Madonna dello Sterpeto
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TV2000 fa tappa a Barletta per il culto della Madonna dello Sterpeto

Servizio dedicato alla nostra città e alla devozione mariana nel mese di maggio

Un culto straordinario, vissuto dalla cittadinanza in compagnia di Maria: in questo mese, il mese di maggio, l'icona della Madonna dello Sterpeto – Patrona della città di Barletta - entra fisicamente nel cuore della città, dal Santuario alla Concattedrale, e per un intero mese diventa centro nevralgico della devozione barlettana.

Il volto scuro della Madonna dello Sterpeto è il simbolo di un sentimento religioso importante per Barletta e di una tradizione antichissima. Tutto ciò è stato raccontato in un interessante speciale andato in onda ieri mattina su TV2000, l'emittente televisiva nazionale gestita dalla Conferenza Episcopale Italiana, all'interno del programma "Bel tempo si spera". Una vetrina importante, in cui Barletta è stata esaltata per il suo intenso affetto per la Madonna, tanto da meritarsi l'appellativo di "Civitas Mariae".

Durante l'approfondimento giornalistico di TV2000 sono stati intervistati l'archeologo Ruggero Lombardi e lo storico Victor Rivera Magos, che hanno scortato le telecamere per le vie della città attraverso i luoghi chiave di questa devozione. Proprio con l'archeologo Lombardi scambiamo due chiacchiere in seguito allo speciale andato in onda ieri mattina.

Che cosa rappresenta l'icona della Vergine dello Sterpeto? Qual è la sua storia?
«L'icona della Vergine dello Sterpeto è il segno tangibile di una devozione mariana radicatasi a Barletta si dall'età medievale, dal momento che in maniera ininterrotta a questa icona, come scrive nella sua supplica il canonico Dicuonzo, devoti vicini e lontani sono ricorsi con fiducia per ottenere grazie nel momento di estrema necessità. Il titolo attribuito all'icona della Vergine dello Sterpeto è legato alla contrada dello Sterpeto, situata 3 Km a S di Barletta a ridosso della via che collega Barletta con Trani, che probabilmente ricalca in parte l'antica via litoranea citata nelle fonti cartografiche; in tale località l'icona è stata da sempre venerata. Sulla provenienza di questa immagine sacra non si hanno notizie certe dal momento che non vi sono fonti documentarie su questo manufatto o indagini archeologiche effettuate nella contrada dello Sterpeto che ricostruiscono le vicende storiche di questa sacra tavola lignea. Molti storici locali hanno proposto diverse ipotesi ricostruttive sulle origini di questa icona facendo riferimento a leggende e fonti orali, a volte senza tener conto di inesattezze storiche e anacronismi e studi storico e iconografici su questi prodotti artistici. Prima fra tutte vi è l'ipotesi dell'origine basiliana tra VIII e IX secolo, che va smentita per l'inesattezza storica che confonde la presenza di monaci "basiliani" in diffusi monasteri/cenobi di Puglia, con la permanenza di monaci italo-greci nella nostra terra per motivi legati a mete santuariali o di pellegrinaggio, o riuniti in romitaggi sporadici; inoltre, studi condotti dalla competente Soprintendenza in occasione dei restauri dell'Icona nel 1978 hanno permesso di ascrivere il manufatto ligneo al XIII secolo.

La teoria secondo la quale l'icona sia giunta a Barletta dall'Oriente con lo sbarco dei Crociati in un presunto approdo vicino all'attuale Santuario risulta essere priva di attestazioni di fonti documentarie e di indagini archeologiche nel territorio; dagli ultimi studi su icone mariane e agiografiche risulta che tali prodotti venissero realizzati in esperte botteghe artigiane locali, accantonando l'idea di icone provenienti dall'Oriente per svariati motivi. Le prime informazioni relative alla presenza di un luogo di culto presso l'agglomerato demico dello Sterpeto si desumono da una bolla pontificia del 1215, nella quale papa Innocenzo III concede la giurisdizione episcopale di tale realtà all'arcivescovo Bartolomeo di Trani. Dal XIII secolo a oggi la chiesa prima e il santuario con l'icona successivamente sono stati curati da ordini religiosi come i Benedettini cistercensi, Minori conventuali e infine i Giuseppini di Asti.

