La città
"Tredici", l'opera di Raffaele Fiorella e Alessandro Suzzi dedicata alla Disfida
Il murale presso il Parco Mennea come celebrazione della Disfida di Barletta
Barletta - giovedì 6 luglio 2017
Si colora e rivive, riprende la memoria storica e la reinterpreta in una chiave urbana nuova, il Parco Mennea che da ora in poi sarà un pezzo della memoria storica e artistica della città grazie a "Tredici", un'opera di street art creata da Raffaele Fiorella e Alessandro Suzzi (componente del duo "Gods in love"). Un segno d'arte e di creatività nel rendere quei luoghi pubblici (e molto spesso lasciati a loro stessi come molte volte lamentato dai cittadini) uno spazio di elaborazione visiva, artistica, un modo per mettere in gioco le proprie capacità per la rigenerazione urbana.
"Tredici" è l'opera di street art dedicata alla vittoria dei tredici cavalieri guidati da Ettore Fieramosca protagonisti della vittoria della "Disfida di Barletta". L'opera è una commistione di stili realizzata con l'utilizzo di vernici per esterni e pennelli su uno spazio di dieci metri per quattro e coi motivi cromatici del rosso, del bianco e dell'azzurro (colori simboli della Disfida) a farle da padroni.
«Il nostro intento era anche quello di spronare i giovani che occupano l'area ed educarli a un nuovo tipo di arte. Ci hanno sostenuto e ora gli chiediamo di darci una mano a preservare questo spazio, prima fortemente degradato» sottolineano i due autori, allineandosi proprio a quel principio di "arte di strada" che non è solo segno di protesta, ma in alcuni casi segno di crescita, di recupero urbano e, come in questo caso, di un dono alla comunità.
"Tredici" è l'opera di street art dedicata alla vittoria dei tredici cavalieri guidati da Ettore Fieramosca protagonisti della vittoria della "Disfida di Barletta". L'opera è una commistione di stili realizzata con l'utilizzo di vernici per esterni e pennelli su uno spazio di dieci metri per quattro e coi motivi cromatici del rosso, del bianco e dell'azzurro (colori simboli della Disfida) a farle da padroni.
«Il nostro intento era anche quello di spronare i giovani che occupano l'area ed educarli a un nuovo tipo di arte. Ci hanno sostenuto e ora gli chiediamo di darci una mano a preservare questo spazio, prima fortemente degradato» sottolineano i due autori, allineandosi proprio a quel principio di "arte di strada" che non è solo segno di protesta, ma in alcuni casi segno di crescita, di recupero urbano e, come in questo caso, di un dono alla comunità.