Territorio
Vallone Tittadegna, la vicenda si avvia alla conclusione
La ricostruzione dell'ex assessore e ambientalista Anna Maria Riefolo
Barletta - venerdì 7 aprile 2023
11.13 Comunicato Stampa
«Sembra concludersi positivamente, a distanza di mesi, una delle vicende che, nel corso del mio mandato da assessore con delega all'Ambiente del comune di Barletta, ha ricevuto una rilevante eco mediatica: l'illecito sversamento di rifiuti nell'alveo artificiale del canale di bonifica, noto come Vallone Tittadegna.». Così interviene l'ex assessore Anna Maria Riefolo a margine di una vicenda ben nota, anche trattate sulle nostre pagine.
«Pochi giorni fa infatti è stata diffusa, a mezzo stampa, la notizia, dell'approvazione da parte della Giunta regionale di una deliberazione con cui si riconosce al comune di Barletta un contributo straordinario pari a euro 45.000,00 per la pulizia del Vallone.
Tutto bene quel che finisce bene verrebbe da dire, se non fosse per il fatto che, nel corso della vicenda che ha tenuto banco lo scorso ottobre, è stata posta in essere una infruttuosa strumentalizzazione politica della battaglia personale portata avanti dall'ambientalista Antonio Binetti da parte dell'allora segretaria cittadina del Partito Democratico di Barletta che ha sostenuto in più occasioni che la rimozione dei rifiuti, illecitamente abbandonati da criminali all'interno dell'alveo del canale, fosse di esclusiva competenza dell'ente comunale.
Solo per ricordare alcuni passaggi di un comunicato, dalla stessa diramato lo scorso 24 Ottobre: "L'assessore, dunque, nella sua replica (ad una domanda di attualità presentata in consiglio comunale dalla consigliera Diviccaro) attribuisce alla Regione una competenza e una responsabilità, che invece è del Comune" e ancora "Dunque delle due l'una: o l'assessore non conosce le norme, e attribuisce competenze a caso (esponendo l'amministrazione a imbarazzanti incidenti diplomatici nei rapporti inter-istituzionali); o finge di non conoscere le norme, per prendere tempo e coprire mancanze proprie e della Giunta di cui fa parte."
La realtà dei fatti è chiaramente ben diversa dalla narrazione distorta che nei mesi scorsi è stata fatta, sulla vicenda, che è bene ricostruire da principio per completezza di informazione e dovere di verità, ad esclusivo beneficio dei cittadini.
Lo sversamento illecito di rifiuti nel vallone Tittadegna costituisce un problema atavico, che si trascina da anni, con buona pace delle amministrazioni precedenti a quella guidata dal sindaco Cannito, che nessuna azione sembrerebbe abbiano mai messo in campo in passato per porre rimedio al problema ( o per lo meno non se ne è avuta notizia).
Sulle piattaforme social già dal 2016 circolavano immagini che documentavano lo stato di degrado del canale; all'epoca la ex segretaria PD, era consigliera comunale, in quota al partito di maggioranza e presidente della commissione Ambiente, eppure non risulta abbia mai preso in considerazione questa scottante problematica, né abbia fatto nulla per suggerire interventi all'allora sindaco (sempre PD) Pasquale Cascella.
Nel 2019 sullo sversamento illecito di rifiuti nel canale Campanile viene presentato al Prefetto, nonché alla Procura della Repubblica presso il tribunale di Trani, un esposto dalla Società Italiana di Geologia Ambientale (a firma del presidente nazionale e di quello regionale dell'associazione rispettivamente i geologi Antonello Fiore e Raffaele Lopez); dell'esposto vengono notiziati oltre al comune di Barletta, quello di Trinitapoli e di Margherita di Savoia, la Provincia di Barletta- Andria- Trani e la regione Puglia; la notizia viene diramata attraverso un articolo apparso sulla Gazzetta del Mezzogiorno, a firma del giornalista Pino Curci e un servizio del Tg3, curato da Giovanni Matera.
L'amministrazione comunale di Barletta (prima consigliatura a guida Cannito), per iniziativa dell'allora Assessore all'ambiente Ruggiero Passero e dell'Amministratore Unico di Barsa avv. Michele Cianci, avvia e porta a termine le operazioni di pulizia dell'alveo del canale; ma non viene chiesto, in quella occasione alla regione Puglia di contribuire a coprire in tutto o in parte le spese sostenute.
Si arriva dunque al mese di marzo 2022, durante la gestione commissariale della città, quando il sub Antonio Binetti denuncia la presenza ancora una volta di quantità impressionanti di rifiuti, tra i quali la carcassa di un ovino, pneumatici, scarti di demolizione ed un numero imprecisato di videocassette.
