Associazioni
«Trasferiamo la città di Barletta in un luogo più salubre?»
Lettera amaramente ironica di Cianci
Barletta - sabato 31 ottobre 2015
"Egregio Direttore - ci scrive l'avv. Michele Cianci, presidente del comitato "Operazione aria pulita BAT" - Le scrivo in merito all'articolo pubblicato sulla Gazzetta del Mezzogiorno in data 29 Ottobre dal titolo "La Timac si autoassolve " per constatare oramai quanto la frattura tra area industriale con le proprie attività e la cinta urbana di Barletta (nella realtà tutto un unico corpo urbano) sia oramai un dato di fatto.
La Timac fa sapere in Conferenza dei servizi in Regione che secondo lei l'inquinamento della falda sottostante c'è ma non è attribuile all'azienda stessa poiché si trova "a monte idrogeologico". Peccato che tale comunicazione avvenga solo ora e solo ora ci si preoccupa della salute dei cittadini e degli operai. Il perché?..... non è dato sapersi! Tale vicenda fa venire in mente il bassorilievo sito presso la Cattedrale in cui l'effige sembra dire mentre alza le mani e braccia: "Non sono stata io". Allo stesso tempo la stessa Timac ancora nella stessa seduta chiede indagini supplettive per salvaguardare, giustamente e come già detto, anche i propri dipendenti ora e solo ora, annunciando, tra l'altro, il ricorso innanzi al Tar dell'ordinanza di bonifica provinciale della falda inquinata in questione. Rimangono tuttora sempre misteriosi anche i colpevoli della contaminazione dei terreni sottostanti la Timac, che ha ottenuto l'Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) della Regione Puglia n.118 del 19 maggio 2011 nonostante un procedimento di bonifica in corso per contaminazione accertata nei terreni sottostanti l'azienda
Nella stessa zona industriale la Buzzi Unicem abbatte in questi giorni una ciminiera di oltre 100 metri anche per presunti benefici visivi/paesaggistici delle aree circostanti l'azienda, senza rapportarsi, nell'immediatezza, in maniera costruttiva con tutta la cittadinanza sugli effetti ambientali e sanitari di una demolizione di una ciminiera realizzata con cementi datati primi anni '70, azienda "benefica" che sappiamo essere in attesa del responso innanzi al Consiglio di Stato della richiesta di aumento da 178 tonnellate giornaliere a 200 tonnellate di rifiuti da incenerire in loco. Sempre restando invariata la quantità annuale. Il Consiglio di Stato valuterà anche la richiesta di modifica dei rifiuti.
Che dire? Visto tutto questo - conclude Cianci - consapevole oramai di una convivenza civile ed umana tra città ed industrie ridotta ai minimi termini proponiamo la totale CHIUSURA E TRASFERIMENTO della Città di Barletta in un luogo più salubre con costi addebitati alle stesse mega industrie affinché si possa dare maggiore valore alla vita!».
La Timac fa sapere in Conferenza dei servizi in Regione che secondo lei l'inquinamento della falda sottostante c'è ma non è attribuile all'azienda stessa poiché si trova "a monte idrogeologico". Peccato che tale comunicazione avvenga solo ora e solo ora ci si preoccupa della salute dei cittadini e degli operai. Il perché?..... non è dato sapersi! Tale vicenda fa venire in mente il bassorilievo sito presso la Cattedrale in cui l'effige sembra dire mentre alza le mani e braccia: "Non sono stata io". Allo stesso tempo la stessa Timac ancora nella stessa seduta chiede indagini supplettive per salvaguardare, giustamente e come già detto, anche i propri dipendenti ora e solo ora, annunciando, tra l'altro, il ricorso innanzi al Tar dell'ordinanza di bonifica provinciale della falda inquinata in questione. Rimangono tuttora sempre misteriosi anche i colpevoli della contaminazione dei terreni sottostanti la Timac, che ha ottenuto l'Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) della Regione Puglia n.118 del 19 maggio 2011 nonostante un procedimento di bonifica in corso per contaminazione accertata nei terreni sottostanti l'azienda
Nella stessa zona industriale la Buzzi Unicem abbatte in questi giorni una ciminiera di oltre 100 metri anche per presunti benefici visivi/paesaggistici delle aree circostanti l'azienda, senza rapportarsi, nell'immediatezza, in maniera costruttiva con tutta la cittadinanza sugli effetti ambientali e sanitari di una demolizione di una ciminiera realizzata con cementi datati primi anni '70, azienda "benefica" che sappiamo essere in attesa del responso innanzi al Consiglio di Stato della richiesta di aumento da 178 tonnellate giornaliere a 200 tonnellate di rifiuti da incenerire in loco. Sempre restando invariata la quantità annuale. Il Consiglio di Stato valuterà anche la richiesta di modifica dei rifiuti.
Che dire? Visto tutto questo - conclude Cianci - consapevole oramai di una convivenza civile ed umana tra città ed industrie ridotta ai minimi termini proponiamo la totale CHIUSURA E TRASFERIMENTO della Città di Barletta in un luogo più salubre con costi addebitati alle stesse mega industrie affinché si possa dare maggiore valore alla vita!».