Ogni cosa è illuminata
Checco Zalone in tour: benvenuti a Bari
Il comico di Capurso protagonista sabato all'Arena della Vittoria
lunedì 3 ottobre 2011
"Ciao Bari… dovevamo essere di più, ma stasera c'era una festa a Palazzo Grazioli e allora…le signore della Bari bene sono lì…" Un esordio che è tutto un programma quello con il quale Checco Zalone, al secolo Luca Medici, ha aperto alle 22:11 di sabato 1 ottobre il suo spettacolo giocato "in casa", presso l'Arena della Vittoria a Bari, per la tappa finale del suo "Resto Umile World Tour". Un condensato di musica, saggezza popolare, sarcasmo talvolta volgare, premiato dalle risate di un pubblico completamente soddisfatto dal tenore della serata.
Uno spettacolo messo in piedi con poche spese, una scenografia minimal, adornata solo da 3 maxi-schermi sui quali il sorridente volto del "Checco nazionale" era costantemente ripreso in primo piano, e un esiguo numero di collaboratori : il gruppo di ballerine della "Seconda Chance"- così dette perché rifiutate da Tarantini, ha spiegato Zalone-, l'orchestra dei "Mitili Ignoti"; l'attrice Claudia Potenza, che molti ricorderanno in "Basilicata Coast to Coast", nelle vesti di eterna fidanzata; la ricetta vincente è da individuarsi nella istrionica capacità del duo Zalone- Gennaro Nunziante (autore) di cogliere il vitellonismo che si nasconde in ogni italiano, dal Premier Silvio Berlusconi a Giampaolo Tarantini, passando per Nichi Vendola (in versione Jesus Chris Superstar) e Roberto Saviano, tanto per citare alcuni dei protagonisti, involontari, delle gag messe in scena dal comico di Capurso.
Momento-clou della serata l'imitazione dell'idolo di casa Antonio Cassano, vezzeggiato nel suo parlare "catalano-milanese-genovese" e nel suo modo di gesticolare "tutto barese" (Zalone dixit) impegnato mentre istruisce il figlioletto in carrozzella spiegandogli che "la scuola è come andare in bagno: il pezzo di carta serve sempre" e esaltato nella sua baresità quando telefona al suo presidente Berlusconi per proporgli una serata con una ragazza "piccante". Non è mancata la partecipazione volontaria di Rocco Papaleo, protagonista in un video nelle vesti di anchor-man di TgCuba, improbabile telegiornale del luogo, quella involontaria del "Trota", al secolo Renzo Bossi, imitato nella sua ingenua figura, dulcis in fundo vi è stata anche una sorpresa inaspettata: Al Bano Carrisi ha preso parte allo spettacolo per cantare insieme a Checco Zalone "Lu pullu cusutu n'culu", una musica salentina che racconta ironicamente la preparazione di un piatto tipico della terra del tacco d'Italia.
In questo oceano di gag si è trovato il tempo per una goccia di evasione nel campo della musica zaloniano, permeata di pungente umorismo. Tra gli episodi più graditi dal pubblico "Samba Senza U Culu", sull'unica ballerina brasiliana senza un bel fondoschiena, la parodia del suo omonimo Checco Silvestre, cantante dei Modà, e la cantata "Maremoto A Porto Cervo", in cui si immagina uno tsunami per ricchi, oltre alla chiusura affidata a due brani molto amati dal pubblico, "Cuore Biancorosso" e "Angela".
Una serata perfetta dal punto di vista della performance, quella vissuta dagli spettatori accorsi a gremire l'impianto barese, ma non sono mancati i consueti- ahinoi- disservizi: parcheggi stracolmi attorno allo stadio, traffico paralizzato, code ai varchi, tanto che lo spettacolo è iniziato con 40 minuti di ritardo. Problematiche dimenticate alle 22:11, quando ha avuto inizio lo show che ha mostrato il volto migliore dell'Italia, capace di sorridere di sé stessa, ma capace di farlo con quella rabbia che della demenzialità ha solo l'apparenza. E al saluto finale, quando Checco Zalone, a metà tra il serio e il faceto, ha promesso la replica tra un anno "gratis" nella sua Bari, un ulteriore sorriso si è levato nei volti dei 20000 presenti.
Uno spettacolo messo in piedi con poche spese, una scenografia minimal, adornata solo da 3 maxi-schermi sui quali il sorridente volto del "Checco nazionale" era costantemente ripreso in primo piano, e un esiguo numero di collaboratori : il gruppo di ballerine della "Seconda Chance"- così dette perché rifiutate da Tarantini, ha spiegato Zalone-, l'orchestra dei "Mitili Ignoti"; l'attrice Claudia Potenza, che molti ricorderanno in "Basilicata Coast to Coast", nelle vesti di eterna fidanzata; la ricetta vincente è da individuarsi nella istrionica capacità del duo Zalone- Gennaro Nunziante (autore) di cogliere il vitellonismo che si nasconde in ogni italiano, dal Premier Silvio Berlusconi a Giampaolo Tarantini, passando per Nichi Vendola (in versione Jesus Chris Superstar) e Roberto Saviano, tanto per citare alcuni dei protagonisti, involontari, delle gag messe in scena dal comico di Capurso.
Momento-clou della serata l'imitazione dell'idolo di casa Antonio Cassano, vezzeggiato nel suo parlare "catalano-milanese-genovese" e nel suo modo di gesticolare "tutto barese" (Zalone dixit) impegnato mentre istruisce il figlioletto in carrozzella spiegandogli che "la scuola è come andare in bagno: il pezzo di carta serve sempre" e esaltato nella sua baresità quando telefona al suo presidente Berlusconi per proporgli una serata con una ragazza "piccante". Non è mancata la partecipazione volontaria di Rocco Papaleo, protagonista in un video nelle vesti di anchor-man di TgCuba, improbabile telegiornale del luogo, quella involontaria del "Trota", al secolo Renzo Bossi, imitato nella sua ingenua figura, dulcis in fundo vi è stata anche una sorpresa inaspettata: Al Bano Carrisi ha preso parte allo spettacolo per cantare insieme a Checco Zalone "Lu pullu cusutu n'culu", una musica salentina che racconta ironicamente la preparazione di un piatto tipico della terra del tacco d'Italia.
In questo oceano di gag si è trovato il tempo per una goccia di evasione nel campo della musica zaloniano, permeata di pungente umorismo. Tra gli episodi più graditi dal pubblico "Samba Senza U Culu", sull'unica ballerina brasiliana senza un bel fondoschiena, la parodia del suo omonimo Checco Silvestre, cantante dei Modà, e la cantata "Maremoto A Porto Cervo", in cui si immagina uno tsunami per ricchi, oltre alla chiusura affidata a due brani molto amati dal pubblico, "Cuore Biancorosso" e "Angela".
Una serata perfetta dal punto di vista della performance, quella vissuta dagli spettatori accorsi a gremire l'impianto barese, ma non sono mancati i consueti- ahinoi- disservizi: parcheggi stracolmi attorno allo stadio, traffico paralizzato, code ai varchi, tanto che lo spettacolo è iniziato con 40 minuti di ritardo. Problematiche dimenticate alle 22:11, quando ha avuto inizio lo show che ha mostrato il volto migliore dell'Italia, capace di sorridere di sé stessa, ma capace di farlo con quella rabbia che della demenzialità ha solo l'apparenza. E al saluto finale, quando Checco Zalone, a metà tra il serio e il faceto, ha promesso la replica tra un anno "gratis" nella sua Bari, un ulteriore sorriso si è levato nei volti dei 20000 presenti.