Parte un nuovo esposto alla Procura della Repubblica presso il tribunale di Trani, per iniziativa questa volta del comandante di polizia locale dott. Savino Filannino, viene avviata un'attività di indagine per arrivare all'individuazione dei presunti responsabili e viene rimossa la carcassa ovina, poi il silenzio.
Nell'ottobre del 2022 il sub Binetti esasperato dal procrastinarsi degli interventi necessari, decide di avviare uno sciopero della fame all'interno dell'alveo del canale, l'opinione pubblica si stringe intorno a lui e la faccenda finisce direttamente sulle reti Mediaset, attraverso un servizio di Striscia la Notizia.
Sin dal principio, in qualità di assessore, allora investita della vicenda, ho sempre ribadito la ferma volontà da parte dell'Amministrazione, che in quel momento rappresentavo, di provvedere alla pulizia del canale, non appena perfezionato l'iter amministrativo propedeutico all'avvio delle operazioni di pulizia (poi completate in data 14 novembre u.s.), ma rimarcavo al contempo la necessità di fare chiarezza in merito all'intricato groviglio di competenze e questo, contrariamente, a quanto ad arte strumentalizzato da taluni, non rispondeva ad una logica di "scaricabarile", "piuttosto a senso di responsabilità nell'amministrare risorse pubbliche, delle quali - scrivevo il 25 ottobre u.s.,- non si può disporre con disinvoltura."- e ancora chiosavo -"su temi sensibili come quelli ambientali non dovremmo dividerci, ma farci comunità, la logica dell'uno contro l'altro non porta lontano…."
Ed è a questo punto che, mentre una parte della politica, dava prova di ricorrere a becere strumentalizzazioni, con passerelle e servizi fotografici annessi all'interno del Vallone, un'altra parte nella persona della consigliera di opposizione Michela Diviccaro (COALIZIONE CIVICA), chiedeva conto con grande senso di responsabilità dell'attività amministrativa e dell'operato della maggioranza, nelle sedi all'uopo preposte (ponendo domande di attualità in consiglio comunale) e altra ancora nella persona del consigliere regionale Tupputi, nel totale silenzio e per puro spirito di servizio nei confronti della collettività si metteva a disposizione per ricucire politicamente, lo strappo istituzionale, originatosi con l'emissione delle ordinanze sindacali, datata 04 Novembre 2022 e recapitate all'indirizzo del consorzio Terre d'Apulia e del Demanio regionale.
Alla pubblicazione delle ordinanze si era giunti, bisogna ricordarlo, non per rifiuto da parte del sindaco Cannito di avviare un dialogo con le altre istituzioni coinvolte, al contrario perché a ben due note con cui l'Amministrazione comunale comunicava la volontà di provvedere in via d'urgenza alla rimozione dei rifiuti presenti nel canale e chiedeva l'erogazione di un contributo ( come da espressa disposizione di legge), recapitate all'indirizzo della Regione Puglia -Sezione Demanio e Patrimonio, da parte dell'allora dirigente del Settore Ambiente del Comune di Barletta, ing. Francesco Lomoro, gli uffici regionali non avevano fornito riscontro alcuno.
A ciò si aggiunga che, in data 02/11/2022 veniva trasmesso al comune di Barletta dal NUCLEO DI VIGILANZA AMBIENTALE FOGGIA-BAT DELLA REGIONE PUGLIA un Verbale di Attività di Vigilanza del 20/09/2022 che, rappresentando la presenza di rifiuti abbandonati da ignoti in località Vallone Tittadegna, ne dava comunicazione "ai fini dell'adozione dell'ordinanza di cui all'art.192 comma 3 dello stesso D.Lgs.152/2006", citando testualmente quanto riportato nel verbale.
Concludendo questa articolata ricostruzione, se oggi 45.000,000 euro di denari pubblici entreranno nelle casse del comune di Barletta a titolo in parte, di contributo su costi già sostenuti e in altra per anticipazione sulle spese che dovranno essere affrontate per l'annualità 2023, è perché per la prima volta si è riusciti a fare sintesi e, all'azione importante di denuncia, portata avanti da Antonio Binetti e dalla cittadinanza attiva, si è aggiunto il lavoro puntuale degli uffici comunali settore Polizia locale e Ambiente ( nelle persone dei dirigenti ing. Lomoro e comandante dott. Savino Filannino) e dei competenti uffici regionali (nelle persone del dirigente della Sezione Opere Pubbliche e Infrastrutture Scannicchio e del direttore di Dipartimento Angelosante Albanese); il dialogo inter istituzionale è stato possibile grazie alla preziosa mediazione politica, tra il sindaco di Barletta Cosimo Cannito, l'assessore regionale Piemontese e il consigliere regionale Giuseppe Tupputi, che hanno saputo guardare oltre gli steccati ideologici, per un fine superiore, che è la tutela del territorio».
