Pop Corn
Professione Ghost Writer, il riscatto artistico di Polanski
Ritorna il grande cinema con “L’uomo nell’ombra”, eccelso capolavoro di tensione
mercoledì 14 aprile 2010
Mettetevi comodi e preparate i pop corn: il grande schermo sarà pronto a regalarvi un thriller preciso ed elegante che non vi darà un attimo di tregua. La firma è di Roman Polanski, garanzia di ottimo cinema.
L'ex primo ministro britannico Adam Lang (Pierce Brosnan) è impegnato a redigere la sua autobiografia, ma in circostanze sospette scompare lo scrittore con cui collaborava. Decide così di assumere un nuovo ghost writer (Ewan McGregor), che -nonostante sia piuttosto titubante per le vicende politiche che riguardano Lang – si trasferisce a Martha's Vineyard, un'isola pressoché deserta dove Lang, sua moglie e un fido gruppo di assistenti vivono in totale riservatezza. Quando il ghost writer scaverà nel passato del primo ministro, porterà a galla tremendi segreti che lo coinvolgeranno in un complesso gioco di potere, intrighi, fino a mettere a rischio la sua stessa vita.
Basato sul libro "The Ghost Writer" scritto da Robert Harris, L'uomo nell'ombra arriva nelle sale anticipato da una calorosa accoglienza a livello internazionale e grande plauso per il regista Polanski, insignito per altro dell'Orso d'argento come migliore regista all'ultimo Festival del Cinema di Berlino.
Una trama da puro thriller politico si adatta perfettamente alla regia solida e sofisticata del maestro Polanski, la cui mano sapiente impreziosisce una pellicola ben calibrata, ma che senza il suo tocco avrebbe perso senz'altro spessore. La telecamera si insinua negli ambienti claustrofobici dell'ufficio di Lang, e segue come una microspia le indagini del ghost writer, di cui percepiamo angosce e ne subiamo allo stesso modo le macchinazioni politiche. Un intrigo che verrà svelato solo alla fine, non senza una velata leggerezza di fondo che alleggerisce il grigiore plumbeo dell'intera pellicola, regalando spessa umanità ai personaggi, tutti perfettamente inquadrati nei loro ruoli. Notevoli le protagoniste femminili, notevole il fantasma Ewan McGregor, interprete cardine della storia, che ricorda quasi un James Stewart dei tempi d'oro e che ben regge sulle sue spalle il peso dell'intera macchina filmica.
E' stato triste sapere che, per le vicende di cronaca che hanno interessato il regista (il ritorno a galla di un abuso a danni di una minorenne avvenuto 30 anni fa, l'incarcerazione, il processo), il suo ultimo film ha rischiato seriamente di non giungere mai in sala. Per fortuna Polanski è stato in grado di gestire il suo ultimo frutto cinematografico anche dall'isolamento, e tutti gli appassionati del buon cinema hanno potuto godere di questa pellicola senza sbavature.
Con L'uomo nell'ombra si torna all'immortale cinema al pari dei capolavori noir di Hitchcock. Gli elementi più classici del thriller ci sono tutti, ora starà a voi godervi nella sua pienezza questa pellicola ricca di suspense fino a scoprire l'ultima pagina di quel libro, l'unico segreto che nessuno è mai riuscito a svelare. Fin'ora.
L'ex primo ministro britannico Adam Lang (Pierce Brosnan) è impegnato a redigere la sua autobiografia, ma in circostanze sospette scompare lo scrittore con cui collaborava. Decide così di assumere un nuovo ghost writer (Ewan McGregor), che -nonostante sia piuttosto titubante per le vicende politiche che riguardano Lang – si trasferisce a Martha's Vineyard, un'isola pressoché deserta dove Lang, sua moglie e un fido gruppo di assistenti vivono in totale riservatezza. Quando il ghost writer scaverà nel passato del primo ministro, porterà a galla tremendi segreti che lo coinvolgeranno in un complesso gioco di potere, intrighi, fino a mettere a rischio la sua stessa vita.
Basato sul libro "The Ghost Writer" scritto da Robert Harris, L'uomo nell'ombra arriva nelle sale anticipato da una calorosa accoglienza a livello internazionale e grande plauso per il regista Polanski, insignito per altro dell'Orso d'argento come migliore regista all'ultimo Festival del Cinema di Berlino.
Una trama da puro thriller politico si adatta perfettamente alla regia solida e sofisticata del maestro Polanski, la cui mano sapiente impreziosisce una pellicola ben calibrata, ma che senza il suo tocco avrebbe perso senz'altro spessore. La telecamera si insinua negli ambienti claustrofobici dell'ufficio di Lang, e segue come una microspia le indagini del ghost writer, di cui percepiamo angosce e ne subiamo allo stesso modo le macchinazioni politiche. Un intrigo che verrà svelato solo alla fine, non senza una velata leggerezza di fondo che alleggerisce il grigiore plumbeo dell'intera pellicola, regalando spessa umanità ai personaggi, tutti perfettamente inquadrati nei loro ruoli. Notevoli le protagoniste femminili, notevole il fantasma Ewan McGregor, interprete cardine della storia, che ricorda quasi un James Stewart dei tempi d'oro e che ben regge sulle sue spalle il peso dell'intera macchina filmica.
E' stato triste sapere che, per le vicende di cronaca che hanno interessato il regista (il ritorno a galla di un abuso a danni di una minorenne avvenuto 30 anni fa, l'incarcerazione, il processo), il suo ultimo film ha rischiato seriamente di non giungere mai in sala. Per fortuna Polanski è stato in grado di gestire il suo ultimo frutto cinematografico anche dall'isolamento, e tutti gli appassionati del buon cinema hanno potuto godere di questa pellicola senza sbavature.
Con L'uomo nell'ombra si torna all'immortale cinema al pari dei capolavori noir di Hitchcock. Gli elementi più classici del thriller ci sono tutti, ora starà a voi godervi nella sua pienezza questa pellicola ricca di suspense fino a scoprire l'ultima pagina di quel libro, l'unico segreto che nessuno è mai riuscito a svelare. Fin'ora.