Pop Corn
Benvenuti in un Nord dalla grigia allegria
Non convince il sequel con Claudio Bisio e Alessandro Siani
venerdì 20 gennaio 2012
Squadra che vince non si cambia. E con "Benvenuti al Nord" i presupposti per confezionare una nuova frizzante commedia basata sui luoghi comuni fra Nord e Sud Italia ce n'erano in abbondanza, visto il successo del primo episodio. Stessa regia (Luca Miniero), stessi attori (Claudio Bisio e Alessandro Siani come protagonisti), ma a regioni invertite. Questa volta la protagonista è la nordica Milano, con tutti i suoi pregiudizi comuni ad un qualsiasi meridionale, ma l'allegria che tanto aveva coinvolto nel primo film sicuramente appare grigia, un po' come il capoluogo lombardo in cui è ambientata la pellicola.
Delude il sequel di "Benvenuti al Sud", film sorpresa del 2010, che nonostante tutto ha debuttato mercoledì in sala registrando già alti incassi, forte dell'onda lunga del successo del precedente film. Umorismo trasandato, quasi fastidioso, quello con cui la pellicola di Miniero racconta una Milano spocchiosa e frenetica, quasi mostrando celato assenso ai pregiudizi dei ben più genuini napoletani che si affacciano al Nord come novelli Totò e Peppino. Stavolta infatti, è il postino campano Mattia (Alessandro Siani) che – in un momento di crisi con l'amatissima moglie Maria (Valentina Lodovini) – sarà costretto a trasferirsi al Nord, cercando sostegno nell'ex direttore Alberto (Claudio Bisio) da poco trasferitosi a Milano con la famiglia dopo le insistenze della moglie Silvia (Angela Finocchiaro) ma già stanco dello smog milanese e dei sempre più indiavolati ritmi lavorativi.
Se la prima pellicola, adattamento del fortunatissimo film francese "Giù al Nord", era solida di una sceneggiatura già testata sul mercato francese, il sequel manca di compattezza comica abbottonando insieme una sostanziale ripetitività e la netta assenza di un filo conduttore convincente. "Benvenuti al Sud" godeva della spiensieratezza quasi ingenua più tipica della meridionalissima Castellabate, di quella leggera mentalità in cui i sentimenti vincono sempre sulle regole. All'opposto, "Benvenuti al Nord" è l'esaltazione grigia delle abitudini milanesi più ferree, dell'efficienza e della velocità, del senso del lavoro come unico obiettivo della propria quotidianetà. E ovviamente, all'estiva gioia del primo film, si contrappone una grigia allegria che strappa solo qualche risata stiracchiata.
Delude il sequel di "Benvenuti al Sud", film sorpresa del 2010, che nonostante tutto ha debuttato mercoledì in sala registrando già alti incassi, forte dell'onda lunga del successo del precedente film. Umorismo trasandato, quasi fastidioso, quello con cui la pellicola di Miniero racconta una Milano spocchiosa e frenetica, quasi mostrando celato assenso ai pregiudizi dei ben più genuini napoletani che si affacciano al Nord come novelli Totò e Peppino. Stavolta infatti, è il postino campano Mattia (Alessandro Siani) che – in un momento di crisi con l'amatissima moglie Maria (Valentina Lodovini) – sarà costretto a trasferirsi al Nord, cercando sostegno nell'ex direttore Alberto (Claudio Bisio) da poco trasferitosi a Milano con la famiglia dopo le insistenze della moglie Silvia (Angela Finocchiaro) ma già stanco dello smog milanese e dei sempre più indiavolati ritmi lavorativi.
Se la prima pellicola, adattamento del fortunatissimo film francese "Giù al Nord", era solida di una sceneggiatura già testata sul mercato francese, il sequel manca di compattezza comica abbottonando insieme una sostanziale ripetitività e la netta assenza di un filo conduttore convincente. "Benvenuti al Sud" godeva della spiensieratezza quasi ingenua più tipica della meridionalissima Castellabate, di quella leggera mentalità in cui i sentimenti vincono sempre sulle regole. All'opposto, "Benvenuti al Nord" è l'esaltazione grigia delle abitudini milanesi più ferree, dell'efficienza e della velocità, del senso del lavoro come unico obiettivo della propria quotidianetà. E ovviamente, all'estiva gioia del primo film, si contrappone una grigia allegria che strappa solo qualche risata stiracchiata.