiore che mi ha fatto conoscere gli Aerosmith e i Nirvana ma sin da subito ho sentito che non fosse la mia strada e che la mia personalità non si rispecchiava pienamente con lo stile dark. Il rap invece mi è sembrato un genere molto più docile che meglio si intonava con la mia anima. Il mio modo di fare musica non vuole essere di protesta ma è molto fresco e mi piace narrare storie.
Quali sono state le influenze artistiche che ti contraddistinguono maggiormente?
«Ascoltando De Andrè e leggendo io stesso da piccolo brevi storie per bambini, ho compreso che si può usare il rap per raccontare. Mi ispiro molto al suo tipo di scrittura e all'approccio alla canzone. Altre influenze sono sicuramente Ketama126 e Pretty Solero della scena rap e trap romana, entrambi con uno stile molto soft, senza punchlines ma molto orecchiabile. Mi piace anche MamboLosco che ha un timbro di voce davvero unico. Della scena americana apprezzo molto Playboi Carti con il suo rap fiabesco, Ugly God e Lil Yatchy che fa musica molto happy. Tornando in Italia, voglio citare anche Nina Zilli, Mina e Vasco Rossi.
Com'è ovvio, ci si trova dinanzi ad un musicista che nonostante la giovane età, possiede già una maturità artistica che pochi altri possono vantare. Non esiste paura negli occhi di questo ragazzo addentratosi in una vera e propria giungla fatta di punchlines, rivalità e forse spesso di gelosia a cui oppone la propria semplicità disarmante. Una grande abilità di scrutare orizzonti verso i quali pochi avrebbero il coraggio di inoltrarsi ed un'attenta analisi del mondo che lo circonda, rendono Lillo Bra$$ una perla pronta ad essere esposta al grande pubblico che, di sicuro, saprà apprezzarne l'arte intrinseca messa fuori con le rime più raffinate. Traendo ispirazione, a detta sua, anche dalla brina e dalla rugiada sull'erba a prima mattina, nulla sfugge all'occhio attento del rapper nostrano. «Il mio rap non vuole "distruggere" nessuno ma solo raccontare storie». Diverse le tematiche che tratta nei suoi brani, dall'immigrazione – uno dei pilastri del suo prossimo EP – al dolore che si prova nel momento del distacco dalla famiglia per un ragazzo come lui in cerca di fortuna con la musica, sino all'abolizione dei canoni legati alla gioventù moderna, quali uso di droghe ed alcool per raggiungere uno stato superiore di pace – è questo il concept del celebre pezzo intitolato "Pax", prodotto con Darko e Joseph. «Stiamo creando una nuova dimensione del rap che ha avuto inizio con la pubblicazione di "Young Travels"».
Secondo te, in un pezzo, conta più la base oppure il testo?
«Io ritengo importantissima la base, perché è quella componente che mi da le "farfalle allo stomaco" perché da essa dipende il modo in cui si espongono i vari temi».
Quando scrivi un testo, hai una dimensione particolare in cui ti piace "rifugiarti"?
«Ho bisogno di stare in una mia atmosfera, in un mondo tutto mio che mi permette di chiudermi in me stesso ma allo stesso tempo di aprirmi e predispormi verso ciò che mi circonda. Essere aperto in questo senso, significa non essere omogeneo e dunque non omologarmi alla massa».
Fra tutti i tuoi lavori, in quali senti di rispecchiarti maggiormente?
«Sicuramente "Pax", un pezzo che mi rispecchia al 100% ma c'è anche un inedito, ancora non pubblicato, dedicato alla vita e ad un momento particolare in cui sentivo di aver perso la motivazione che mi aveva accompagnato per molti anni, soprattutto nel periodo tra l'infanzia e l'adolescenza. Altro brano è "Quanto bello è" incentrato sulla bellezza nella diversità».
Il discorso è poi varato sulla crew di cui Lillo Brass fa parte: la Relax Family CiCi Gang. « "Relax" si riferisce al mood della musica che proponiamo che chiede all'ascoltatore di rilassarsi e lasciarsi avvolgere da essa. "Family" ovviamente si collega al fatto che ormai la nostra crew è una vera e propria famiglia in cui si lavora e si sta sempre insieme. Il feeling tra di noi è ad un livello altissimo. "CiCi" è un riferimento alle droghe leggere – motto utilizzato in gergo per attirare a sé tanta gente – che sta a significare la nostra voglia di attrarre la massa con la musica. Infine "Gang" è stato aggiunto per completare il nome».
Quali progetti hai in cantiere per l'immediato futuro?