«Pochi giorni fa infatti è stata diffusa, a mezzo stampa, la notizia, dell'approvazione da parte della Giunta regionale di una deliberazione con cui si riconosce al comune di Barletta un contributo straordinario pari a euro 45.000,00 per la pulizia del Vallone.
Tutto bene quel che finisce bene verrebbe da dire, se non fosse per il fatto che, nel corso della vicenda che ha tenuto banco lo scorso ottobre, è stata posta in essere una infruttuosa strumentalizzazione politica della battaglia personale portata avanti dall'ambientalista Antonio Binetti da parte dell'allora segretaria cittadina del Partito Democratico di Barletta che ha sostenuto in più occasioni che la rimozione dei rifiuti, illecitamente abbandonati da criminali all'interno dell'alveo del canale, fosse di esclusiva competenza dell'ente comunale.
Solo per ricordare alcuni passaggi di un comunicato, dalla stessa diramato lo scorso 24 Ottobre: "L'assessore, dunque, nella sua replica (ad una domanda di attualità presentata in consiglio comunale dalla consigliera Diviccaro) attribuisce alla Regione una competenza e una responsabilità, che invece è del Comune" e ancora "Dunque delle due l'una: o l'assessore non conosce le norme, e attribuisce competenze a caso (esponendo l'amministrazione a imbarazzanti incidenti diplomatici nei rapporti inter-istituzionali); o finge di non conoscere le norme, per prendere tempo e coprire mancanze proprie e della Giunta di cui fa parte."
La realtà dei fatti è chiaramente ben diversa dalla narrazione distorta che nei mesi scorsi è stata fatta, sulla vicenda, che è bene ricostruire da principio per completezza di informazione e dovere di verità, ad esclusivo beneficio dei cittadini.
Lo sversamento illecito di rifiuti nel vallone Tittadegna costituisce un problema atavico, che si trascina da anni, con buona pace delle amministrazioni precedenti a quella guidata dal sindaco Cannito, che nessuna azione sembrerebbe abbiano mai messo in campo in passato per porre rimedio al problema ( o per lo meno non se ne è avuta notizia).
Sulle piattaforme social già dal 2016 circolavano immagini che documentavano lo stato di degrado del canale; all'epoca la ex segretaria PD, era consigliera comunale, in quota al partito di maggioranza e presidente della commissione Ambiente, eppure non risulta abbia mai preso in considerazione questa scottante problematica, né abbia fatto nulla per suggerire interventi all'allora sindaco (sempre PD) Pasquale Cascella.
Nel 2019 sullo sversamento illecito di rifiuti nel canale Campanile viene presentato al Prefetto, nonché alla Procura della Repubblica presso il tribunale di Trani, un esposto dalla Società Italiana di Geologia Ambientale (a firma del presidente nazionale e di quello regionale dell'associazione rispettivamente i geologi Antonello Fiore e Raffaele Lopez); dell'esposto vengono notiziati oltre al comune di Barletta, quello di Trinitapoli e di Margherita di Savoia, la Provincia di Barletta- Andria- Trani e la regione Puglia; la notizia viene diramata attraverso un articolo apparso sulla Gazzetta del Mezzogiorno, a firma del giornalista Pino Curci e un servizio del Tg3, curato da Giovanni Matera.
L'amministrazione comunale di Barletta (prima consigliatura a guida Cannito), per iniziativa dell'allora Assessore all'ambiente Ruggiero Passero e dell'Amministratore Unico di Barsa avv. Michele Cianci, avvia e porta a termine le operazioni di pulizia dell'alveo del canale; ma non viene chiesto, in quella occasione alla regione Puglia di contribuire a coprire in tutto o in parte le spese sostenute.
Si arriva dunque al mese di marzo 2022, durante la gestione commissariale della città, quando il sub Antonio Binetti denuncia la presenza ancora una volta di quantità impressionanti di rifiuti, tra i quali la carcassa di un ovino, pneumatici, scarti di demolizione ed un numero imprecisato di videocassette.
Parte un nuovo esposto alla Procura della Repubblica presso il tribunale di Trani, per iniziativa questa volta del comandante di polizia locale dott. Savino Filannino, viene avviata un'attività di indagine per arrivare all'individuazione dei presunti responsabili e viene rimossa la carcassa ovina, poi il silenzio.
