La città
Vita da pendolare in carrozzina, la storia della 22enne Valeria
«Le soluzioni sei costretto a trovarle per spirito di adattamento. E io di certo non mi tiro indietro»
Barletta - giovedì 3 dicembre 2020
8.48
Solare e sempre in movimento: sembra un ossimoro ma non lo è. Valeria, nonostante costretta alla sedia a rotelle fin dalla nascita, non ha mai smesso di conoscere il mondo con i propri occhi. Una ragazza che – ci tiene a precisarlo – conduce la sua vita come qualsiasi 22enne, dividendosi tra studio, sport, uscite con gli amici e serate trascorse all'insegna del divertimento, non privandosi di nulla rispetto ai suoi coetanei.
E così, dopo il diploma conseguito al Liceo Classico Casardi di Barletta, Valeria si è iscritta alla facoltà di Filosofia dell'Università di Bari, dove si è laureata con lode lo scorso 23 ottobre. Un percorso, quello universitario, sicuramente più difficoltoso rispetto a quello dei suoi colleghi, ma Valeria tende a minimizzare, com'è tipico del suo carattere.
«Non mi sento – ha dichiarato - assolutamente un'eroina né una persona da compatire in quanto non faccio niente di speciale, conduco la mia vita come tutti gli altri, solo da seduta in carrozzina».
Gli impedimenti però, specialmente durante i suoi tre anni universitari da pendolare, non sono mancati. «Sebbene la stazione di Barletta sia ancora ricca di barriere architettoniche che non facilitano la vita di noi persone in carrozzina, posso considerarmi soddisfatta del servizio di Trenitalia Sala Blu che aiuta le persone disabili a muoversi tra una città e un'altra in totale autonomia. Inviando un'email all'interno della quale si specificano la stazione di partenza, quella di arrivo e gli orari dei treni che si andranno a prendere, si può essere accolti dall'apposito personale che provvederà, tramite un carrello elevatore, a salire sul treno senza fatica».
Tante, purtroppo, sono state le situazioni spiacevoli. Due gli episodi che ricorda particolarmente: quando il capotreno ha dimenticato di cambiare binario, obbligando la ragazza a fare le scale e quando, a causa della rottura della porta d'ingresso del treno per i disabili, è stata per circa un mese costretta ad affrontare il suo viaggio nell'atrio tra un vagone e un altro.
Dimenticati gli anni da pendolare, Valeria si è già iscritta al corso di laurea magistrale in scienze filosofiche all'Università di Bari, dove intende trasferirsi non appena la situazione del Covid glielo permetterà. Anche qui, però, non mancheranno i disagi: l'autobus che conduce dal CampusX all'Ateneo non ha la pedana per il trasporto dei disabili per una nuova sfida che, ne siamo certi, riuscirà a superare brillantemente.
D'altronde come da lei stesso affermato, «le soluzioni sei costretto a trovarle per spirito di adattamento. E io di certo non mi tiro indietro».
E così, dopo il diploma conseguito al Liceo Classico Casardi di Barletta, Valeria si è iscritta alla facoltà di Filosofia dell'Università di Bari, dove si è laureata con lode lo scorso 23 ottobre. Un percorso, quello universitario, sicuramente più difficoltoso rispetto a quello dei suoi colleghi, ma Valeria tende a minimizzare, com'è tipico del suo carattere.
«Non mi sento – ha dichiarato - assolutamente un'eroina né una persona da compatire in quanto non faccio niente di speciale, conduco la mia vita come tutti gli altri, solo da seduta in carrozzina».
Gli impedimenti però, specialmente durante i suoi tre anni universitari da pendolare, non sono mancati. «Sebbene la stazione di Barletta sia ancora ricca di barriere architettoniche che non facilitano la vita di noi persone in carrozzina, posso considerarmi soddisfatta del servizio di Trenitalia Sala Blu che aiuta le persone disabili a muoversi tra una città e un'altra in totale autonomia. Inviando un'email all'interno della quale si specificano la stazione di partenza, quella di arrivo e gli orari dei treni che si andranno a prendere, si può essere accolti dall'apposito personale che provvederà, tramite un carrello elevatore, a salire sul treno senza fatica».
Tante, purtroppo, sono state le situazioni spiacevoli. Due gli episodi che ricorda particolarmente: quando il capotreno ha dimenticato di cambiare binario, obbligando la ragazza a fare le scale e quando, a causa della rottura della porta d'ingresso del treno per i disabili, è stata per circa un mese costretta ad affrontare il suo viaggio nell'atrio tra un vagone e un altro.
Dimenticati gli anni da pendolare, Valeria si è già iscritta al corso di laurea magistrale in scienze filosofiche all'Università di Bari, dove intende trasferirsi non appena la situazione del Covid glielo permetterà. Anche qui, però, non mancheranno i disagi: l'autobus che conduce dal CampusX all'Ateneo non ha la pedana per il trasporto dei disabili per una nuova sfida che, ne siamo certi, riuscirà a superare brillantemente.
D'altronde come da lei stesso affermato, «le soluzioni sei costretto a trovarle per spirito di adattamento. E io di certo non mi tiro indietro».