La città
Via Manzoni, la strada dell'oro di Barletta
Una pista ciclabile invasa dalle deiezioni canine. A testimonianza della scarsa civiltà di alcuni proprietari di cani
Barletta - lunedì 5 marzo 2012
14.19
Via Alessandro Manzoni. A Milano è la via della moda, a Bari la via dello shopping, a Barletta la via delle "pepite". Peccato che non si parli una nuova, sfavillante epopea della corsa all'oro che caratterizzò gli Stati Uniti d'America, e in particolare la California, il Klondike e il Colorado, nella seconda metà del XIX secolo: quella che la via barlettana posizionata nel quartiere "Patalini" attraversa oggi è un'epoca caratterizzata- ahinoi- dalla mancanza di civiltà di alcuni proprietari di esemplari canini, che lasciano liberamente scorrazzare i loro quadrupedi sulla lunga pista ciclabile che taglia la strada, facendo sì che i cani scarichino liberamente le loro deiezioni alla vista di tutti nel verde pubblico presente al centro della pista, se non addirittura sullo spazio sovraelevato riservato alle bici.
Dopo reiterate segnalazioni giunte in redazione dai residenti in zona, ormai esausti per la sgradevole vista e dei nauseabondi odori che i rifiuti organici "scaricati" nel verde dai cani portano con sé, abbiamo deciso di recarci in zona e percorrere a piedi il tratto di pista ciclabile che percorre via Manzoni, dall'incrocio con via Giacomo Leopardi a quello con via Salvatore Quasimodo, passando per via Luigi Pirandello e via Giuseppe Ungaretti . Una zona dedicata a celebri scrittori, che hanno fatto la storia della cultura italiana, sui quali i proprietari degli "amici a quattro zampe" non esitano, mancando nell'educazione e nella pulizia, di gettare fango…et similia. La vista che si presenta agli astanti è insostenibile: "pepite" di ogni dimensione, quasi catalogabili per grandezza e data di deposito, sconvolgono il verde pubblico presente sulla pista ciclabile, e l'olfatto di chi vi cammina nei pressi. In prossimità degli incroci e delle interruzioni della pista i "regalini" rilasciati dai Fido della zona aumentano a vista d'occhio, quasi da spingere a pensare che sia il verde il vero intruso nel desolante panorama. Per tacere poi delle carte di giornale, delle bottigliette di plastica e di tanti altri presenti che testimoniano la traccia del passaggio dell'uomo, e la sicura messa in discussione della sua scarsa civiltà. 500 metri, passo più passo meno, di olezzi primordiali, di mancanza di rispetto verso il prossimo e, probabilmente , anche di scarsa manutenzione esercitata sul verde pubblico da parte di chi, come il Comune, dovrebbe purtroppo sopperire alle latitanze basilari di alcuni contribuenti.
Ora basta con le parole, sono sufficienti le immagini raccolte nella nostra dettagliata photogallery (vi abbiamo risparmiato, per buoncostume, le più "crude") per esemplificare la triste situazione e lanciare l'allarme. Una riflessione viene però spontanea: se è vero che le piste ciclabili, tanto richieste per snellire il traffico e ridurre l'inquinamento, possono essere considerate il polmone verde di una città e il suo "salotto buono", ci viene da rivolgere un interrogativo ai proprietari dei cani e delle loro deiezioni, che se citati in causa spesso dimostrano sensibilità e ricordano quanto "umani" siano i loro quadrupedi. Se nel salone della vostra casa vi piazzassimo i 90 barattoli in conserva nei quali artista italiano Piero Manzoni sigillò le proprie feci il 21 maggio 1961 dando così vita all'opera "Merda d'artista", dimostrereste il vostro amore per l'arte, intesa come dimostrazione di umanità, o respingereste l'offerta al mittente per il ributtante odore che gli escrementi emanano? La risposta la conosciamo già, perciò tanto vale pensarci due volte prima di uscire con il vostro cane per strada privi di paletta e guanti…
Dopo reiterate segnalazioni giunte in redazione dai residenti in zona, ormai esausti per la sgradevole vista e dei nauseabondi odori che i rifiuti organici "scaricati" nel verde dai cani portano con sé, abbiamo deciso di recarci in zona e percorrere a piedi il tratto di pista ciclabile che percorre via Manzoni, dall'incrocio con via Giacomo Leopardi a quello con via Salvatore Quasimodo, passando per via Luigi Pirandello e via Giuseppe Ungaretti . Una zona dedicata a celebri scrittori, che hanno fatto la storia della cultura italiana, sui quali i proprietari degli "amici a quattro zampe" non esitano, mancando nell'educazione e nella pulizia, di gettare fango…et similia. La vista che si presenta agli astanti è insostenibile: "pepite" di ogni dimensione, quasi catalogabili per grandezza e data di deposito, sconvolgono il verde pubblico presente sulla pista ciclabile, e l'olfatto di chi vi cammina nei pressi. In prossimità degli incroci e delle interruzioni della pista i "regalini" rilasciati dai Fido della zona aumentano a vista d'occhio, quasi da spingere a pensare che sia il verde il vero intruso nel desolante panorama. Per tacere poi delle carte di giornale, delle bottigliette di plastica e di tanti altri presenti che testimoniano la traccia del passaggio dell'uomo, e la sicura messa in discussione della sua scarsa civiltà. 500 metri, passo più passo meno, di olezzi primordiali, di mancanza di rispetto verso il prossimo e, probabilmente , anche di scarsa manutenzione esercitata sul verde pubblico da parte di chi, come il Comune, dovrebbe purtroppo sopperire alle latitanze basilari di alcuni contribuenti.
Ora basta con le parole, sono sufficienti le immagini raccolte nella nostra dettagliata photogallery (vi abbiamo risparmiato, per buoncostume, le più "crude") per esemplificare la triste situazione e lanciare l'allarme. Una riflessione viene però spontanea: se è vero che le piste ciclabili, tanto richieste per snellire il traffico e ridurre l'inquinamento, possono essere considerate il polmone verde di una città e il suo "salotto buono", ci viene da rivolgere un interrogativo ai proprietari dei cani e delle loro deiezioni, che se citati in causa spesso dimostrano sensibilità e ricordano quanto "umani" siano i loro quadrupedi. Se nel salone della vostra casa vi piazzassimo i 90 barattoli in conserva nei quali artista italiano Piero Manzoni sigillò le proprie feci il 21 maggio 1961 dando così vita all'opera "Merda d'artista", dimostrereste il vostro amore per l'arte, intesa come dimostrazione di umanità, o respingereste l'offerta al mittente per il ributtante odore che gli escrementi emanano? La risposta la conosciamo già, perciò tanto vale pensarci due volte prima di uscire con il vostro cane per strada privi di paletta e guanti…