Nell'ottobre del 2022 il sub Binetti esasperato dal procrastinarsi degli interventi necessari, decide di avviare uno sciopero della fame all'interno dell'alveo del canale, l'opinione pubblica si stringe intorno a lui e la faccenda finisce direttamente sulle reti Mediaset, attraverso un servizio di Striscia la Notizia.
Sin dal principio, in qualità di assessore, allora investita della vicenda, ho sempre ribadito la ferma volontà da parte dell'Amministrazione, che in quel momento rappresentavo, di provvedere alla pulizia del canale, non appena perfezionato l'iter amministrativo propedeutico all'avvio delle operazioni di pulizia (poi completate in data 14 novembre u.s.), ma rimarcavo al contempo la necessità di fare chiarezza in merito all'intricato groviglio di competenze e questo, contrariamente, a quanto ad arte strumentalizzato da taluni, non rispondeva ad una logica di "scaricabarile", "piuttosto a senso di responsabilità nell'amministrare risorse pubbliche, delle quali - scrivevo il 25 ottobre u.s.,- non si può disporre con disinvoltura."- e ancora chiosavo -"su temi sensibili come quelli ambientali non dovremmo dividerci, ma farci comunità, la logica dell'uno contro l'altro non porta lontano…."
Ed è a questo punto che, mentre una parte della politica, dava prova di ricorrere a becere strumentalizzazioni, con passerelle e servizi fotografici annessi all'interno del Vallone, un'altra parte nella persona della consigliera di opposizione Michela Diviccaro (COALIZIONE CIVICA), chiedeva conto con grande senso di responsabilità dell'attività amministrativa e dell'operato della maggioranza, nelle sedi all'uopo preposte (ponendo domande di attualità in consiglio comunale) e altra ancora nella persona del consigliere regionale Tupputi, nel totale silenzio e per puro spirito di servizio nei confronti della collettività si metteva a disposizione per ricucire politicamente, lo strappo istituzionale, originatosi con l'emissione delle ordinanze sindacali, datata 04 Novembre 2022 e recapitate all'indirizzo del consorzio Terre d'Apulia e del Demanio regionale.
Alla pubblicazione delle ordinanze si era giunti, bisogna ricordarlo, non per rifiuto da parte del sindaco Cannito di avviare un dialogo con le altre istituzioni coinvolte, al contrario perché a ben due note con cui l'Amministrazione comunale comunicava la volontà di provvedere in via d'urgenza alla rimozione dei rifiuti presenti nel canale e chiedeva l'erogazione di un contributo ( come da espressa disposizione di legge), recapitate all'indirizzo della Regione Puglia -Sezione Demanio e Patrimonio, da parte dell'allora dirigente del Settore Ambiente del Comune di Barletta, ing. Francesco Lomoro, gli uffici regionali non avevano fornito riscontro alcuno.
A ciò si aggiunga che, in data 02/11/2022 veniva trasmesso al comune di Barletta dal NUCLEO DI VIGILANZA AMBIENTALE FOGGIA-BAT DELLA REGIONE PUGLIA un Verbale di Attività di Vigilanza del 20/09/2022 che, rappresentando la presenza di rifiuti abbandonati da ignoti in località Vallone Tittadegna, ne dava comunicazione "ai fini dell'adozione dell'ordinanza di cui all'art.192 comma 3 dello stesso D.Lgs.152/2006", citando testualmente quanto riportato nel verbale.
Concludendo questa articolata ricostruzione, se oggi 45.000,000 euro di denari pubblici entreranno nelle casse del comune di Barletta a titolo in parte, di contributo su costi già sostenuti e in altra per anticipazione sulle spese che dovranno essere affrontate per l'annualità 2023, è perché per la prima volta si è riusciti a fare sintesi e, all'azione importante di denuncia, portata avanti da Antonio Binetti e dalla cittadinanza attiva, si è aggiunto il lavoro puntuale degli uffici comunali settore Polizia locale e Ambiente ( nelle persone dei dirigenti ing. Lomoro e comandante dott. Savino Filannino) e dei competenti uffici regionali (nelle persone del dirigente della Sezione Opere Pubbliche e Infrastrutture Scannicchio e del direttore di Dipartimento Angelosante Albanese); il dialogo inter istituzionale è stato possibile grazie alla preziosa mediazione politica, tra il sindaco di Barletta Cosimo Cannito, l'assessore regionale Piemontese e il consigliere regionale Giuseppe Tupputi, che hanno saputo guardare oltre gli steccati ideologici, per un fine superiore, che è la tutela del territorio».