Pop Corn
Gone Girl: l'amore psicotico nell'ultimo cult di David Fincher
Un americano rovesciamento della sottomissione femminile
domenica 11 gennaio 2015
11.52
«Perché ci siamo desiderati, amati, combattuti, fino al punto di volerci uccidere?- Semplice Nick, perché ci siamo sposati». La risposta è banale, ma la messa in scena che la sottende non lo è affatto. La drammaticità dell'ultimo cult di David Fincher si colloca in un sentimentalismo tutto americano, in cui il valore del giudizio conta più dell'azione della correttezza. L'intreccio, basato sul romanzo di Gillian Flynn "L'amore bugiardo", pur non avendo punti di rottura, ha virgole di eccedenza; un film che si concede tutte le libertà rappresentative della fiction, abbinandole-con gialla abilità- alle aspettative raziocinanti dello spettatore.
Lui perde il lavoro, lei si conquista il diritto di rimproverarlo; lei perde il fascino di donna accomodante, lui si prende il diritto di tradirla. Perdita e presa pesano sull'equilibrio estetico di una coppia di amanti, che-a causa della recessione- si ritrova ad essere per un terzo il marito fannullone e farfallone e per la restante parte una donna benestante e non più attraente. Ed è questa parte a formare l'intero di una pellicola che gira senza occasione di discontinuità. D'un tratto, una scomparsa misteriosa, sottesa da una semina di indizi lasciati dall'apparente vittima, dedicati all'apparente colpevole e destinati alla polizia investigativa. Il calcolatore della mente femminile non ha trascurato nulla: un simulato rapimento, un prelievo di sangue spruzzato per terra e malamente pulito (esattamente come rimedierebbe un uomo), la finta amicizia con la vicina, dalla quale estrarre un campione di urina per farsi diagnosticare una gravidanza, un diario segreto su cui scrivere i finti maltrattamenti subiti, la finta sensazione di paura, di pericolo. Il tutto per infangare Nick (Ben Affleck), un uomo forse avvilito dalla capacità economica della bellissima moglie Amy (Rosamund Pike), al punto da far credere sufficientemente plausibile la sua colpevolezza. Ed ecco che l'America femminista si scatena contro l'uomo-orco: l'attenzione mediatica è a livelli altissimi, la casa di Nick è costantemente circondata dai giornalisti che a questa storia hanno solo un accesso superficiale. Ma la storia è talmente fitta da essere impenetrabile persino per la detective Boney, l'unica a credere all'innocenza di Nick.
Ma non è la polizia a dare la svolta alle indagini: la psicosi di Amy la riporta a casa, solo dopo essersi creata l'alibi del rapimento e dello stupro sodomizzato per mano della sua vecchia fiamma Desi (il sagace Neil Patrick Harris di "How I met your mother"), sgozzato durante il rapporto sessuale. Tuttavia, non è un ritorno all'Io: istinto distruttivo e propensione alla buona facciata sociale non contemplano alcun equilibrio. Ancora una volta, l'America crede alla muliebre calcolatrice: comincia una farsa matrimoniale tra Nick, costretto ad accogliere la malvagia bellezza sotto il tetto coniugale, e Amy, ormai entrata nel ruolo bisbetico della moglie maltratta ma riscattata, che continua a tenere sotto scacco la persona che non è riuscita a distruggere. Una fuga d'odio che diverge verso la sensibilità transatlantica, per un rovesciamento dello stereotipo occidentale, forsanche universale sul sesso debole. La risposta sul matrimonio, che accompagna l'epilogo alla Basic Instinct, semplifica la complessità del groviglio passionale, a conferma che l'azione della perfidia detta il valore dell'unione eterna.
Lui perde il lavoro, lei si conquista il diritto di rimproverarlo; lei perde il fascino di donna accomodante, lui si prende il diritto di tradirla. Perdita e presa pesano sull'equilibrio estetico di una coppia di amanti, che-a causa della recessione- si ritrova ad essere per un terzo il marito fannullone e farfallone e per la restante parte una donna benestante e non più attraente. Ed è questa parte a formare l'intero di una pellicola che gira senza occasione di discontinuità. D'un tratto, una scomparsa misteriosa, sottesa da una semina di indizi lasciati dall'apparente vittima, dedicati all'apparente colpevole e destinati alla polizia investigativa. Il calcolatore della mente femminile non ha trascurato nulla: un simulato rapimento, un prelievo di sangue spruzzato per terra e malamente pulito (esattamente come rimedierebbe un uomo), la finta amicizia con la vicina, dalla quale estrarre un campione di urina per farsi diagnosticare una gravidanza, un diario segreto su cui scrivere i finti maltrattamenti subiti, la finta sensazione di paura, di pericolo. Il tutto per infangare Nick (Ben Affleck), un uomo forse avvilito dalla capacità economica della bellissima moglie Amy (Rosamund Pike), al punto da far credere sufficientemente plausibile la sua colpevolezza. Ed ecco che l'America femminista si scatena contro l'uomo-orco: l'attenzione mediatica è a livelli altissimi, la casa di Nick è costantemente circondata dai giornalisti che a questa storia hanno solo un accesso superficiale. Ma la storia è talmente fitta da essere impenetrabile persino per la detective Boney, l'unica a credere all'innocenza di Nick.
Ma non è la polizia a dare la svolta alle indagini: la psicosi di Amy la riporta a casa, solo dopo essersi creata l'alibi del rapimento e dello stupro sodomizzato per mano della sua vecchia fiamma Desi (il sagace Neil Patrick Harris di "How I met your mother"), sgozzato durante il rapporto sessuale. Tuttavia, non è un ritorno all'Io: istinto distruttivo e propensione alla buona facciata sociale non contemplano alcun equilibrio. Ancora una volta, l'America crede alla muliebre calcolatrice: comincia una farsa matrimoniale tra Nick, costretto ad accogliere la malvagia bellezza sotto il tetto coniugale, e Amy, ormai entrata nel ruolo bisbetico della moglie maltratta ma riscattata, che continua a tenere sotto scacco la persona che non è riuscita a distruggere. Una fuga d'odio che diverge verso la sensibilità transatlantica, per un rovesciamento dello stereotipo occidentale, forsanche universale sul sesso debole. La risposta sul matrimonio, che accompagna l'epilogo alla Basic Instinct, semplifica la complessità del groviglio passionale, a conferma che l'azione della perfidia detta il valore dell'unione eterna.