La città
Villa Bonelli, il paradiso del graffito selvaggio
Sono stati scoperti nuovi e interessanti graffiti. Lettori di Barlettalife, dite la vostra
Barletta - sabato 6 agosto 2011
19.25
Il graffito selvaggio è ovunque, anche nei posti più impensabili, come ad esempio nella Villa Bonelli, polmone verde di Barletta. All'ingresso della villa, leggo un altro benaugurante «No alla tessera del tifoso», una frase che ormai è diventato un marchio di successo. Entrando nella villa, tra pensionati che parlano male di qualcuno, qualche coppietta e bambini che giocano, sento nell'aria un delicata voce femminile che urla verso l'amichetta un insulto in dialetto, degno di un camionista. Non mi scoraggio, infatti trovo l'ambìto tesoro: graffiti di ogni genere su panchine e lampioni, a imperitura memoria. Difficile riconoscere lo stile che caratterizza tali graffiti, opera di anonimi artisti e proprio per questo ancora più "preziosi", arte mai vista, insomma.
La villa che in passato era occupata abusivamente dai cosiddetti "sfrattati", era diventata luogo di degrado estremo,. Poi, la villa è stata recuperata agli antichi splendori, donandole un decoro urbano, sebbene siano stati impiantati lampioni dal design futuristico che starebbero bene in una astronave di "Guerre Stellari" piuttosto che in una antica villa comunale.
Proprio su questi lampioni futuristici, le nuove tribù incidono i propri teneri pensieri, sperando forse che il visitatore occasionale legga e si fermi a riflettere su temi complessi come ad esempio:«Luca mi manki», oppure «Angelina kiss kiss». Sulle panchine, la situazione peggiora, infatti intere frasi dal sapore folcloristico si alternano a minacce d'amore, con relative risposte in tempo reale. Sedersi su queste panchine, significa coprire impunemente la libera circolazione di queste "idee".Probabilmente, questi artisti non hanno la libertà di scrivere sui muri delle proprie case. Forse sono artisti incompresi? Voi lettori, cosa ne dite?
La villa che in passato era occupata abusivamente dai cosiddetti "sfrattati", era diventata luogo di degrado estremo,. Poi, la villa è stata recuperata agli antichi splendori, donandole un decoro urbano, sebbene siano stati impiantati lampioni dal design futuristico che starebbero bene in una astronave di "Guerre Stellari" piuttosto che in una antica villa comunale.
Proprio su questi lampioni futuristici, le nuove tribù incidono i propri teneri pensieri, sperando forse che il visitatore occasionale legga e si fermi a riflettere su temi complessi come ad esempio:«Luca mi manki», oppure «Angelina kiss kiss». Sulle panchine, la situazione peggiora, infatti intere frasi dal sapore folcloristico si alternano a minacce d'amore, con relative risposte in tempo reale. Sedersi su queste panchine, significa coprire impunemente la libera circolazione di queste "idee".Probabilmente, questi artisti non hanno la libertà di scrivere sui muri delle proprie case. Forse sono artisti incompresi? Voi lettori, cosa ne dite?