Religioni
Tragedia sui binari, severa l'omelia di Mansi: «Si pensa solo all'interesse»
L'omelia del vescovo di Andria al funerali delle vittime
Barletta - sabato 16 luglio 2016
16.06
«Padre, padre che sei nei cieli, ti giunge in queste ore il grido di dolore di tanti tuoi figli». Così si è aperta l'omelia del vescovo di Andria, monsignor Luigi Mansi, nel giorno dei funerali solenni per le vittime dell'incidente ferroviario sulla tratta Andria-Corato. Parole forti quelle usate dal vescovo nel Palasport di Andria gremito di gente, alla presenza delle autorità presenti a vario livello e titolo, tra cui il presidente della Repubblica Mattarella, la presidente della Camera Boldrini e il Ministro dei trasporti Delrio. «Padre, lascia che sfoghiamo il nostro dolore con le stesse parole del tuo figlio: perché hai permesso che succedesse tutto questo? Dinanzi a tanto dolore abbiamo l'impressione di essere soli e lasciacelo dire siamo turbati dal tuo silenzio. Il Vangelo però ci insegna che quel silenzio è durato solo tre giorni. Con la resurrezione hai dato la tua risposta. Sappiamo, infatti, che il tuo silenzio è solo apparente, siamo fiduciosi del compimento delle tue promesse».
Non c'è da chiamare in appello solo Dio però: Monsignor Manzi, con parole nette, ha anche sottolineato le responsabilità e gli errori umani: «Noi siamo convinti che l'apparente tuo silenzio ci costringe a scendere a noi stessi ed ascoltare di più la voce delle nostre coscienze, a volte addormentate e zittite e prassi di vita di cui ci siamo troppo abituati. No, Padre, non sono affatto normali le prassi di gestione dell'economia in cui si pensa solo a calcoli d'interesse e convenienze, il tutto senza scrupoli, generando piccole e grandi inadempienze verso il proprio dovere. Noi temiamo che per tanti, troppi, anni queste terre, le nostre terre, vengano considerate le periferie dell'Italia».
Monsignor Manzi non ha però mancato di rilevare la generosità dei tanti giovani recatesi in massa a donare il sangue: «Loro si che hanno ascoltato le loro coscienze», ha chiosato. Avviandosi alla conclusione ha poi detto: «Noi crediamo che questi nostri fratelli non sono caduti nel nulla ma sono volati nell'abbraccio di tenerezza. Questo è l'unico pensiero che ci può consolare e dare un attimo di pace al nostro cuore in subbuglio. Consola i famigliari delle vittime, fai sentire loro il nostro calore. Ascolta o Padre il nostro dolore e lo sfogo della nostra rabbia».
Non c'è da chiamare in appello solo Dio però: Monsignor Manzi, con parole nette, ha anche sottolineato le responsabilità e gli errori umani: «Noi siamo convinti che l'apparente tuo silenzio ci costringe a scendere a noi stessi ed ascoltare di più la voce delle nostre coscienze, a volte addormentate e zittite e prassi di vita di cui ci siamo troppo abituati. No, Padre, non sono affatto normali le prassi di gestione dell'economia in cui si pensa solo a calcoli d'interesse e convenienze, il tutto senza scrupoli, generando piccole e grandi inadempienze verso il proprio dovere. Noi temiamo che per tanti, troppi, anni queste terre, le nostre terre, vengano considerate le periferie dell'Italia».
Monsignor Manzi non ha però mancato di rilevare la generosità dei tanti giovani recatesi in massa a donare il sangue: «Loro si che hanno ascoltato le loro coscienze», ha chiosato. Avviandosi alla conclusione ha poi detto: «Noi crediamo che questi nostri fratelli non sono caduti nel nulla ma sono volati nell'abbraccio di tenerezza. Questo è l'unico pensiero che ci può consolare e dare un attimo di pace al nostro cuore in subbuglio. Consola i famigliari delle vittime, fai sentire loro il nostro calore. Ascolta o Padre il nostro dolore e lo sfogo della nostra rabbia».