Politica
Verso la sfiducia: la politica si prepara già al dopo-Cannito
L'esperienza del primo cittadino sembra giunta al capolinea
Barletta - venerdì 8 ottobre 2021
11.56
Barletta è pronta a voltare pagina. I segnali, del resto, c'erano tutti. Ed era evidente che l'incontro con il presidente Michele Emiliano non avrebbe cambiato le cose. Le opposizioni hanno fatto fronte comune e mercoledì in Consiglio comunale firmeranno la mozione di sfiducia contro il sindaco Cannito. Il destino dell'amministrazione, insomma, è segnato. E la città, a breve, potrebbe già ritrovarsi commissariata. Nel caso, non sarebbe la prima volta.
Basti pensare all'esperienza dell'ex sindaco Nicola Maffei che si è conclusa anticipatamente nel 2012 dopo le dimissioni di numerosi consiglieri. Stavolta, però, lo scenario è diverso. E se è vero che le dimissioni di Cannito sono forse arrivate persino in ritardo rispetto alla crisi politica che continua a paralizzare Barletta, è anche vero che la mozione di sfiducia nei suoi confronti ha ribaltato la situazione. In altre parole, quel "ribaltone" che si pensava di poter ottenere spostando gli equilibri politici è comunque andato in porto ma in un'altra direzione: quella di decidere di mandare a casa il sindaco senza aspettare il termine ultimo previsto affinché le sue dimissioni diventino irrevocabili.
Un elemento, questo, che inizialmente non era così scontato. Invece, le opposizioni hanno anticipato i tempi, scegliendo di porre definitivamente fine all'amministrazione senza attendere eventuali ripensamenti del primo cittadino. Tra coloro che hanno firmato la sfiducia, di sicuro, proprio nessuno ci ha ripensato. Nemmeno il Movimento 5 Stelle, con il quale il sindaco aveva ipotizzato di costruire una nuova maggioranza di centrosinistra, rivolgendosi al governatore. Ma anche questo ha portato a un nulla di fatto.
E così, ora, si guarda già al dopo-Cannito. «Dovrà iniziare un percorso che possa dare alla città una vera opportunità di cambiamento - dicono i consiglieri comunali del M5S - evitando l'ennesima accozzaglia di partiti tenuti insieme solo dalla spartizione delle poltrone». E poi, la stoccata: «Siamo sempre stati contrari all'alleanza in Regione tra Movimento 5 Stelle e centrosinistra, avvenuta senza una decisione della base e che riteniamo innaturale perché successiva alle elezioni. Non abbiamo alcuna intenzione di ripetere lo stesso schema al Comune di Barletta, con l'unico risultato di salvare la poltrona al sindaco e alla sua maggioranza, vecchia o nuova che sia. Nei Comuni e nelle Regioni, le coalizioni e le maggioranze si fanno prima e non dopo».
Basti pensare all'esperienza dell'ex sindaco Nicola Maffei che si è conclusa anticipatamente nel 2012 dopo le dimissioni di numerosi consiglieri. Stavolta, però, lo scenario è diverso. E se è vero che le dimissioni di Cannito sono forse arrivate persino in ritardo rispetto alla crisi politica che continua a paralizzare Barletta, è anche vero che la mozione di sfiducia nei suoi confronti ha ribaltato la situazione. In altre parole, quel "ribaltone" che si pensava di poter ottenere spostando gli equilibri politici è comunque andato in porto ma in un'altra direzione: quella di decidere di mandare a casa il sindaco senza aspettare il termine ultimo previsto affinché le sue dimissioni diventino irrevocabili.
Un elemento, questo, che inizialmente non era così scontato. Invece, le opposizioni hanno anticipato i tempi, scegliendo di porre definitivamente fine all'amministrazione senza attendere eventuali ripensamenti del primo cittadino. Tra coloro che hanno firmato la sfiducia, di sicuro, proprio nessuno ci ha ripensato. Nemmeno il Movimento 5 Stelle, con il quale il sindaco aveva ipotizzato di costruire una nuova maggioranza di centrosinistra, rivolgendosi al governatore. Ma anche questo ha portato a un nulla di fatto.
E così, ora, si guarda già al dopo-Cannito. «Dovrà iniziare un percorso che possa dare alla città una vera opportunità di cambiamento - dicono i consiglieri comunali del M5S - evitando l'ennesima accozzaglia di partiti tenuti insieme solo dalla spartizione delle poltrone». E poi, la stoccata: «Siamo sempre stati contrari all'alleanza in Regione tra Movimento 5 Stelle e centrosinistra, avvenuta senza una decisione della base e che riteniamo innaturale perché successiva alle elezioni. Non abbiamo alcuna intenzione di ripetere lo stesso schema al Comune di Barletta, con l'unico risultato di salvare la poltrona al sindaco e alla sua maggioranza, vecchia o nuova che sia. Nei Comuni e nelle Regioni, le coalizioni e le maggioranze si fanno prima e non dopo».