Via Tatò
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La città

Via Tatò, si sapeva dal 2009 che lì sarebbe nata una scuola

Dopo aver concesso l'area verde in adozione il Comune l'ha revocata

C'è un errore di disattenzione alla base delle aspettative "tradite" dei residenti di via Don Michele Tatò. Una svista, quella che ha causato la repentina revoca della convenzione di adozione dell'area di circa 3.500 mq sita nel quartiere Settefrati. Lì dovrà sorgere una scuola dell'infanzia. E questo è un fatto arcinoto.

Risale al 2009, infatti, l'approvazione da parte del Consiglio comunale di Barletta del progetto preliminare di realizzazione della scuola materna a tre sezioni "nel piano di lottizzazione del comprensorio di aree comprese tra le vie Regina Margherita, Violante, Del Gelso e Sette Frati".

Poi, nel 2018 il Consiglio ha confermato "la volontà di realizzare una scuola materna a tre sezioni nella zona Settefrati, in particolare in via Don Michele Tatò". E nel maggio 2019 è stata indetta la gara con procedura pubblica per la "progettazione definitiva, coordinamento della sicurezza in fase di progettazione, progettazione esecutiva e coordinamento della sicurezza in fase di esecuzione, con revisione al vigente D.Lgs. 50/2016 della progettazione preliminare per la realizzazione di una scuola materna a tre sezioni in via Don Michele Tatò".

Arriviamo ai giorni nostri quando, approfittando della possibilità promossa dall'amministrazione comunale di adottare aree verdi cittadine, la Nuova Aurora s.r.l. ottiene la gestione proprio di quell'area. Ma sono bastati pochi giorni affinché il Comune revocasse la convenzione siglata, prendendo atto che su quelle superfici è in corso l'aggiudicazione del progetto definitivo per la realizzazione della scuola.
Ora, sebbene sia comprensibile che i cittadini della zona possano sentirsi delusi dal non vedere rifiorire un'area spesso abbandonata a degrado, è chiaro che si sia trattato di un errore di disattenzione. Una distrazione costosa in termini morali per i residenti ed economici per chi aveva già avviato i lavori di risistemazione della zona, ma rettificata con la revoca, possibile in ogni momento secondo quanto stabilito dal disciplinare per l'adozione.

Semplificando, il Comune ha accettato la richiesta di adozione senza verificare che quell'area fosse già interessata da altri interventi. All'interno del disciplinare, infatti, l'amministrazione ha solo elencato le aree non adottabili come i giardini del Castello, quelli di villa Bonelli o della Scuola "Musti", prevedendo per il resto che "sarà possibile adottare tutte le aree verdi di Barletta", senza farne una puntuale elencazione. Cosa, tra l'altro, irrealizzabile dato che oggetto di adozione potrebbero essere anche siepi e piccoli spazi verdi.

Tutto ciò comporta che ogni richiesta di adozione debba essere vagliata, specie quando si tratta di spazi ampi come quelli via Tatò, prima di affidarne la manutenzione ad associazioni, imprese o cittadini. Per la prossima volta serve solo un po' più di attenzione.
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