Il culto della Vergine dello Sterpeto a Barletta in due momenti storici: il primo nel 1653 nel corso di un'epidemia pestilenziale che decima la popolazione; il secondo nel 1732 all'indomani di un forte terremoto che portò i Barlettani a chiedere e ad ottenere incolumità alla Madonna dello Sterpeto. Da questo prodigio la Vergine dello Sterpeto venne proclamata patrona della città di Barletta. Nel 2009 durante la festa patronale su richiesta dell'Amministrazione comunale l'Arcivescovo G. B. Pichierri ha proclamato la città di Barletta "civitas Mariae", città di Maria, consolidando il legame tra questa città e il culto alla Madonna dello Sterpeto».

In che modo la Chiesa di Santa Maria Maggiore si lega alla devozione religiosa barlettana?
«La dedica della Cattedrale di Barletta, oggi Basilica Concattedrale, a Santa Maria Maggiore unisce questo edificio religioso con la devozione mariana, insita nella tradizione di fede barlettana. Il titolo di Santa Maria Maggiore è legato all'impianto architettonico di età romanica (XII sec.), sviluppato nel XIV secolo con l'ampliamento delle navate culminanti con un presbiterio con absidi radiali, realizzate in pieno stile gotico. Le fonti documentarie attestano una chiesa altomedievale dedicata a Sancta Maria de Auxilio che è stata riportata alla luce nel corso delle indagini archeologiche effettuate durante i restauri della Cattedrale di Barletta. Si tratta di un impianto basilicale, suddiviso in tre navate, terminanti con rispettive absidi, databile al X-XI secolo sulla base delle decorazioni impresse a stampo sulle mattonelle in cotto presenti sul pavimento.

Al di sotto di questa struttura è emersa una basilica paleocristiana, ripartita in tre navate, delle quali solo quella centrale è culminante da un'abside, ascrivibile al VI secolo sulla base dei materiali ceramici e dei mosaici riconducibili a quel periodo storico. Per analogia alle dedicazioni dei luoghi di culto coevi, rinvenuti in Puglia si riteneva che tale edificio fosse intitolato alla Vergine, datando così all'età paleocristiana il primo culto mariano a Barletta. Dai recenti studi condotti sul sito archeologico si è ipotizzato che l'edificio di VI secolo fosse dedicato a S. Andrea, smentendo così il primato del culto mariano. Nella Cattedrale di Barletta puntualmente nel corso del mese di Maggio e durante la festa patronale viene trasferita l'icona della Vergine dello Sterpeto per la venerazione dei fedeli, aumentando in tal modo il culto della Madonna nella città barlettana.

Sono ancora fresche le polemiche sulle parole piuttosto ingiuste apparse sulla famosa guida "Lonely Planet" relativamente alla città di Barletta: in qualche modo la bellezza religiosa della nostra città, sia nel culto popolare sia nelle architetture, può bilanciare questo pesante giudizio?
«Le nostre chiese sono state sempre il fulcro dell'economia turistica, dal momento che al loro interno presentano scrigni di arte e di architettura, importanti per la ricostruzione storica della nostra città in tutti i suoi momenti. Al di là dei giudizi frettolosi di guide turistiche famose, ma poco aggiornate, i turisti a Barletta sono attratti non solo dai monumenti religiosi (Cattedrale e museo, Santo Sepolcro, San Giacomo, Sant'Andrea), ma anche da quelli civici (Castello e il museo civico con percorso del lapidario, porta marina, pinacoteche De Nittis, palazzi del centro storico). Questi siti andrebbero tuttavia messi in rete con altri luoghi e architetture legati alla tradizione e alla fede popolari. Si potrebbe pensare a un percorso della fede barlettana che intensifichi oltre il culto alla Madonna dello Sterpeto, anche quello di San Ruggero a Canne della battaglia, sito di grande valenza storica, lasciato all'incuria».

  • Trasmissione televisiva
  • Santuario della Madonna dello Sterpeto
  • Maria Santissima dello Sterpeto
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