« Il mio disco "RFCG Album" che contiene featuring con Joseph, Cristina Lanotte, Nicole Frezza ed infine uno con tutta la South Station come a voler inaugurare l'unione in "South CiCi Gang", avvenuta da poco. La parte iniziale dell'album contiene rap melodico in cui parlo della mia vita e delle mie esperienze con la musica e non. Giunti alla metà delle tracce, si passa all'afro trap usata per trattare l'adolescenza; un pezzo di cui vado molto fiero è "Tutte risate", traccia bipolare in cui la base passa dalla trap/reggaeton alla dubstep. Infine la rambla con tutti i ragazzi della crew».
Idee chiare anche sulla situazione instabile della scena musicale barlettana dominata, secondo il giovane rapper, dai conflitti. «Si tratta di conflitti quasi sempre negativi – ci ha tenuto a precisare – e non positivi che, come insegna la filosofia greca con il "Polemos", lasciano che due forze opposte si scontrino per fondersi in qualcosa di superiore. Le tematiche affrontate spesso sono ripetitive e sembrerebbe esistere una volontà di potenza da parte di alcuni che rasenta la prepotenza insensata».
Per te conta più la dimensione live o quella studio?
«Il live è esattamente come un'interrogazione che necessita di compiti fatti a casa che in questo caso, equivalgono al lavoro fatto in studio. E' necessario arrivare in studio già concentrati e per quanto mi riguarda, spesso registro in one-shot – senza interruzioni o prove prima e durante la registrazione».
Un giovane stacanovista della musica che non vuole commettere errori, tentando di rasentare la perfezione già dalla stesura del testo. Tra qualche anno ha rivelato di vedersi, forse, ad un bivio in cui dovrà scegliere se proseguire con la sua passione di fare rap oppure intraprendere la strada che conduce al suo sogno di diventare neurologo. Solo il tempo, in questo caso, saprà dare risposte definitive ma nel frattempo la sua fanbase potrà godersi i suoi lavori.
Per chiunque volesse sostenere Lillo Bra$$ o fosse solo curioso di ascoltare uno dei suoi pezzi, possiede una pagina Instagram, con la "Relax Family CiCi Gang" gestisce un canale YouTube ed infine ha anche un profilo registrato su Spotify.
Perché hai scelto di chiamarti proprio "Lillo Bra$$" e che significato ha per te?
«Ho preso spunto dai grandi rapper americani che sono soliti precedere il proprio nickname con Lil' – abbreviazione di "little". Di fatti il mio primo soprannome è stato Lil' B, Piccola B, data la mia abitudine di arrivare sempre secondo in qualsiasi cosa mi riguardasse. Poi, prendendo spunto dal mio cognome, ho deciso di prenderne la parte finale così da italianizzare il tutto. "Bra$$" invece deriva dagli ambienti dell'hip-hop spagnolo, in cui "brasa" è l'abbreviativo di "fratello" ed è nato quasi per gioco con un mio amico con cui ho iniziato a rappare.
Perché hai deciso di dedicarti al rap per far esprimere i tuoi ideali?
«Da bambino ascoltavo rock, grazie a mio fratello maggiore che mi ha fatto conoscere gli Aerosmith e i Nirvana ma sin da subito ho sentito che non fosse la mia strada e che la mia personalità non si rispecchiava pienamente con lo stile dark. Il rap invece mi è sembrato un genere molto più docile che meglio si intonava con la mia anima. Il mio modo di fare musica non vuole essere di protesta ma è molto fresco e mi piace narrare storie.
Quali sono state le influenze artistiche che ti contraddistinguono maggiormente?
«Ascoltando De Andrè e leggendo io stesso da piccolo brevi storie per bambini, ho compreso che si può usare il rap per raccontare. Mi ispiro molto al suo tipo di scrittura e all'approccio alla canzone. Altre influenze sono sicuramente Ketama126 e Pretty Solero della scena rap e trap romana, entrambi con uno stile molto soft, senza punchlines ma molto orecchiabile. Mi piace anche MamboLosco che ha un timbro di voce davvero unico. Della scena americana apprezzo molto Playboi Carti con il suo rap fiabesco, Ugly God e Lil Yatchy che fa musica molto happy. Tornando in Italia, voglio citare anche Nina Zilli, Mina e Vasco Rossi.
Com'è ovvio, ci si trova dinanzi ad un musicista che nonostante la giovane età, possiede già una maturità artistica che pochi altri possono vantare. Non esiste paura negli occhi di questo ragazzo addentratosi in una vera e propria giungla fatta di punchlines, rivalità e forse spesso di gelosia a cui oppone la propria semplicità disarmante. Una grande abilità di scrutare orizzonti verso i quali pochi avrebbero il coraggio di inoltrarsi ed un'attenta analisi del mondo che lo circonda, rendono Lillo Bra$$ una perla pronta ad essere esposta al grande pubblico che, di sicuro, saprà apprezzarne l'arte intrinseca messa fuori con le rime più raffinate. Traendo ispirazione, a detta sua, anche dalla brina e dalla rugiada sull'erba a prima mattina, nulla sfugge all'occhio attento del rapper nostrano. «Il mio rap non vuole "distruggere" nessuno ma solo raccontare storie». Diverse le tematiche che tratta nei suoi brani, dall'immigrazione – uno dei pilastri del suo prossimo EP – al dolore che si prova nel momento del distacco dalla famiglia per un ragazzo come lui in cerca di fortuna con la musica, sino all'abolizione dei canoni legati alla gioventù moderna, quali uso di droghe ed alcool per raggiungere uno stato superiore di pace – è questo il concept del celebre pezzo intitolato "Pax", prodotto con Darko e Joseph. «Stiamo creando una nuova dimensione del rap che ha avuto inizio con la pubblicazione di "Young Travels"».
