Biglietti concerto Renato Zero
Biglietti concerto Renato Zero
Politica

Un sassolino che annuncia una frana?

Rinviati a giudizio esponenti di primo piano dell’amministrazione Maffei. Il concerto, il doppio voto, la perdita di senso delle Istituzioni

Il rinvio a giudizio per le due questioni del concerto di Renato Zero e per il doppio voto alle elezioni regionali suona particolarmente minaccioso per le sorti di alcuni esponenti della maggioranza di centrosinistra. Come il rumore di un sassolino che, scivolando lungo il pendio di un monte, annuncia una frana.

La vicenda del concerto di Renato Zero è facilmente riassumibile. Un politico all'epoca e tuttora di primo piano, Pino Crudele (allora assessore, oggi consigliere, allora PD, oggi SEL), secondo quanto emerge dalle motivazione degli inquirenti, chiede per sé e per i suoi parenti stretti 50 ingressi gratuiti all'organizzatore del concerto. Famiglia numerosa meridionale old style, evidentemente! A dargli man forte corre in soccorso il consigliere regionale Filippo Caracciolo. Entrambi avrebbero rivolto alla vittima, sempre secondo le ricostruzioni degli inquirenti, minacce per nulla velate. Minacce che avrebbero trovato seguito di fronte al rifiuto di consegnare i famosi 50 biglietti. Infatti l'inizio del concerto viene posticipato perché Crudele assieme all'altro assessore Pasquale Corcella (confermato assessore nella giunta balneare del Maffei bis), fa intervenire i Vigili del Fuoco per verifiche di sicurezza. Segnalazione da parte del pubblico pagante, secondo i due amministratori. Segnalazione costruita ad arte dai due, secondo gli inquirenti che non hanno trovato traccia di telefonate al Comando dei Vigili del Fuoco. A processo andranno, oltre ai tre politici, due rappresentanti del Corpo dei Vigili compiacenti.

La seconda vicenda riguarda invece un curioso caso. Caterina Scelzi, esponente del PD di Barletta, già consigliere comunale, già consigliere di amministrazione fino a pochi giorni fa della Bar.S.A., compagna del consigliere Caracciolo, avrebbe condotto un elettore a votare per due volte in due seggi diversi, accompagnando lo stesso anche all'ufficio elettorale per ottenere un duplicato della scheda elettorale.

Qui non ci sono giudici, questo non è un tribunale. Le considerazioni che seguono sono, cercano di essere solo un megafono di ciò che cova oggi nell'opinione pubblica barlettana.
  1. Il centrosinistra governa da quasi vent'anni a Barletta. Ha accolto personaggi impresentabili, concesso potere e privilegi a faccendieri, attribuito feudi e impunità. "Il pesce puzza sempre dalla testa", dice l'adagio. Il processo di degenerazione iniziò con Salerno, ma ha trovato il suo apice nella fallimentare, penosa, miserevole gestione Maffei. Fuori, in Puglia, ha ricominciato a splendere il sole. La Primavera pugliese si è fermata all'ingresso di Barletta. Ma non è colpa del sole se i Barlettani hanno sprangato le finestre.
  2. Maffei, è noto, preferisce non decidere. Ai tempi del tragico crollo di via Roma, quasi un anno fa, lasciò al loro posto tutti: dirigente, impiegati dell'ufficio tecnico, tutti! Lo farà anche ora. Volterà la testa dall'altra parte, dichiarerà di avere fiducia nella giustizia, ci rivedremo a processo concluso (tra, più o meno, sette anni?). Io credo nella politica, non nella magistratura. La politica ha tutti gli anticorpi per espellere il morbo, il virus, il cancro del clientelismo, della prepotenza, del senso di impunità. Si sospendano (se non vogliono autosospendersi) da cariche e incarichi coloro che sono implicati, si chieda conto nelle sezioni e nelle federazioni dei partiti a chi ha agito fuori dalle regole. Che abbiano violato diritti, questo sì, lo deciderà la magistratura. E come imputati hanno diritto di difendersi e di tutelarsi in ogni modo. Questo è garantismo. Ma la politica non si può accontentare delle sentenze. Questi comportamenti, anche quando non costituissero reati, colpiscono al cuore la credibilità di una classe dirigente. Di questo deve, deve occuparsi la politica.
  3. Dal PD barlettano in pochi si aspettavano qualcosa di buono, date le premesse. SEL, che era per molti una speranza, ha accolto qualche mese fa con grande entusiasmo, delegazione d'onore (segretaria regionale Annalisa Pannarale, il membro di segreteria regionale più vicino alla BAT Gano Cataldo, segretario provinciale Vincenzo Brucoli), l'ingresso in SEL di Pino Crudele. Al quale, appena giunto, si è offerto in dote l'assessorato in quota. Vendola, cito testualmente da una sua intervista, ha "rivoltato la Puglia come un calzino". E oggi vuole fare lo stesso con l'Italia. Intende lasciare un vulnus proprio in un capoluogo di provincia pugliese? Non credo, e tutti si aspettano che comincino a volare stracci, se non sedie; e magari che qualche testa cominci a cadere.

Sono solo osservazioni, consigli di prudenza. Il sonno della ragione genera mostri. In troppi hanno dormito, mentre ogni senso delle Istituzioni veniva calpestato. È ora di levarsi! E se qualcuno a palazzo di città si appisola sulla sua comoda poltrona, che suoni la campanella, la ricreazione è finita.
© 2001-2024 BarlettaViva è un portale gestito da InnovaNews srl. Partita iva 08059640725. Testata giornalistica telematica registrata presso il Tribunale di Trani. Tutti i diritti riservati.
BarlettaViva funziona grazie ai messaggi pubblicitari che stai bloccandoPer mantenere questo sito gratuito ti chiediamo disattivare il tuo AdBlock. Grazie.