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Dal fumetto al cinema, un amaro Dylan Dog

Deludente il film tratto dal capolavoro di Tiziano Sclavi

«Non sono io a trovare i mostri. Direi che a volte sono loro a trovare me.
Forse per loro il mostro sono io...»

Così recitava Dylan Dog in "Dylan Dog & Martin Mystère. Ultima fermata: l'incubo!" nel lontano ottobre 1990. Nel 2011 invece, l'eroe a fumetti creato a Tiziano Sclavi diventa il protagonista di un film hollywoodiano. Nella maggior parte dei casi le riduzioni cinematografiche di libri e fumetti finiscono col deludere le aspettative dei lettori, e la versione su grande schermo dell'investigatore dell'occulto più conosciuto della storia sicuramente non emozionerà i fan della serie, né coinvolgerà gli appassionati del genere. Anzi.

I Dylandogghiani, dal neofita al più esperto conoscitore, storceranno amaramente il naso di fronte a questa operazione puramente hollywoodiana, che strizza l'occhio ai fanatici di Twilight e ai nostalgici di Buffy l'ammazzavampiri. A dare corpo al solitario investigatore in camicia rossa un fin troppo palestrato Brandon Routh, che i più conosceranno come ultimo interprete cinematografico di Superman: un affascinante macho che già tradisce il viso misterioso e scavato del Dylan a fumetti. La trama, ambientata a New Orleans (sic!), è una mal riuscita macedonia di vampiri, licantropi e zombie, ancor più mortificati da effetti speciali che risalgono al decennio scorso.

Nonostante la più che vasta disponibilità di storie e intrecci avvincenti che il fumetto della Sergio Bonelli Editore ha - negli anni - riempito l'immaginario di milioni di lettori, gli sceneggiatori hanno preferito elaborare un soggetto ex novo per il film, incappando tuttavia in pesanti incongruenze con la caratterizzazione originale del personaggio, e creando un prodotto sicuramente rivolto ad un pubblico adolescenziale, visto che degli aspetti più adulti e cinicamente psicologici del fumetto di Sclavi non ne è rimasto neppure un residuo.
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