Secondo te, in un pezzo, conta più la base oppure il testo?
«Io ritengo importantissima la base, perché è quella componente che mi da le "farfalle allo stomaco" perché da essa dipende il modo in cui si espongono i vari temi».
Quando scrivi un testo, hai una dimensione particolare in cui ti piace "rifugiarti"?
«Ho bisogno di stare in una mia atmosfera, in un mondo tutto mio che mi permette di chiudermi in me stesso ma allo stesso tempo di aprirmi e predispormi verso ciò che mi circonda. Essere aperto in questo senso, significa non essere omogeneo e dunque non omologarmi alla massa».
Fra tutti i tuoi lavori, in quali senti di rispecchiarti maggiormente?
«Sicuramente "Pax", un pezzo che mi rispecchia al 100% ma c'è anche un inedito, ancora non pubblicato, dedicato alla vita e ad un momento particolare in cui sentivo di aver perso la motivazione che mi aveva accompagnato per molti anni, soprattutto nel periodo tra l'infanzia e l'adolescenza. Altro brano è "Quanto bello è" incentrato sulla bellezza nella diversità».
Il discorso è poi varato sulla crew di cui Lillo Brass fa parte: la Relax Family CiCi Gang. « "Relax" si riferisce al mood della musica che proponiamo che chiede all'ascoltatore di rilassarsi e lasciarsi avvolgere da essa. "Family" ovviamente si collega al fatto che ormai la nostra crew è una vera e propria famiglia in cui si lavora e si sta sempre insieme. Il feeling tra di noi è ad un livello altissimo. "CiCi" è un riferimento alle droghe leggere – motto utilizzato in gergo per attirare a sé tanta gente – che sta a significare la nostra voglia di attrarre la massa con la musica. Infine "Gang" è stato aggiunto per completare il nome».
Quali progetti hai in cantiere per l'immediato futuro?
« Il mio disco "RFCG Album" che contiene featuring con Joseph, Cristina Lanotte, Nicole Frezza ed infine uno con tutta la South Station come a voler inaugurare l'unione in "South CiCi Gang", avvenuta da poco. La parte iniziale dell'album contiene rap melodico in cui parlo della mia vita e delle mie esperienze con la musica e non. Giunti alla metà delle tracce, si passa all'afro trap usata per trattare l'adolescenza; un pezzo di cui vado molto fiero è "Tutte risate", traccia bipolare in cui la base passa dalla trap/reggaeton alla dubstep. Infine la rambla con tutti i ragazzi della crew».
Idee chiare anche sulla situazione instabile della scena musicale barlettana dominata, secondo il giovane rapper, dai conflitti. «Si tratta di conflitti quasi sempre negativi – ci ha tenuto a precisare – e non positivi che, come insegna la filosofia greca con il "Polemos", lasciano che due forze opposte si scontrino per fondersi in qualcosa di superiore. Le tematiche affrontate spesso sono ripetitive e sembrerebbe esistere una volontà di potenza da parte di alcuni che rasenta la prepotenza insensata».
Per te conta più la dimensione live o quella studio?
«Il live è esattamente come un'interrogazione che necessita di compiti fatti a casa che in questo caso, equivalgono al lavoro fatto in studio. E' necessario arrivare in studio già concentrati e per quanto mi riguarda, spesso registro in one-shot – senza interruzioni o prove prima e durante la registrazione».
Un giovane stacanovista della musica che non vuole commettere errori, tentando di rasentare la perfezione già dalla stesura del testo. Tra qualche anno ha rivelato di vedersi, forse, ad un bivio in cui dovrà scegliere se proseguire con la sua passione di fare rap oppure intraprendere la strada che conduce al suo sogno di diventare neurologo. Solo il tempo, in questo caso, saprà dare risposte definitive ma nel frattempo la sua fanbase potrà godersi i suoi lavori.
Per chiunque volesse sostenere Lillo Bra$$ o fosse solo curioso di ascoltare uno dei suoi pezzi, possiede una pagina Instagram, con la "Relax Family CiCi Gang" gestisce un canale YouTube ed infine ha anche un profilo registrato su Spotify.