Conferenza stampa Michele Cilli
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Cronaca

Un anno dalla scomparsa di Michele Cilli

Nominato il perito per l'esame degli occhiali da vista ritrovati nelle campagne di Barletta

Un anno esatto dalla scomparsa del 24enne barlettano Michele Cilli. Un anno in cui si cerca ancora di far luce su quanto accaduto quella notte tra il 15 e il 16 gennaio, quando il giovane lasciò la festa di compleanno di un amico, trascorsa in un bar in piazza 13 febbraio 1503, senza fare più ritorno a casa. E ad un anno il giudice per le udienze preliminari del tribunale di Trani Ivan Barlafante ha nominato Emanuele Doronzo come esperto perito che dovrà accertare se gli occhiali da vista ritrovati nelle campagne di Barletta, appartengono a Michele. L'udienza di oggi si inserisce nell'ambito del processo con rito abbreviato a carico dei 34enni barlettani Dario Sarcina e Cosimo Damiano Borraccino, arrestati dalla questura Bat a marzo scorso e detenuti nel carcere di Lecce, il primo con l'accusa di omicidio volontario e in concorso con il secondo per soppressione di cadavere.

La perizia di Doronzo dovrà verificare se gli occhiali, trovati in contrada Vicinale cavaliere, luogo in cui uno degli indagati si sarebbe fermato per due volte nella notte della scomparsa di Cilli, hanno le lenti della stessa gradazione e montatura di quelli indossati dalla vittima. Sugli occhiali del giovane era già stato disposto il rilievo del Dna, ma la prova risulta tra gli atti dichiarati "tardivi e inutilizzabili" dal giudice, perché inerenti le indagini suppletive svolte dalla procura di Trani dopo la richiesta di rito abbreviato presentata dai legali dei due imputati. La prossima udienza è stata fissata per il 13 febbraio e dovrebbe riguardare gli esiti della perizia. «Non abbiamo dubbi: sono i suoi», hanno detto i familiari di Michele a margine dell'udienza di oggi. Questa sera, alle 19, ad un anno esatto dalla scomparsa, nella chiesa di Santa Maria degli Angeli alle 19 ci sarà una messa per ricordare il 24enne che «non era cattivo, era vivace e aveva un cuore d'oro non si meritava questo - ha detto con la voce rotta dal pianto la madre Maria Comitangelo -. È ancora tutto un incubo, è tutto rimasto uguale a un anno fa: cerchiamo ancora mio figlio e non mi stancherò mai di farlo». «È come se fosse passato un giorno non un anno e non ci fermeremo, non smetteremo di cercare il suo corpo anno – ha aggiunto il fratello Antonio -. A chi sa, continuo a dire: parlate».
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