Cronaca
Voleva dimostrare al padre che era capace di fare una rapina, patteggia 16 mesi di reclusione
Si consegna ai Carabinieri dopo il colpo alla farmacia Borgia in via Canosa. La somma era stata prontamente restituita
Barletta - mercoledì 16 gennaio 2013
Questa la pena patteggiata stamattina davanti al Tribunale di Trani da Giuseppe D. P., il 21enne barlettano consegnatosi spontaneamente ai Carabinieri, lunedì mattina, pochi minuti dopo aver commesso una rapina nella farmacia Borgia in Via Canosa. Lì a volto scoperto e fingendo di avere una pistola si è fatto consegnare quasi 400 euro.
Un colpo che sarebbe stato dettato dall'intento di dimostrare al padre che era capace di tanto, dopo l'ennesimo dissidio tra i due che lavorano in una pescheria. Ma mentre stava facendo ritorno all'esercizio commerciale paterno il giovane ha visto una pattuglia dei Carabinieri che svolgeva un ordinario servizio d'ordine ma che non sapeva del colpo in farmacia. A quel punto Giuseppe ha cambiato programma. Ha prima fermato un amico, che pure passava nei paraggi, per chiedergli di andare dal padre per informarlo della rapina commessa e dargli il danaro, e poi si è costituito ai Carabinieri. I militari dopo alcuni accertamenti hanno informato il pubblico ministero di turno alla Procura della Repubblica di Trani, Fabio Buquicchio, che ha disposto gli arresti domiciliari.
Intanto il padre di Giuseppe si era premurato di restituire la somma rapinata. Oggi udienza di convalida dell'arresto e processo per direttissima nel corso del quale il ragazzo ha patteggiato la pena di 16 mesi di reclusione ma grazie al beneficio della sospensione è tornato ben presto in libertà.
Un colpo che sarebbe stato dettato dall'intento di dimostrare al padre che era capace di tanto, dopo l'ennesimo dissidio tra i due che lavorano in una pescheria. Ma mentre stava facendo ritorno all'esercizio commerciale paterno il giovane ha visto una pattuglia dei Carabinieri che svolgeva un ordinario servizio d'ordine ma che non sapeva del colpo in farmacia. A quel punto Giuseppe ha cambiato programma. Ha prima fermato un amico, che pure passava nei paraggi, per chiedergli di andare dal padre per informarlo della rapina commessa e dargli il danaro, e poi si è costituito ai Carabinieri. I militari dopo alcuni accertamenti hanno informato il pubblico ministero di turno alla Procura della Repubblica di Trani, Fabio Buquicchio, che ha disposto gli arresti domiciliari.
Intanto il padre di Giuseppe si era premurato di restituire la somma rapinata. Oggi udienza di convalida dell'arresto e processo per direttissima nel corso del quale il ragazzo ha patteggiato la pena di 16 mesi di reclusione ma grazie al beneficio della sospensione è tornato ben presto in libertà.